Gundogan ha detto che anche la nuova Champions non va bene

«L'attuale format funziona alla grande, è per questo che è il torneo più amato».

Nella breve ma intensa vita della Super Lega, e anche nel suo fallimento, i giocatori – soprattutto quelli delle squadre inglesi – hanno avuto un ruolo importante. A partire da James Milner, capitano del Liverpool che per primo si è espresso in termini negativi sul progetto, sono stati tanti quelli che hanno manifestato il proprio dissenso, la propria contrarietà, soprattutto sui social network. Ora che il piano dei 12 club più importanti di Premier, Liga e Serie A è naufragato, è iniziata però un’altra fase: quella delle (inevitabili) riforme delle competizioni europee, e in questo senso la Uefa ha già varato il nuovo format della Champions, che a partire dal 2024 garantirà un minimo di dieci partite nella fase a gironi per le 36 squadre qualificate al tabellone principale – quattro in più delle attuali 32. Si tratta di un cambiamento annunciato proprio nei giorni caldi della Super Lega, quindi passato un po’ sotto traccia e ancora tutto da verificare/approvare nella sua effettiva applicabilità.

Già prima dell’approvazione definitiva, non tutti sembrano essere felici di questa trasformazione. Quasi come a voler confermare che i giocatori di stanza in Inghilterra sono quelli con la maggior sensibilità politica, su questo come su altri argomenti, il primo a esporsi in maniera chiara e netta è stato Ilkay Gundogan. Il centrocampista tedesco del Manchester City, in due tweet pubblicati sul suo profilo ufficiale, ha detto che anche questa nuova formula della Champions League non funzionerà: «Stiamo giustamente parlando di Super Lega in questi giorni, ma possiamo giusto parlare anche del nuovo format della Champions League approvato dalla Uefa? Sempre più partite: nessuno pensa a noi giocatori? Questo nuovo format è solo il male minore rispetto alla Super Lega. L’attuale format funziona alla grande, ed è per questo che la Champions è la competizione per club più popolare al mondo, tra noi giocatori e per i tifosi».

La posizione di Gundogan riflette completamente il pensiero di Pep Guardiola, manager del Manchester City, sull’attuale calendario delle competizioni nazionali e internazionali. Poche settimane fa, il tecnico catalano ha detto che «Uefa e Fifa costringono i giocatori a disputare troppe partite, e così li stanno uccidendo. So che alcuni di loro sono tristi perché vorrebbero giocarle tutte, ma non è possibile: sono essere umani, non macchine. Se vuoi lottare su tutti i fronti, in quella che è la stagione più breve della storia, devi fare delle rotazioni, perché non abbiamo avuto una sola settimana di pausa dall’estate scorsa». È evidente che Gundogan sia d’accordo con questa visione, anzi sostiene che l’attuale format della Champions – secondo cui i club che arrivano alla finale giocano solo sette partite tra febbraio e maggio, tredici in totale considerando anche la fase a gironi in autunno – è il migliore possibile. Chissà come la pensano i club della Super League, che avevano creato un progetto esattamente opposto, e che chiedono alla Uefa la libertà/possibilità di scontrarsi più volte tra di loro.