Il miglior playmaker al mondo è un terzino destro

Chi ha servito più assist nei campionati europei più importanti?

Che Joshua Kimmich fosse uno dei segreti del Bayern Monaco, un giocatore fondamentale per la squadra di Flick e per l’intero movimento tedesco, era piuttosto pacifico. Solo che il 25enne jolly del Bayern Monaco – e in questo caso il termine jolly non è usato a caso: Kimmich gioca e sa giocare in tutte le posizioni tra centrocampo e difesa – da tempo dimostra di essere uno dei giocatori più efficaci e influenti a livello assoluto, in Bundesliga e in tutta Europa. Secondo le statistiche relative a questa stagione, per esempio, Kimmick è il miglior playmaker dei cinque campionati europei top: con i suoi dieci passaggi decisivi, è terzo in questa speciale graduatoria – dietro Harry Kane e Jack Grealish, entrambi a quota 11 – ma ha giocato meno rispetto a chi lo precede (1008 minuti in 13 partite), e quindi questo alza notevolmente la sua incidenza. In pratica, Kimmich serve 0,89 assist per 90 minuti, una media incredibile, senza pari in Bundesliga ma anche in Liga, Premier, Serie A e Ligue 1. A queste cifre vanno aggiunti altri tre passaggi decisivi serviti in sei partite di Champions League. Totale stagionale: 19 presenze stagionali, 13 assist.

L’ultimo passaggio determinante è arrivato nel 4-1 contro l’Hoffenheim del 30 gennaio: poco dopo la mezz’ora, Kimmich ha battuto il calcio d’angolo che Boateng ha trasformato nel gol del vantaggio per il Bayern. Nella gara precedente contro lo Schalke, però, il centrocampista della squadra di Flick – in questo momento il tecnico bavarese lo sta utilizzando nel doble pivote davanti alla difesa, di solito accanto a Goretzka, nell’ultima vicino a Marc Roca – ha realizzato addirittura una tripletta: tre assist serviti, due per Müller e uno per Lewandowski, nella netta vittoria per 0-4. I passaggi illuminanti di Kimmich sono diventati talmente proverbiali che il canale Youtube della Bundesliga gli ha dedicato un video dal titolo emblematico: Bayern’s Assist Machine. Oltre a quelli di Kimmich, ci sono anche quelli di Müller e Coman, che però sono più in basso nella classifica internazionale dominata dal loro compagno di squadra.

Kimmich si è trasferito dal Lipsia al Bayern nell’estate 2015, alla vigilia dell’ultima stagione di Pep Guardiola sulla panchina del club bavarese. Inizialmente è stato impiegato come centrocampista, poi Ancelotti, Kovac e Flick l’hanno schierato laddove c’era bisogno, senza preclusioni: terzino destro, difensore centrale, centrocampista in un reparto a tre e a due. Nell’ultima Champions League dominata dai tedeschi, Kimmich era utilizzato come difensore laterale, mentre a centrocampo c’erano Goretzka e Thiago Alcántara; quest’anno, l’addio del centrocampista spagnolo (passato al Liverpool) e il ritorno di Pavard a una buona condizione hanno suggerito a Flick di schierarlo di nuovo in mezzo, come elemento creativo – ma anche dinamico – del centrocampo a due. I dati mostrano che questa scelta sta funzionando, anzi sta pagando dividendi enormi: è incredibile come Kimmich venga spesso dimenticato, o snobbato, quando si tratta di stilare la lista dei migliori centrocampisti del mondo. Ormai appartiene certamente all’élite del ruolo anzi all’élite di molti ruoli. Ed è proprio questo a renderlo unico.