Tre cose sulla 26esima giornata di Serie A

Una bellissima lotta salvezza, Lorenzo Insigne, l'Inter sporca e vincente.

 

Quanto è aperta la lotta salvezza

Il Bologna 12esimo in classifica ha otto punti di vantaggio sul Torino 18esimo. E questa distanza potrebbe ulteriormente ridursi se la squadra granata dovesse vincere solo una delle due gare che non ha disputato per i problemi legati al Covid. Ecco, basterebbe questo dato così semplice per capire che la lotta salvezza nella Serie A 2020/21 è una vera e propria roulette russa. Proprio il Torino, perdendo a Crotone, ha mostrato che tutto è ancora possibile, anche per i calabresi; una sensazione confermata pure dal Parma, che a Firenze ha sfiorato una vittoria che avrebbe ulteriormente accorciato le distanze tra zona retrocessione e resto del gruppo. Tutto è ancora in bilico, dunque: tra il Bologna e il Torino ci sono Genoa, Fiorentina, Spezia, Benevento e Cagliari, squadre che sì, vivono momenti molto diversi tra loro, ma che hanno già dimostrato di poter fare punti contro chiunque. Così come di poter perdere partite che sembravano acquisite. Forse è una conseguenza del calendario compresso, forse le differenze di valori sono sempre più livellate, fatto sta che la corsa per rimanere in Serie A non è mai stata così aperta a tutte le soluzioni. Saranno decisivi gli scontri diretti, ovviamente, ma questa condizione di instabilità e assoluta incertezza darà un’altra dimensione anche alle sfide con le big: nel prossimo turno, per esempio, il Cagliari e il Torino affronteranno in casa, rispettivamente, la Juventus e l’Inter. Dovranno farlo partendo da una prospettiva nuova, diversa: se negli anni scorsi certe partite erano considerate come una specie di fermata obbligatoria per le squadre impegnate nella corsa alla salvezza, il campionato 2020/21 ha cancellato questa possibilità – soprattutto ora, all’alba della primavera, con il traguardo che si avvicina sempre di più. Sarà un finale elettrizzante, in cui tutti, ma proprio tutti, si giocheranno obiettivi importanti, quindi il proprio futuro. In queste condizioni, nulla potrà essere dato per scontato, ancora più del solito.

La miglior stagione di Lorenzo Insigne

La doppietta al Bologna e gli altri 11 gol stagionali, tutti in campionato peraltro, raccontano solo in parte l’importanza di Insigne nella stagione stranissima del Napoli: il tecnico Gattuso, a inizio anno, aveva in mente una squadra molto diversa rispetto a quella che abbiamo visto negli ultimi mesi, l’arrivo di Osimhen e la necessità di valorizzare Lozano gli avevano suggerito di mettere a punto un sistema tattico più diretto, più verticale, poi però i tanti infortuni hanno incasinato tutto e lo stesso allenatore ha smarrito ogni certezza. Quando il mare è in burrasca, di solito, è il capitano ad assumersi l’onere di guidare la nave fin quando è possibile. Anche al Napoli è andata così, e il capitano del Napoli – in senso metaforico, ma anche pratico e letterale – è stato ed è Lorenzo Insigne: anche nel match contro il Bologna, la squadra di Gattuso è apparsa molto slegata, priva di riferimenti tattici radicati, e in queste situazioni sono il talento individuale e la forza mentale a fare la differenza. Insigne ha mostrato proprio questo, per l’ennesima volta in questa stagione: ha aperto le marcature con un tiro di prima di grande qualità e intelligenza, poi ha rimesso il Napoli avanti di due gol in un momento complicato, nel mezzo si è caricato i compagni sulle spalle, rispondendo in qualche modo alle critiche ricevute per il suo (plateale) sfogo dopo il finale concitato della gara contro il Sassuolo – un’altra partita in cui è stato decisivo, con un assist e un rigore realizzato al 90esimo. Se Gattuso e i suoi uomini sono ancora in corsa per il quarto posto, buonissima parte del merito va ascritta dunque a Insigne, che a trent’anni (li compirà a inizio giugno) ha raggiunto il suo apice tecnico e caratteriale, non solo in quella che ormai è la sua squadra, ma anche in Nazionale. La sua migliore annata a livello realizzativo (20 gol in tutte le competizioni) è stata il 2016/17, magari non riuscirà a raggiungere e superare quella quota, ma quello era il Napoli di Sarri, un’orchestra perfetta che produceva un calcio musicale, armonioso, in cui Insigne si esaltava però non era il totem, l’uomo-simbolo. Ecco, in virtù di tutto questo, vivere una stagione così positiva proprio oggi, proprio ora, in queste condizioni così difficili e particolari, vuol dire aver fatto un passo in più verso la maturità definitiva, verso la miglior espressione di sé.

Napoli-Bologna 3-1

Un’Inter brutta, sporca e vincente

«Avrei chiesto il cambio dopo venti minuti», ha detto Antonio Cassano commentando Inter-Atalanta. Per uno che professa la fantasia al potere, la prestazione dei nerazzurri è quanto più lontana dal suo credo: l’Inter ha di fatto rinunciato ad attaccare per tutta la partita, anche sul punteggio di 0-0, quando si è affidata agli strappi di Lukaku in avanti. Poi, dopo la rete nel mucchio selvaggio di Skriniar, difendersi tutti dietro la linea del pallone è stata la scelta più naturale: 1-0 finale e settima vittoria consecutiva, Conte euforico e vantaggio in classifica mantenuto. Quest’Inter può non piacere, ma alla fine ha ragione chi vince. L’Inter sta vincendo in questa maniera, con una solidità difensiva da far paura: appena due le reti incassate nelle ultime nove partite. È questa la clamorosa differenza rispetto alla scorsa stagione: l’Inter di un anno fa macinava gioco e segnava, ma poi pagava il blackout difensivo e diceva addio alla vittoria. Del resto, tre gol subiti in una finale di coppa europea non sono un bel biglietto da visita. Un trend che, a un certo punto, sembrava proseguire anche in questo campionato (lo abbiamo visto anche e soprattutto in Champions), e poi, dopo altri passaggi a vuoto a gennaio, tra Crotone, Samp e Roma, l’Inter ha chiuso la porta ed è diventata imbattibile. Scegliere di giocare così può non piacere ai più, ma intanto sembra che, più l’Inter interpreta la partita in questo modo, più gli avversari ne escono con le ossa rotte.

La sintesi della sfida tra Inter e Atalanta