È arrivato il momento di Alexander Isak?

È diventato titolare nella Real Sociedad e ha segnato nove gol nelle ultime sei partite di Liga.

Alexander Isak è uno di quei giocatori che sembrano esistere da tantissimo tempo, eppure è ancora giovanissimo: compirà 22 anni a settembre, ma la sua (prima) rivelazione risale addirittura al gennaio del 2017, quando il Borussia Dortmund decise di investire otto milioni di euro portarlo in Germania dopo 29 partite e 13 gol da teenager con la maglia dell’AIK Solna. Quel trasferimento sembrava dover lanciare Isak verso una grande carriera, poi però le cose sono andate meno bene, o comunque meno veloci di quanto ci si aspettava. Ora, quattro anni dopo, sembra essere finalmente arrivato il suo momento: con la Real Sociedad, l’attaccante svedese ha segnato nove gol nelle ultime sei partite di Liga, per uno score totale di 12 reti stagionali.

Il mondo di Isak è cambiato durante l’ultimo mercato invernale, quando la Real Sociedad ha deciso di cedere Willian José in prestito al Wolverhampton. Il contestuale infortunio di Carlos Fernández, arrivato dal Siviglia proprio per sostituire Willian José ma praticamente mai in campo finora, ha dato l’ultima spinta al destino: Isak si è preso la maglia da titolare e ha iniziato a segnare come mai prima d’ora nella sua carriera, e come pochissimi altri nella storia della Real Sociedad. Le sei partite consecutive con almeno un gol realizzato sono già un record nella storia del club basco, solo che si tratta di un primato condiviso – con John Aldridge e Darko Kovacevic, due dei giocatori stranieri più celebri che hanno vestito la maglia della Real.

Se dovesse riuscire a segnare anche nel prossimo incontro, in casa del Real Madrid, Isak fisserebbe dunque un nuovo record interno, ma farebbe anche la storia del massimo campionato spagnolo: Ronaldo Luiz Nazário è riuscito a segnare per sei gare consecutive quando aveva vent’anni e giocava nel Barcellona, e nessuno da allora ha mai meglio di lui. Se Isak toccasse quota sette diventerebbe l’attaccante più giovane a raggiungere questo traguardo.

Ma c’è tanto altro da raccontare, oltre ai numeri: dal punto di vista tattico, la Real Sociedad di Alguacil è una delle squadre più ambiziose della Liga, e in questo contesto Isak si sta rivelando un attaccante ideale, come realizzatore puro ma anche come elemento di grande tecnica, capace di condurre bene il pallone negli spazi stretti. La caratteristica migliore di Isak è che riesce a esercitare la sua qualità mantenendo un grande ritmo di gioco, i suoi controlli e i suoi tocchi colgono sempre di sorpresa i difensori avversari, e se prima potevano sembrare delle giocate poco funzionali, nel senso di fini a sé stesse, ora sono diventate decisive, soprattutto in area di rigore.

Real Sociedad-Alavés 4-0, tripletta di Isak

La tripletta realizzata contro l’Alavés, la prima della sua carriera, ha evidenziato proprio questo miglioramento nel segno dell’efficacia, unito anche a una nuova capacità di leggere e interpretare bene il flusso di gioco, l’andamento delle azioni: oggi Isak è diventato un attaccante in grado di appostarsi bene, cioè di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, e a quel punto le sue (eccellenti) doti tecniche possono manifestarsi con conclusioni immediate e sempre precise. E si stanno manifestando, eccome. Certo, non si può ancora parlare di una prima punta completa e perfetta: Isak fa ancora fatica a gestire il pallone spalle alla porta, non sembra essere ancora adatto per un sistema di gioco diverso, meno orientato al possesso e più incline alla ricerca della verticalità, ma è evidente che esiste del materiale su cui lavorare. E che questo materiale sia di assoluta qualità.

L’intuizione della Real Sociedad, che l’ha acquistato per dieci milioni di euro dopo una bellissima esperienza in prestito (14 gol in 18 partite tra gennaio e giugno 2019) in Olanda, al Willem II, sta iniziando a dare i suoi frutti. E sono frutti molto rigogliosi. Forse a Isak servivano più tempo e una squadra come quella di Alguacil per definirsi, per capire che tipo di giocatore potesse essere. Ora ha trovato l’ambiente giusto per esprimersi, per rendere al meglio, e ha ancora molto tempo per guadagnarsi lo status di grande attaccante del futuro: un’etichetta che per un po’ gli è appartenuta di diritto, che sembrava avesse perduto e che ora ha cominciato ad appiccicarsi addosso.