In Norvegia fanno sul serio per il boicottaggio dei Mondiali in Qatar

Diversi club del campionato locale hanno chiesto ufficialmente di non partecipare alla fase finale, ma la Federazione di Oslo ha preso tempo.

Tutto è cominciato col Tromsø, che a fine febbraio è diventato il primo club al mondo a chiedere ufficialmente alla propria federazione d’appartenenza – la Norvegia – di boicottare i Campionati del Mondo in Qatar in caso di qualificazione. La squadra di Eliteserien, prima divisione del campionato locale, ha attaccato duramente l’emirato dopo la pubblicazione – da parte del Guardian – di un’inchiesta sui lavoratori immigrati morti in Qatar nei cantieri degli stadi, e sulle loro pessime condizioni lavorative e di vita. Il Tromsø ha rilasciato un comunicato ufficiale con queste parole: «I lavoratori edili impiegati nella costruzione di stadi e infrastrutture sono costretti a vivere in maniera indegna; inoltre il processo che ha portato all’assegnazione dei Mondiali al Qatar è stato caratterizzato da atti di corruzione. Finora il tentativo di dialogare non ha funzionato, quindi è tempo di reagire duramente. È inaccettabile che i Campionati del Mondo si giochino in un Paese dove viene praticata la corruzione, dove i lavoratori sono degli schiavi dei tempi moderni e tanti di loro hanno perso la vita».

La richiesta di boicottaggio da parte dei club norvegesi non si è limitata solo a questa manifestazione, anzi si è estesa anche ad altre squadre del campionato. Dopo il Tromsø, anche Rosenborg, Valerenga e Brann hanno chiesto ufficialmente alla Federazione di Oslo di prendere una posizione netta in questo senso. A breve dovrebbero arrivare anche altre adesioni, ovvero quelle di Strømsgodset, Viking e Odd. Considerando che l’Eliteserien si compone di 16 squadre, praticamente la metà delle società iscritte sembra voler insistere perché la Nazionale di Haaland e Odegaard, tra gli altri, partecipi alle qualificazioni – è inserita nel girone G insieme a Olanda, Turchia, Montenegro, Lettonia e Gibilterra – rinunciando a priori alla possibilità di disputare la fase finale.

Era inevitabile che la Federazione si esprimesse su questa protesta, e infatti l’argomento è stato toccato ufficialmente per la prima volta nella riunione svoltasi lunedì 8 marzo: «Siamo d’accordo con le preoccupazioni che sono state evidenziate dai nostri club. La Federazione ha sempre espresso una forte opposizione alla Coppa del Mondo FIFA 2022 in Qatar, eravamo e siamo molto critici nei confronti del processo di assegnazione portato avanti dalla Fifa», ha dichiarato il presidente Terje Svendsen, in una nota pubblicata sul sito della NFF. Nello stesso comunicato, però, la Federazione ha spiegato come una decisione del genere debba essere presa «valutando bene tutti gli aspetti, a partire dal fatto che altre competizioni importanti si svolgono in nazioni non molto differenti dal Qatar per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, e poi conta anche la presenza della Norvegia, le sue relazioni istituzionali e diplomatiche con altre nazioni. Alcuni credono che il boicottaggio sia lo strumento giusto, altri non pensano che possa essere la strategia migliore per ottenere l’effetto desiderato. La scelta di boicottare o meno la Coppa del Mondo sarà fatta dopo un’elaborazione approfondita del caso e su una base solida e documentabile, perciò tutto è rimandato all’autunno 2021».