Come si costruisce un Mondiale di sci?

Reportage da Cortina, che si prepara a un evento molto più che sportivo.

Semafori provvisori creano interminabili code di automobili, costrette a muoversi a rilento anche durante un giorno feriale di bassissima stagione turistica. Lungo la settantina di chilometri che collegano Belluno a Cortina d’Ampezzo, seguendo la Statale Alemagna, si susseguono i rallentamenti. Da diversi mesi i cantieri per allargare e potenziare i principali tratti stradali della provincia restano aperti, anche di notte. Serve fare presto: l’arrivo della neve, tra qualche settimana, potrebbe ostacolare i lavori. L’impatto visivo delle ruspe in azione, dei muri di contenimento, delle alte scogliere di massi, è impressionante.

Gli interventi sulla pista Olympia delle Tofane e sul percorso del Col Drusciè stanno invece per terminare. I picchetti sul terreno segnalano dove si troveranno l’area d’arrivo, le tribune, la zona destinata alla stampa. Saranno queste le due sedi principali in cui si terranno le gare di discesa libera, supergigante, slalom e slalom gigante. Mancano poco più di 100 giorni all’inizio dei Mondiali di sci alpino che saranno ospitati da Cortina, come evidenzia il countdown dell’orologio posizionato nella centralissima piazza Dibona.

Quindici giorni di gare, tra il 7 e il 21 febbraio, in cui gli atleti italiani potrebbero ottenere grandi risultati. Tra i più attesi c’è Sofia Goggia che, dopo aver vinto la Coppa del mondo e un oro olimpico nella discesa libera ai Giochi invernali di Pyeongchang in Corea del Sud nel 2018, agli ultimi Mondiali del 2019 di Åre in Svezia ha ottenuto una medaglia d’argento nel supergigante. La sciatrice bergamasca è nche ambassador dei Mondiali di Cortina, insieme al campione più rappresentativo della cittadina ampezzana, Kristian Ghedina. C’è grande interesse poi per Dominik Paris, che è appena tornato ad allenarsi dopo oltre sette mesi di stop a seguito della rottura del crociato anteriore del ginocchio destro: dopo l’oro nel supergigante ad Åre e le vittorie in Coppa del mondo, Paris può puntare a diventare il più titolato sciatore italiano (al momento è terzo, dietro Alberto Tomba e Gustav Thöni).

Quindici giorni di gare, tra il 7 e il 21 febbraio, in cui gli atleti italiani si aspettano grandi risultati: tra i più attesi ci sono Sofia Goggia e Dominik ParisLa competizione arriva nella cittadina ampezzana dopo quattro tentativi di candidatura andati a vuoto. L’ufficializzazione della nomina di Cortina, nel 2016, ha messo in moto una struttura imponente: oltre agli interventi sulle funivie e sulle piste, molti alberghi nel centro sono stati ristrutturati e si è lavorato per migliorare i servizi ai visitatori che saranno presenti. Gli atleti che parteciperanno al Mondiale sono circa 600, un migliaio contando i rispettivi staff, provenienti da 70 Paesi. Si muoveranno in bolle con delimitazioni rigide, senza poter entrare in contatto tra squadre diverse. L’organizzazione è pronta a ridisegnare spazi e percorsi fino all’ultimo momento, seguendo le prescrizioni sanitarie per evitare il contagio da coronavirus. «Durante l’estate abbiamo deciso di andare avanti con una manifestazione quanto più normale possibile. E una delle scelte più importanti è stata quella di mantenere la presenza del pubblico», spiega Michele Di Gallo, direttore delle operazioni della Fondazione Cortina 2021. «Per quanto riguarda gli spettatori, avevamo delle aspettative alte, attorno alle 12mila presenze al giorno. Per ora stiamo dimensionando le nostre aree per un’affluenza massima di 5mila persone, ma con i decreti in essere al momento potremmo attestarci sulle mille persone al giorno. L’evento si pone anche come momento di rilancio del turismo dopo la battuta d’arresto dello scorso fine inverno. Siamo fiduciosi che il Mondiale possa favorire l’afflusso di turisti in tutto l’arco della stagione invernale».

I Mondiali rappresentano un tentativo di ritorno alla normalità per la città dello sci, dopo la cancellazione delle fasi finali di Coppa del mondo. Avrebbero dovuto svolgersi proprio a Cortina lo scorso marzo, venendo poi annullate a causa della pandemia che avrebbe portato l’Italia al lockdown. Le gare del prossimo febbraio saranno anche una prova generale per le Olimpiadi invernali del 2026, che si terranno tra Milano e Cortina, con gare che si svolgeranno in diverse località tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto. «Noi ci auguriamo», continua Michele Di Gallo, «che la manifestazione possa soprattutto lasciare sul territorio consapevolezza e capacità di gestione dell’evento e che questo possa essere un po’ la base su cui costruire il prossimo quinquennio, che è quello che porta alle Olimpiadi».

Gli sport invernali, da queste parti, sono una cosa seria. E la storia dello sci ha contribuito non poco a dare forma a quell’immaginario che vede in Cortina uno dei centri di riferimento per chi ama questo sport. Del resto, il primo Sci Club d’Italia è nato qui, nel 1903. Così come la prima scuola sciistica italiana, ufficialmente riconosciuta dalla Fisi (la Federazione italiana di sport invernali), nel 1933. La Scuola Sci e lo Sci Club Cortina sono ancora lì, a pochi passi di distanza in piazzetta San Francesco. La prima manifestazione sportiva organizzata dalla cittadina ampezzana furono i Mondiali del 1932, tre giorni di gare in cui l’unica italiana premiata fu la fortissima discesista bolzanina Paula Wiesinger. Poi nel 1956 Cortina diventa la prima città italiana a ospitare le Olimpiadi. Dopo l’annullamento dei Giochi invernali del 1944 a causa della guerra in corso, e dopo la sconfitta contro Oslo nella corsa per ospitare la competizione del 1952, la torcia olimpica arriva in Italia. I Giochi invernali di Cortina d’Ampezzo saranno il preludio all’arrivo delle Olimpiadi a Roma nel 1960, e furono fortemente voluti dal conte Alberto Bonacossa, campione di pattinaggio artistico, tennista, calciatore e poi editore della Gazzetta dello Sport.

Le gare rappresentarono una vetrina di portata mondiale per Cortina, che da quel momento vide accrescere il suo mito. Strutture costruite ex novo o rinnovate completamente come lo Stadio del Ghiaccio e il Trampolino Italia ospitarono prove in cui gli atleti italiani riuscirono a vincere tre medaglie in totale, tutte nel bob. Cortina, grazie alla vetrina olimpica, diventa un punto di riferimento per tutti gli amanti degli sport invernali. Già frequentata e raccontata da Hemingway (negli anni Venti e poi all’inizio degli anni Cinquanta, una delle sue mete del cuore al pari di Venezia e Caorle), Cortina rafforza la sua fama di luogo in cui si incontrano lusso, nobiltà, ricchezza, una certa fascinazione per gli scrittori e gli intellettuali, oltre che la passione per gli sport sulla neve.

Tutta la città si prepara a una nuova vetrina mondiale che raggiungerà oltre 500 milioni di spettatori in tutto il mondoOltre ai turisti e a chi frequenta la città per godersi le attività in montagna d’estate o d’inverno, c’è anche chi decide di stabilirsi qui definitivamente. È il caso, per esempio, dei proprietari della Libreria Sovilla, storica libreria in pieno centro, fondata dai coniugi Giovanna Mattiazzi e Ilario Sovilla nel 1971. I due, dopo aver cominciato come venditori ambulanti di libri nella Venezia degli anni Cinquanta e aver aperto un primo negozio a Mestre, approfittano dell’occasione che si presenta loro per rilevare l’attività di Cortina. «Ci siamo trasferiti qui perché amavamo la montagna. Quando abitavamo a Mestre venivamo spesso qui, facevamo i weekend e anche delle vacanze, perché ci piaceva sciare e poi d’estate camminare fino ai rifugi. La scelta di venire a vivere qui è stata fatta proprio per questi motivi». A parlare è Franco Sovilla, arrivato a Cortina quando aveva 13 anni e che insieme alla moglie Nicoletta Fontana gestisce la libreria di famiglia, ora che i genitori hanno entrambi superato i 90 anni. «Anche se i miei mi raccontano che quando sono arrivati a Cortina hanno praticamente smesso di andare in montagna, perché sono rimasti sommersi dal lavoro». Per quanto riguarda l’arrivo dei Mondiali e del ritorno delle Olimpiadi nel 2026, «penso possa essere un’opportunità per tutta la provincia. Per ora siamo un po’ preoccupati per questa pandemia, non sappiamo quanto limiterà l’evento». Tutta la città si prepara dunque a una nuova vetrina mondiale che, anche se vedrà ridotto il pubblico dal vivo, raggiungerà oltre 500 milioni di spettatori in tutto il mondo grazie alle dirette televisive, con quindici troupe al lavoro in loco. In molti sono pronti a tifare gli atleti italiani, da Sofia Goggia a Dominik Paris, da Federica Brignone a Lara Della Mea.

Quello di cui più si sente la mancanza, tuttavia, è la presenza di un atleta che rappresenti la città. L’ultimo campione cortinese di sci alpino, del resto, è stato Kristian Ghedina (che oggi ha 51 anni), uno degli atleti italiani più forti nella storia della discesa libera. Niente, per uno cresciuto ai piedi delle Tofane, vale come vincere sulla pista di casa. «Uno dei momenti più emozionanti della mia carriera è stata la mia prima vittoria in Coppa del mondo, proprio qui a Cortina, il 3 febbraio del 1990. Avevo vent’anni». Ghedina, giovanissimo, in quell’anno è la rivelazione del momento, balzato in testa alla Coppa del mondo dopo due gare. A Kitzbuhel, terza gara di stagione, una delle piste più difficili del mondo, Ghedina perde il controllo degli sci e cade, sbattendo ad altissima velocità contro le protezioni. Si rompe due costole e ha una commozione cerebrale. A causa delle nevicate troppo forti, una delle successive gare in programma viene cancellata. Si decide di recuperarla a Cortina. «Io volevo farla a tutti i costi. Era il mio sogno poter correre una Coppa del mondo. Quand’ero bambino andavo sempre a vedere le gare, era bellissimo. La gara di Cortina si sarebbe tenuta però solo 14 giorni dopo il mio infortunio. Normalmente per una frattura alle costole serve però almeno un mese per riprendersi. Ho insistito talmente tanto con i dottori che hanno accettato di visitarmi e darmi l’idoneità a fare la gara. La testa era a posto, per le costole mi hanno fatto un bendaggio e delle infiltrazioni. Mi facevano male. Ma avevo talmente tanta adrenalina in corpo che durante le prove ho fatto il primo tempo assoluto».

Gli sport invernali, da queste parti, sono una cosa seria. Il primo Sci Club d’Italia è nato qui, così come la prima Scuola Sci italianaIl sabato di gara Kristian Ghedina ottiene la sua prima vittoria in Coppa del mondo, arrivando davanti a campioni esperti come Helmut Hoflenher e Daniel Mahrer. «È stata una soddisfazione grandissima, anche per tutto il contesto in cui è maturata la vittoria. Per me questa è stata la gara più bella». Ghedina dalla cittadina ampezzana non riesce a staccarsi. Dopo l’esperienza come pilota, che lo ha portato a gareggiare in Formula 3000 con ottimi risultati («a me piace andare veloce, adoro la sfida, sempre»), ora Kristian si prepara a seguire i Mondiali del 2021, per cui è ambassador. «Mi piace molto Dominik Paris, è determinato, sa quello che vuole: credo davvero che possa diventare il discesista più grande della storia», racconta Ghedina, «anche se in tanti mi dicono che manca un personaggio un po’ simile a me o a Bode Miller, che sia fuori dalle righe». Da qualche tempo Ghedina ha aperto la sua scuola di sci, M’over, dove è possibile fare lezione con lui o con altri campioni dello sci italiano, come Deborah Compagnoni, Pietro Piller Cottrer, Giacomo Kratter. La sede della scuola si trova in piazzetta San Francesco, di fronte alle vetrine dello storico Sci Club Cortina, di cui Ghedina è stato uno degli iscritti più vittoriosi.

Con Monica Bernardi, che si occupa della segreteria, si conoscono fin da quand’erano ragazzini: hanno cominciato a gareggiare insieme da giovanissimi. Come allora, lo Sci Club continua ad accogliere giovani atleti, avviandoli alle prime competizioni. Sono oltre 130 gli iscritti, nelle varie fasce di età dagli otto ai vent’anni. Tutti seguono i tre allenamenti settimanali, mentre la preparazione atletica dura sei mesi prima delle discese in ghiacciaio. Prima della neve, gli allenamenti si svolgono nell’impianto della piccola frazione di Fiames, una pista di atletica circondata dalle montagne e da boschi ancora verdissimi. Un nuovo campione cortinese potrebbe trovarsi qui, tra le ragazze e i ragazzi che si stanno allenando per prepararsi alla stagione agonistica che vedrà le prime gare all’inizio di dicembre. È il presidente dello Sci Club, Vladimiro Pomarè, ad accompagnarci ad assistere agli allenamenti, che in questo periodo sono focalizzati sul rafforzare i muscoli delle gambe e sulla resistenza. Gli atleti più grandi hanno 15 o 16 anni, come tutti qui hanno imparato a sciare a tre o quattro anni e cominciato a gareggiare a sette. Per arrivare a partecipare alle Olimpiadi del 2026, davanti al pubblico di casa, ci sarebbe tutto il tempo.

Da Undici n° 35