La Giamaica sta cercando di rifare ciò che ha fatto nel 1998, quando si qualificò ai Mondiali

La Federazione di Kingston vorrebbe "acquistare" alcuni giocatori inglesi con origini giamaicane per potenziare la Nazionale, ma prima deve risolvere alcuni problemi interni.

Una delle più grandi imprese nella storia dei Mondiali è certamente la qualificazione della Giamaica alla fase finale del 1998. Prima e nel corso delle eliminatorie, il commissario tecnico brasiliano René Simões decise di avviare una vera e propria sessione di calciomercato, volando in Inghilterra e convincendo giocatori con origini giamaicane a unirsi alla sua Nazionale, che poi alla fine riuscì a centrare l’obiettivo. Diversi calciatori nati in Inghilterra parteciparono alle gare di qualificazione e poi a quelle della fase finale (due sconfitte contro Argentina e Croazia e una vittoria contro il Giappone), tra cui Paul Hall, Fitzroy Simpson, Deon Burton e Robbie Earle. Poco più di vent’anni dopo quell’esperienza positiva, la Federcalcio di Kingston sembra pronta a ripetersi, sempre per provare a centrare la qualificazione ai Mondiali.

Il nuovo piano di reclutamento all’estero, soprattutto in Inghilterra, punta a integrare una Nazionale che negli ultimi anni è già cresciuta molto: dopo diversi cicli vissuti nella mediocrità generale, i Reggae Boyz – storico nickname dei giocatori in maglia gialla – hanno raggiunto per due volte consecutive (2015 e 2017) la finale di Gold Cup, il campionato continentale del Nord e Centro America, un risultato mai conseguito in precedenza; nel 2019 l’avventura della Giamaica si è fermata in semifinale, ma la crescita del movimento è apparsa evidente. Per sfruttare quest’onda, il presidente federale Michael Ricketts, poche settimane fa, ha annunciato che alcuni giocatori inglesi potrebbero unirsi alla Nazionale nel prossimo futuro: si tratta di Mason Holgate (Everton), Demarai Grey (Bayer Leverkusen), Ivan Toney (Brentford), Andre Gray (Watford), Isaac Hayden (Newcastle), Nathan Redmond (Southampton), Liam Moore (Reading) e Kemar Roofe (Rangers), tutti in procinto di prendere il passaporto giamaicano in virtù delle loro origini giamaicane. Anche Michail Antonio, attaccante del West Ham e Max Aarons, terzino destro del Norwich City nonché uno dei giovani più promettenti del calcio inglese, sarebbero stato contattato da Kingston e ora starebbero valutando la proposta di accettare la convocazione nella Giamaica – anzi, Antonio si è già detto favorevole a un’eventuale chiamata.

Come spiega The Athletic, i giocatori entrati nell’orbita della Nazionale guidata da Theodore Whitmore – uno dei protagonisti dell’impresa del 1998, ma non un inglese con discendente giamaicane – sono attratti dalla possibilità di giocare in una rappresentativa diversa dalla propria, anche perché non rientrano nei piani di Gareth Southgate, ct dell’Inghilterra. Tra loro, infatti, solo il 27enne Redmond ha disputato una gara con la selezione maggiore, un’amichevole del 2017 contro la Germania; inoltre, hanno tutti un’età superiore ai 24 anni, quindi hanno ancora poche possibilità di disputare un Mondiale nella propria carriera, almeno con la Nazionale inglese. La Giamaica, in questo senso, potrebbe offrire un’occasione su cui riflettere: i Reggae Boyz sono iscritti d’ufficio alla fase finale delle qualificazioni Nord e Centro americane, un girone all’italiana con otto squadre che mette in palio tre posti per la fase finale della Coppa del Mondo più un posto per uno spareggio intercontinentale. Considerando che tra le avversarie ci sono squadre non proprio trascendentali come Canada, Honduras e Costa Rica, le possibilità di raggiungere Qatar 2022 sono piuttosto consistenti.

In realtà, il tentativo di rafforzamento della Giamaica sul “mercato” delle Nazionali deve fare i conti con dei problemi interni, primo tra tutti la difficile trattativa per il rinnovo del contratto con i giocatori che attualmente fanno parte della rosa: al momento le parti fanno fatica a trovare un punto di incontro economico, la proposta di duemila dollari per match sarebbe stata ritenuta insufficiente dai calciatori, che ne chiedono almeno 7mila più un bonus di mille dollari per ogni vittoria. Alcuni elementi della rosa di Whitmore – tra cui il portiere dei Philadelphia Union, Andre Blake, e Leon Bailey, ala del Bayer Leverkusen – hanno scritto dei post sui social network per cercare di dare un nuovo impulso alle trattative, ma finora l’accordo non è stato ancora trovato. Anche lo staff tecnico sembra essere in agitazione per il mancato pagamento degli stipendi, al punto che alcuni coach e altre figure professionali hanno saltato il match amichevole in casa degli Stati Uniti del 25 marzo (gli americani hanno vinto per 4-1). Magari l’arrivo di calciatori nuovi e più importanti potrebbe cambiare le cose, anche in questo senso.