Joe Biden ha una grande passione per il calcio

È uno dei suoi sport preferiti, ma anche uno strumento politico.

Mercoledì 20 gennaio 2021 è stato un giorno davvero importante per la storia degli Stati Uniti d’America: l’insediamento alla Casa Bianca di Joe Biden ha rimescolato le carte della politica internazionale, fin dall’inizio della sua campagna elettorale il candidato democratico aveva annunciato di voler stravolgere completamente le strategie del suo predecessore, Donald Trump, e in questo senso i primi provvedimenti emanati come presidente hanno segnato un immediato cambio di passo – nelle sue prime ore alla Casa Bianca, infatti, Biden ha reintegrato gli Usa negli accordi sul clima di Parigi, ha ritirato l’istanza di uscita dall’OMS e ha bloccato la costruzione del muro lungo il confine con il Messico.

Anche per il calcio americano, però, il 20 gennaio 2021 potrebbe essere un giorno destinato a cambiare la storia: Joe Biden, infatti, è probabilmente il primo presidente che, già prima di arrivare alla Casa Bianca, aveva un rapporto molto profondo con il soccer. Un lungo reportage di Sports Illustrated spiega come e quando Biden ha sviluppato questa passione: si tratta di uno sport storicamente presente nella sua famiglia, infatti SI racconta come Beau e Hunter, i due figli maggiori del nuovo presidente, abbiano giocato a calcio in un torneo giovanile del Delaware che, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, è passato da 50 a 600 giocatori iscritti; in seguito, poi, tutti i suoi nipoti – maschi e femmine – sono entrati nelle squadre di calcio delle loro scuole, «e a ogni Natale mi chiedevano sempre lo stesso regalo: andare a vedere le partite dei Mondiali», ha raccontato Biden. I Mondiali e la loro atmosfera hanno colpito molto l’immaginario del nuovo presidente americano: ha seguito tre edizioni all’estero – due maschili e una femminile – e ha raccontato come questa esperienza, per lui, sia stata davvero insolita: «La Coppa del Mondo è una delle manifestazioni più incredibili a cui abbia mai partecipato, e probabilmente sono stato presente a migliaia di eventi sportivi nella mia carriera: la tensione e la passione puoi sentirle nell’aria, quando sei ancora molto lontano dallo stadio, ed è straordinario vedere quanto amore ci sia, in alcuni Paesi, per la propria Nazionale di calcio».

Ovviamente non è solo una questione di passione, ma anche di opportunità politica: Sports Illustrated ha infatti raccontato come Biden abbia utilizzato il calcio come argomento di dialogo e dibattito ad alcuni eventi con i leader politici delle altre nazioni; tra questi viene citata una cena di stato organizzata nel 2014 per festeggiare l’insediamento del nuovo presidente cileno, Michelle Bachelet, in cui il re di Spagna, Felipe VI di Borbone e l’allora presidente del Brasile, Dilma Rousseff, parlarono «solo di calcio per tutta la serata, non dei risultati delle elezioni o del PIL dei propri Paesi», secondo il racconto di Biden. In realtà, Biden aveva capito già alcuni anni prima l’importanza del calcio, anche in un contesto come gli Stati Uniti, in cui altri sport di squadra come il football, il baseball e il basket sono storicamente più seguiti, più sviluppati: nel 2010, infatti, aveva partecipato a una delle prime partite in casa nella storia dei Philadelphia Union, società fondata tra gli altri da Nick Sakiewicz, attuale commissioner della NLL, la lega americana di lacrosse. Proprio Sakiewicz ha raccontato come Biden fosse «molto informato sul calcio, era cosciente del fatto che fosse uno che sport destinato a esplodere negli Usa, sia a livello maschile che femminile; sapeva tutto dello stadio, della riqualificazione che stavamo cercando di innescare nella zona. Sono rimasto davvero sorpreso di quanto fosse informato sul progetto».

Joe Biden festeggia la vittoria degli Usa ai mondiali femminili del 2015 (Ronald Martinez/Getty Images)

Biden ha partecipato al suo primo Mondiale maschile nel 2010, quando il torneo si è svolto in Sudafrica. Poco prima della partenza, ha ospitato la Nazionale maschile alla Casa Bianca (allora era vice-presidente, nel corso del primo mandato di Barack Obama), poi è partito per Johannesburg, dove ha visitato il Consolato degli Stati Uniti e ha incontrato il vicepresidente sudafricano Kgalema Motlanthe prima di assistere al match d’apertura tra la Nazionale di casa e Messico. Il giorno dopo, racconta SI, ha partecipato a un meeting con Sepp Blatter, allora presidente Fifa, e Sunil Gulati, presidente della Federcalcio americana. Proprio Gulati ha spiegato come l’obiettivo di Biden fosse «favorire gli Stati Uniti nel processo di assegnazioni dei Mondiali 2022: con Blatter, abbiamo parlato a lungo di ciò che gli Stati Uniti avevano da offrire ai Mondiali e di ciò che i Mondiali avevano da offrire agli Stati Uniti. Biden è stato fantastico nel cercare di convincere Blatter, poi in seguito abbiamo incontrato anche Franz Beckenbauer, e anche con lui Biden è stato fenomenale». I Mondiali del 2022 sono stati assegnati al Qatar, al termine di un processo piuttosto torbido, tra l’altro lo stesso Blatter è stato riconosciuto colpevole di corruzione, dal Comitato Etico della Fifa, in relazione al processo di assegnazione dell’edizione 2018 (alla Russia) e del 2022.

Biden ha partecipato ai Mondiali femminili del 2011 e a quelli maschili del 2014, e anche a un match amichevole piuttosto simbolico, organizzato nel 2016 all’Avana: gli Usa batterono 2-0 la Nazionale di Cuba, ma ovviamente il risultato sul campo passò in secondo piano rispetto al significato politico dell’evento. In seguito, Biden e sua moglie Jill hanno sostenuto la battaglia di Megan Rapinoe e della Nazionale femminile Usa per la parità salariale con gli uomini, partecipando anche a una diretta Instagram di Rapinoe, che a sua volta ha espresso pubblicamente il suo sostegno per la candidatura alla Casa Bianca: «Sarebbe bello di avere un appassionato di calcio e della nostra squadra come presidente. Dalle interazioni che ho avuto con lui, posso dire che è un uomo di grande empatia e che fa sempre il possibile per aiutare il suo Paese. Abbiamo sempre sentito il suo sostegno, ai Mondiali del 2015 e del 2019, ma anche quando ha sostenuto la nostra lotta per l’uguaglianza salariale».

Il prossimo grande appuntamento calcistico degli Stati Uniti è la Coppa del Mondo 2026, co-ospitata con Messico e Canada. Sunil Gulati, che nel frattempo ha lasciato la Federcalcio ma continua ad avere un ruolo di primo piano nel Consiglio Fifa e nell’organizzazione dei Mondiali 2026, ha spiegato a Sports Illustrated che «l’amministrazione Biden potrà dare un grande impulso a un evento che è stato inevitabilmente rallentato dalla pandemia. Magari Joe non potrà occuparsene in prima persona, ma è ovvio che un suo interessamento potrebbe aiutarci molto, dal punto di vista logistico ma anche fiscale. Molte persone coinvolte nel nuovo governo hanno qualche legame con il calcio, a cominciare dal capo dello staff Ron Klain, padre di un ex giocatore». Insomma, c’è una grande fiducia nei confronti di questo nuovo corso, anche per quanto riguarda il futuro del calcio e i Mondiali che si iniziano a intravedere all’orizzonte. Non a caso, anche la Fifa ha pubblicato una nota in cui Biden viene definito «un appassionato di calcio, una persona che crede nel potere unico dello sport di unire le persone». Non male, come inizio.