La nuova Spagna di Luis Enrique è giovanissima e fortissima

Pedri, Bryan Gil ed Eric García sono gli ultimi talenti inseriti in un gruppo già ricco di qualità.

Le gare di qualificazione ai Mondiali, la fase finale degli Europei e della Nations League, poi di nuovo le qualificazioni ai Mondiali e infine il torneo iridato in Qatar. Da qui alla fine del 2022, sarà un anno e mezzo pienissimo e durissimo per le Nazionali europee, che a causa della pandemia e del rinvio forzato di Euro 2020 hanno dovuto stravolgere il loro calendario, comprimendolo come mai prima d’ora. Ovviamente non tutte le squadre avranno questa lunga sequenza di impegni, ma tra queste c’è la Spagna: la Roja è ovviamente è qualificata agli Europei, affronterà l’Italia nella semifinale di Nations League (6 ottobre 2021) e tra pochi giorni inizierà la sua campagna di qualificazione ai Mondiali affrontando Grecia, Georgia e Kosovo – nel girone B c’è anche la Svezia di Ibrahimovic. Proprio in vista di questi primi match, il ct Luis Enrique ha deciso di convocare una squadra tutta nuova, molto giovane, davvero ricca di talento.

I dati chiariscono che ci troviamo di fronte a una vera e propria rivoluzione, una rivoluzione tra l’altro già abbozzata l’estate scorsa, quando Luis Enrique è tornato sulla panchina della Nazionale dopo le dimissioni per la tragedia personale che l’ha colpito – la malattia e la morte di sua figlia – e ha convocato tantissimi giocatori per la prima volta. I buoni risultati raggiunti, tra cui ovviamente il clamoroso 6-0 alla Germania del 17 novembre, unitamente alla crescita dei tanti giocatori a disposizione, hanno spinto Luis Enrique a entrare nella fase due del progetto. Una fase che prevede la presenza di pochi “senatori”, ovvero sette calciatori con venti o più presenze nella Nazionale senior – David De Gea, Sergio Ramos, Jordi Alba, Sergi Busquets, Thiago Alcántara, Koke e Álvaro Morata – accanto a un gruppo tutto nuovo, composto essenzialmente di giovani. In questo gruppo cui spiccano il 18enne Pedri, ormai titolare fisso al Barcellona, e i due 20enni Bryan Gil ed Eric García, che giocano rispettivamente nell’Eibar e nel Manchester City – anche se Gil, in realtà, è di proprietà del Siviglia.

La tendenza al ringiovanimento della rosa sarebbe evidente già così, se non fosse che Ansu Fati è fuori per infortunio, e per il fatto che nella lista dei convocati stilata da Luis Enrique ci sono tantissimi altri giocatori non oltre i 25 anni: il portiere Unai Simón, dell’Athltic Bilbao (23 anni); Robert Sánchez, portiere del Brighton (23); Pedro Porro, terzino dello Sporting di proprietà del Manchester City (21); Fabián Ruiz, da tre anni al Napoli (24); Rodri, centrocampista centrale del Manchester City (24); Dani Olmo, fantasista del Lipsia (22); Mikel Oyarzabál, uomo-simbolo della Real Sociedad (22); Ferrán Torres, laterale offensivo del Manchester City (21). Con tutti questi giovani, e considerando il fatto che gli altri componenti della rosa non vanno oltre i 30 anni (Gayà, Diego Llorente, Canales, Marcos Llorente, Morata e Gerard), è inevitabile che l’età media della squadra selezionata da Luis Enrique sia bassissima (25,75). Tra l’altro, oltre ad Ansu Fati, Luis Enrique ha voluto o dovuto escludere altri giocatori Under 25 di grande potenziale: Pau Torres, Reguillon, Asensio, Merino, Ceballos e Adama Traoré, che non sta vivendo una grandissima stagione al Wolverhampton.

È chiaro come la Spagna stia vivendo una grande fioritura di talento, al punto che Diario As ha parlato apertamente di «un nuovo gruppo in cui Luis Enrique crede ciecamente per il futuro della Roja, perché possa raccogliere l’eredità della generazione d’oro dei Sergio Ramos, dei Busquets, dei Jordi Alba». Non è un’esagerazione: le convocazioni per gli impegni della Nazionale maggiore, infatti, sono state diramate negli stessi giorni in cui Luis de la Fuente, ct dell’Under 21, ha ufficializzato la lista dei giocatori che saranno impegnati nell’Europeo di categoria, in programma tra Slovenia e Ungheria. Nonostante molti giocatori eleggibili per la Rojita si siano aggregati alla squadra senior, i detentori del titolo continentale – vinto in Italia nel 2019 – potranno contare su alcuni elementi già riconoscibili al grande pubblico internazionale, tra cui il romanista Villar, il milanista Brahim Díaz, il difensore del Barcellona Mingueza e il centrocampista Riqui Puig, anche lui del Barça.

Ovviamente saranno il campo e il tempo a decretare se questa è davvero una nuova generazione d’oro, se la nazionale spagnola possa ripetere le gesta del quadriennio 2008-2012, quando è diventata l’unica rappresentativa europea della storia in grado di vincere tre grandi titoli consecutivi (Europei, Mondiali, Europei). Di certo, però, Luis Enrique ha a disposizione una base importante su cui costruire il futuro. E il coraggio per iniziare a farlo fin da subito, senza paura di lanciare costruire la sua squadra su giocatori giovani, su esordienti assoluti.