Anche i calciatori hanno avuto un peso importante nel fallimento della Super Lega

Tantissimi giocatori delle big di Premier hanno criticato il progetto: un'influenza politica che è mancata in Spagna e in Italia.

Nelle ricostruzioni dei media sul fallimento (momentaneo?) della Super Lega, le immagini più utilizzate sono state quelle delle proteste del 20 aprile a Stamford Bridge, con i tifosi del Chelsea – riuniti fuori dallo stadio in occasione del match di Premier contro il Burnley – prima inviperiti nei confronti del proprio club e poi dopo esultanti, quando hanno appreso la notizia del ritiro da parte dei Blues. Il giorno prima, a Leeds, i fan del Leeds United e alcuni sostenitori del Liverpool avevano fatto meno rumore, ma avevano manifestato lo stesso malcontento. Dopo la fine del progetto, le scuse sui social di alcune dirigenze – Arsenal e Liverpool, per la precisione – hanno alimentato l’idea per cui sono stati i fan, con le loro reazioni, a determinare la rinuncia alla Super League da parte dei club inglesi. Indubbiamente vero, ma c’è stato un altro contributo importante da evidenziare e raccontare: quello dei calciatori, soprattutto quelli coinvolti nel nuovo progetto dai loro stessi club, che in qualche modo hanno fatto propri i sentimenti e le perplessità dei tifosi.

Tutto è iniziato lunedì 19 aprile, quando James Milner ha rilasciato le prime dichiarazioni significative . Il capitano del Liverpool, nelle interviste dopo la partita contro il Leeds (che per la cronaca è finita 1-1), ha detto che «la Super League non mi piace e spero che non diventi realtà. Noi calciatori non sapevamo nulla, hanno deciso senza consultarci. Abbiamo scoperto tutto stanotte, e ora abbiamo diverse domande da porre alla società». In realtà Milner è stato semplicemente il primo professionista delle squadre coinvolte a poter parlare in tv, dati i tempi di nascita e presentazione del progetto: già nel corso della giornata di lunedì, tanti giocatori di altre squadre in giro per l’Europa – Pepe Reina, Richarlison, Luís Alberto, Ander Herrera, Mesut Özil – avevano espresso il proprio parere negativo sui social; oltre a loro, Bruno Fernandes (Manchester United) e João Cancelo (Manchester City), hanno aperto il fronte-Instagram interno alle Big Six di Premier, condividendo sui loro profili un post di Daniel Podence (giocatore del Wolverhampton) che esaltava il mito della Champions League.

Insieme a Milner, anche Klopp ha approfittato della partita contro il Leeds per esprimere il suo dissenso, seguito poche ore dopo da Guardiola. Più che gli allenatori, però, ripetiamo: sono stati i giocatori delle squadre inglesi a mostrare un’avversione compatta, viene da dire di massa, rispetto all’ipotesi Super League. In questo articolo, The Athletic ha ricostruito le loro reazioni all’annuncio dell’avvio del progetto, e alcune fonti anonime hanno raccontato come molti non fossero contenti perché «non erano stati interpellati dalle società prima di intraprendere questo percorso, si sentono smarriti, perché un cambiamento così importante per la loro carriera è stato varato senza che loro avessero tutte le informazioni necessarie».

Poche ore dopo, per questo e/o forse anche per altri motivi, è arrivata una nuova – e netta – presa di distanza: Marcus Rashford, una figura che in Inghilterra ha un peso enorme anche fuori dal campo, soprattutto in virtù delle sue battaglie politiche e solidali, ha pubblicato su Twitter una foto di una gradinata di Old Trafford in cui era esposta la stampa di una frase di Matt Busby, storico manager dello United, che un giorno disse «football is nothing whitout fans». Un chiaro segnale di dissenso nei confronti delle strategie attuate dal suo stesso club di appartenenza.

 

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Un post condiviso da Sadio Mane (@sadiomaneofficiel)

È stato solo l’inizio: diversi giocatori del Liverpool (tra cui Trent Alexander-Arnold, Andrew Robertson, James Milner, Alisson Becker, Virgil van Dijk e Thiago Alcantara, noi sopra abbiamo ripreso il profilo di Sadio Mané) hanno pubblicato sui loro profili Instagram un messaggio scritto in cui si sono schierati apertamente contro la Super League. La stessa cosa è stata fatta (su Twitter) anche da Luke Shaw del Manchester United e Kevin De Bruyne del Manchester City. Ancora per quanto riguarda la squadra di Guardiola, Raheem Sterling e Aymeric Laporte, sempre su Twitter, hanno usato invece l’arma dell’ironia, degli emoji e dei meme.

D’altra parte, va sottolineato come la quasi totalità di queste prese di posizioni sia arrivata dall’Inghilterra. L’unico giocatore di Barcellona, Real e Atlético Madrid che si è espresso sulla Super Lega negli ultimi due giorni è stato Gerard Piqué, che sul suo profilo Twitter ha scritto «Football belongs to the fans. Today more than ever». Molti media hanno riportato anche alcune frasi di Toni Kroos contro il progetto, ma risalivano a una dichiarazione del novembre 2020, tra l’altro rilasciata nell’ambito del suo podcast personale. Certo, il tweet di Piqué è arrivato dopo la mezzanotte di mercoledì 21 aprile 2021, quando il castello di carte era già collassato o era sul punto di farlo, ma resta il fatto che il difensore del Barcellona è stato l’unico a esporsi, nessun altro calciatore di stanza nelle tre grandi di Liga, così come in quelle di Serie A, si è espresso sulla Super Lega. Non che avrebbero dovuto schierarsi necessariamente tra i critici, come hanno fatto i colleghi dei club inglesi, ma il loro silenzio è stato piuttosto significativo, almeno fino a questo momento.