Tutti i debiti del Barcellona

Che superano il miliardo di euro.

Le elezioni per eleggere il prossimo presidente del Barcellona sono state «temporaneamente sospese per via della difficile situazione pandemica», originariamente erano in programma per il 24 gennaio 2021 e poi sono state rimandate a data da destinarsi, in attesa di capire qual è la modalità migliore, proprio a livello procedurale, per individuare il successore di Josep Bartomeu. Probabilmente si terranno il 7 marzo, ma la data non è stata ancora ufficializzata. In ogni caso, si tratta di un passaggio fondamentale per liberarsi del passato e potersi concentrare sul futuro, non tanto e non solo per poter (provare a) cancellare la giunta direttiva che stava per causare l’addio di Messi, ma anche per far ripartire il club dopo una gestione economica a dir poco scellerata. E no, questo aggettivo non è eccessivo, considerando i numeri del bilancio relativo alla stagione 2019/20, resi noti il 25 gennaio 2021: in questo momento, infatti, il Barça ha un debito totale pari a 1173 milioni di euro, di cui 730 da saldare a breve termine. Lo riportano diversi media internazionali, tra tutti Espn.

Quest’ultima cifra (730 milioni), la più preoccupante per il futuro a breve termine della società blaugrana, è suddivisa in questo modo: 265 milioni di debiti verso istituti di credito, 2,5 milioni di obbligazioni e altri titoli negoziabili, 164 milioni di debiti con personale sportivo e 298 milioni di altre voci non specificate. È una situazione al limite del drammatico, considerando due aspetti fondamentali, quelli che interessano di più ai tifosi: i costi più alti sono quelli relativi agli ingaggi promessi al personale, che superano quota 500 milioni di euro, che impattano sul bilancio per il 74% e quindi andranno ridotti drasticamente perché il club possa sopravvivere. L’altro punto da risolvere in fretta riguarda i crediti vantati da altre società dei confronti del Barça a seguito di operazioni di calciomercato: i blaugrana devono ancora versare 196 milioni di euro (126 nel breve periodo) per completare i pagamenti di giocatori acquistati nel passato, per esempio Coutinho dal Liverpool (i Reds devono ricevere ancora 70 milioni), Arthur dal Gremio (21 milioni), Malcom dal Bordeaux (19 milioni), Cucurella dall’Eibar (2,4 milioni) e Denis Suárez dal Villarreal (240mila euro). Non sfugga il fatto che si tratta di giocatori che sono già andati via dal Barça, in prestito e/o a titolo definitivo – Coutinho è stato ceduto al Bayern in prestito e poi è rientrato in Catalogna. Il Barcellona deve ancora terminare i pagamenti per altri giocatori molto importanti della rosa di Koeman: l’Ajax deve incassare 48 milioni per il cartellino di De Jong, lo Sporting Braga deve ricevere circa 10 milioni per l’affare-Trincão, la stessa cifra attesa dall’Atlético per Griezmann, mentre il Betis aspetta nove milioni per Junior Firpo. Certo, anche altri club sono indebitati con il Barça, ma si tratta di una cifra decisamente più limitata: i blaugrana aspettano un totale di 46 milioni per diverse operazioni in uscita, tra cui quelle che hanno portato alle cessioni di Malcom, Arthur, Cucurella, Carles Pérez, Digne, Ronald Araújo. Todibo o Abel Ruiz.

Certo, anche la pandemia non ha aiutato il Barcellona: secondo i dati raccolti da Deloitte per la sua Football Money League 2021, la società blaugrana risulta essere la prima società calcistica del mondo per introiti (715 milioni), ma il dato è in netto calo rispetto al 2020, quando toccò quota 840 milioni di euro. Si calcola che il fatturato atteso fosse molto più alto, superiore ai 900 milioni, e che i mancati incassi dovuti alla pandemia abbiano già costretto la dirigenza a chiedere un primo prestito di 90 milioni garantito da Goldman Sachs – da aggiungere alla lista dei debiti, che come abbiamo visto è già abbastanza lunga. Come se non bastasse, il Barça contava di riaprire il Camp Nou nel corso di questa stagione, di farlo almeno in parte (per il 25% a partire da febbraio), e questo avrebbe potuto garantire introiti per 55 milioni di euro. È praticamente certo che l’attuale emergenza sanitaria non permetterà alla dirigenza catalana di portare avanti questo progetto, quindi mancheranno anche queste entrate attese. Insomma, il nuovo presidente dovrà far fronte a una crisi finanziaria senza precedenti, prima di ricostruire la squadra dovrà trovare un modo per uscire da questa situazione, quantomeno per limitarla, dopo diverse stagioni senza un progetto economico sostenibile, senza una visione in grado di coniugare risultati sportivi – sempre più deludenti, tra l’altro – e virtuosità economica.