Mbappé è così veloce perché corre come un canguro

L'Équipe ha interpellato alcuni esperti di atletica leggera per cercare di decriptare le incredibili doti fisiche di Mbappé, e sono venuti fuori dei paragoni davvero inattesi.

L’impatto di Kylian Mbappé sul calcio internazionale, ormai da quattro anni a questa parte, è stato e continua a essere estremamente fragoroso. Così fragoroso da alimentare paragoni sempre più scomodi e sempre più fantasiosi: Ronaldo il Fenomeno, innanzitutto, ma anche atleti prodigiosi di altri sport, per esempio Usain Bolt. Il filo conduttore di questi confronti a distanza è sempre la velocità, ovvero l’aspetto più evidente nel gioco di Mbappé. Per provare a spiegare questa sua dote, proprio da un punto di vista scientifico, oggi L’Équipe ha pubblicato una sorta di articolo-saggio a più voci, in cui alcuni esperti e allenatori di atletica leggera, la disciplina che sembra essere più vicina alle caratteristiche dell’attaccante del Psg, hanno cercato di decriptare – dal loro punto di vista “esterno” – le impressionanti qualità di Mbappé.

È una lettura molto interessante, anche perché in realtà il paragone più significativo presente nel testo va decisamente oltre il calcio, pure oltre lo sport, arriva persino a superare il circolo chiuso della specie umana, per sconfinare nel regno animale: Teddy Tamgho, allenatore e preparatore fisico, ex campione del mondo nel salto triplo, ha infatti spiegato come Mbappé possegga «una coordinazione, una tecnica e una reattività fuori dal comune. Il suo segreto è la stabilità: un giocatore come Lukaku, per esempio, corre cercando un appoggio ampio e solido al suolo, attraverso il bacino; Mbappé invece ha una corsa più aerea, più dinamica, è più fermo con il bacino e quindi ha una maggiore stabilità anche con un appoggio meno solido sul terreno di gioco. La sua corsa è equiparabile a quella di un piccolo canguro: è come se rimbalzasse sul campo, ed quel rimbalzo che determina la sua incredibile rapidità». In effetti la comparazione è calzante, forse non proprio nello stile e nella falcata, quanto nella velocità raggiunta: il canguro, infatti, raggiunge i 70 km/h, e questo lo rende uno dei mammiferi più rapidi. Mbappé non può raggiungere certi livelli, ovviamente (è arrivato a toccare i 38 km/h), ma è di certo uno degli attaccanti più veloci al mondo.

Anche Stephane Caristan, ex campione dei 110 metri a ostacoli, ha notato qualcosa di unico nel modo di correre di Mbappé: «Ha qualità naturali che sono davvero straordinarie. È come se avesse un motore che gli permette di raggiungere una velocità altissima in pochissimi istanti. È l’accelerazione che fa la differenza, gli permette di bruciare gli avversari. La sua esplosività muscolare è rarissima, poi ha molta forza nel piede, e questo gli permette di assorbire l’impatto con il terreno e trasformarlo in movimento. Quando lo vedo non ho la sensazione che abbia lo stesso passo di Ronaldo, invece con Bolt la differenza è che il giamaicano riesce a tenere lo stesso ritmo per un’intera gara, mentre Mbappé tende a diminuire la frequenza dopo lo scatto iniziale, ma è anche una questione di sport completamente diversi tra loro». E quali sono le prospettive di crescita e sviluppo di questo prodigio atletico? Secondo Tamgho, c’è ancora spazio per miglioramenti importanti: «Il percorso di Mbappé non è finito, anche perché parliamo di un ragazzo ancora giovane. Per esempio, può imparare a gestire meglio la stabilità del carico aerodinamico, e se lo facesse potrebbe diventare ancora più incontenibile. Dovrà lavorare tanto a livello analitico e soprattutto sulla prevenzione degli infortuni, ma se continuerà a mantenere le promesse penso che alla fine avremo un calciatore molto più forte di Cristiano Ronaldo, anche dal punto di vista puramente fisico».