Il promettente inizio di Martin Odegaard con l’Arsenal

Dopo poche settimane e poche partite, il norvegese sembra già a suo agio come centrocampista creativo nel gioco di Mikel Arteta.

C’è sempre un’attesa spasmodica intorno alla figura di Martin Odegaard. Non è una condizione facile, anche perché in realtà sembra sia perpetua, cioè caratterizzava la carriera di Odegaard prima ancora che cominciasse davvero, e sopravvive ancora oggi. È inevitabile, forse, per un giocatore che è stato acquistato dal Real Madrid poche settimane dopo il suo 16esimo compleanno, ma è anche molto scomodo, perché delle aspettative così grosse possono schiacciare chiunque, figuriamoci un ragazzo che a 22 anni che prova a imporsi nel Real Madrid dopo diversi anni passati in prestito; e che, soprattutto, prova a ritagliarsi un suo spazio in un subreparto che può contare, tra gli altri, su Modric, Kroos, Asensio e Isco, tra gli altri.

Magari Odegaard non era (non è) ancora pronto per questo tipo di responsabilità e attribuzioni, ma già alla Real Sociedad aveva dimostrato di poter essere determinante in un contesto di livello leggermente inferiore. È per questo, probabilmente, che a Madrid hanno pensato di cederlo (ancora in prestito) all’Arsenal: per fare un’ulteriore verifica prima di decidere se puntare davvero su di lui.

Anche a Londra, Odegaard è stato accolto con grande trepidazione. Solo che, a differenza della sua prima stagione vera a Madrid, sembra che il norvegese sia stato messo nel contesto giusto e abbia risposto bene agli stimoli. Sì, ha giocato solamente due partite dal primo minuto, ma proprio in queste due gare ha dimostrato di aver già capito come muoversi e cosa fare per aiutare la squadra. Mikel Arteta, in questo senso, è stato chiarissimo: «È stato fantastico, ha dimostrato di essere a suo agio con il pallone tra i piedi e di avere grande personalità», ha detto il manager spagnolo dopo la prima gara da titolare giocata da Odegaard (Arsenal-Leeds 4-2). Pochi giorni dopo, il 18 febbraio, Odegaard è stato schierato di nuovo da titolare in Europa League, contro il Benfica: nella gara contro i portoghesi, Odegaard ha giocato, almeno in teoria, sulla linea dei trequartisti – con Saka e Smith-Rove – alle spalle di Aubameyang.

Come si vede chiaramente nel video dei suoi highlights personali, Odegaard ha agito come uomo di raccordo tra centrocampo e attacco più che da trequartista puro; il suo movimento più frequente è stato quello verso il centrocampo per ricevere il pallone e aiutare Xhaka e Ceballos nella costruzione, si è spostato in tutte le direzioni per offrire soluzioni di passaggio, per poi girarsi e provare ad azionare gli esterni offensivi; sembra già aver sviluppato una buona connessione mentale con Saka – che contro il Benfica ha agito alla sua destra, la zona in cui Odegaard tende a spostarsi per poter giocare a piede invertito, guardando un’ampia porzione di campo avanti a sé. Anche il gol è nato da una grande intuizione di Odegaard: dopo un lancio in profondità verso Saka e una respinta della difesa portoghese, il norvegese ha servito un bellissimo passaggio di prima al terzino sinistro Cedric, bravo a trovare (ancora) Saka libero sul secondo palo. È stato un gol molto pesante, perché ha permesso all’Arsenal di pareggiare in trasferta e di presentarsi con qualche chance in più al match di ritorno che si giocherà giovedì 25 febbraio.

Tutti i palloni giocati da Odegaard contro il Benfica

La sensazione che emerge da queste prime settimane in Inghilterra è che il matrimonio tra Odegaard e l’Arsenal sia una scelta giusta per tutte le parti coinvolte: la squadra di Arteta aveva bisogno di un calciatore creativo, di un “erede di Özil” che però avesse un gioco più moderno e più continuo, e soprattutto un atteggiamento meno ambiguo, rispetto al fantasista tedesco; allo stesso tempo, il norvegese cercava una squadra che gli desse fiducia come uomo al centro del progetto tattico, e che gli permettesse di esaltare le sue qualità.

Non a caso, Odegaard ha già detto che «è stato facile entrare in sintonia con i nuovi compagni e il loro sistema di gioco»; inoltre, in un’intervista alla televisione norvegese, ha glissato sul suo futuro a lungo termine, rispondendo in maniera evasiva («non si sa mai quello che può succedere») a una domanda sul suo possibile futuro a lungo termine nell’Arsenal. La dirigenza del Real Madrid, che l’ha ceduto in prestito secco senza alcuna opzione di riscatto, pare non abbia apprezzato molto queste frasi, evidentemente vuole ancora puntare su di lui. Ma questo tipo di crescita, di influenza e personalità, era proprio ciò che si voleva ottenere con il prestito all’Arsenal, un’avventura cominciata in maniera promettente, sicuramente migliore rispetto ai 367′ di gioco in nove partite che Zidane gli ha concesso nella prima parte di stagione.