LeBron James ha un ruolo sempre più influente nel Liverpool

Non è più un semplice azionista, ma è entrato nel gruppo che detiene la proprietà dei Reds e dei Boston Red Sox: da ora in poi potrà dire la sua sulle strategie commerciali delle due società.

Da anni, si sa, LeBron James ha inserito anche il calcio nella sua lista di investimenti diversificati: nel 2011, infatti, l’uomo-franchigia dei Los Angeles Lakers ha acquistato – insieme a Maverick Carter, suo amico di infanzia e partner d’affari – una quota minoritaria delle azioni del Liverpool FC. È stata un’operazione lungimirante: inizialmente la partecipazione di James e Carter valeva 6,5 milioni di dollari, poi i grandi successi dei Reds con Jürgen Klopp in panchina – la Champions League vinta nel 2019 e la Premier League conquistata nel 2020, dopo trent’anni d’astinenza – hanno determinato un aumento del valore fino a 43 milioni di dollari. Qualche giorno fa, LeBron ha deciso di far fruttare ancora di più il suo investimento: ha ceduto le sue azioni in cambio dell’ingresso nel gruppo proprietario di Fenway Group, la società di management sportivo che detiene la maggioranza delle quote del Liverpool e dei Boston Red Sox, franchigia di MLB.

La decisione di LeBron non è casuale: l’ingresso nel gruppo proprietario del Fenway Group coincide infatti con un investimento di 750 milioni di dollari da parte di RedBird Capital Partner, un fondo americano. In questo modo, il Liverpool ha messo una pezza alle perdite di bilancio dovute alla pandemia, e alcuni media sostengono che ci saranno anche i capitali per una ricca campagna acquisti estiva e per proseguire in un progetto di vitale importanza per il futuro a lungo termine: l’ammodernamento – con ampliamento della capienza fino a 61mila posti – di Anfield Road. Ma cosa c’entra LeBron James in questa operazione di alta finanza sportiva? La spiegazione è arrivata da Tom Werner, presidente del Liverpool e anche dei Red Sox, intervistato da The Athletic: d’ora in poi, LeBron avrà un ruolo sempre più influente nella determinazione delle strategie e del management delle due squadre. Ovviamente, molto è legato all’immagine, a partire dai Red Sox: «La presenza di LeBron James e Maverick Carter», ha spiegato Werner, «sarà molto significativa: loro sono due imprenditori afroamericani di Akron, Ohio, e contribuiranno a generare quel tipo di atmosfera inclusiva che in passato è mancata a questa società». Il riferimento di Werner è alle accuse di discriminazione rivolte spesso alla tifoseria e a tutto l’ambiente dei Red Sox: solo nel 2019, ci sono stati almeno sette episodi segnalati di insulti razzisti nei confronti dei giocatori ospito al Fenway Park, lo stadio dei Red Sox, e la stessa franchigia di Boston ha riconosciuto di avere dei problemi di integrazione in alcuni post sui social network.

E per il Liverpool? In realtà, l’influenza di LeBron James è già stata piuttosto forte in un evento del recente passato, vale a dire la controversia legale che ha permesso al club inglese di interrompere il contratto di fornitura tecnica con New Balance, e di passare a Nike. Secondo la sentenza del tribunale, New Balance «ha effettivamente pareggiato l’offerta di Nike, ma non poteva offrire la vicinanza e la possibile partnership con tre superstar globali del calibro di LeBron James, Serena Williams e il musicista Drake». Ora, però, la posizione di LeBron è molto più solida, e quindi il suo impatto sulla gestione del Liverpool potrebbe essere più consistente. Ovviamente i suoi compiti non riguarderanno l’area tecnica, ma gli aspetti commerciali e di immagine: «LeBron e Maverick», spiega Werner, «forniranno al gruppo Fenway una prospettiva intellettuale straordinaria. Possiedono una profonda conoscenza dello sport e dei media, e inoltre, attraverso la loro società di media SpringHill, hanno rapporti con colossi come Nike, Amazon e Disney. Abbiamo delle idee interessanti su come sfruttare l’immagine di LeBron per le campagne di marketing legate a prodotti realizzati da Nike per il Liverpool». Insomma, LeBron non cercherà di convincere Klopp a schierare due o tre punte, tantomeno farà da consigliere per il mercato, ma permetterà al Liverpool di essere una squadra più cool e più riconoscibile – soprattutto in alcuni mercati strategici, dagli Usa fino all’Estremo Oriente – e quindi più ricca e più forte. Nel frattempo, studierà da manager sportivo in vista del suo futuro: non è un mistero, infatti, che voglia acquistare una squadra Nba, al termine della sua carriera da giocatore professionista.