L’ultimo è stato Mason Mount, che con i suoi gol ha trascinato il Chelsea alla (meritatissima) finale di Champions League. Prima di lui è toccato a Martin Odegaard, a Nemanja Matic, anche a un giovanissimo Luca Caldirola, quando era uno dei giovani più promettenti allevati nel vivaio dell’Inter. Stiamo parlando dei giocatori che sono passati in prestito al Vitesse Arnhem, un club medio-borghese del panorama olandese – non è mai andato oltre il terzo posto in Eredivisie e ha vinto solo una Coppa d’Olanda, nel 2017 – che però da anni è un vero e proprio laboratorio d’eccellenza per aspiranti campioni in prestito da club importanti. Primo tra tutti, il Chelsea: il legame tra la società di Abramovich e il Vitesse ha una storia molto controversa, il Times ha spiegato che entrambe le dirigenze sostengono da anni che si tratta di un rapporto del tutto informale, ma la realtà è che nel 2010 l’uomo d’affari georgiano Merab Jordania ha rilevato le quote del club, rivelandosi poi come un collaboratore di Alexander Chigirinsky, socio in affari di Abramovich. La Federcalcio olandese ha anche avviato un’indagine, nel 2014, per stabilire chi fosse davvero il proprietario del Vitesse, anche perché lo stesso Jordania aveva affermato che il Chelsea aveva cercato di impedire al Vitesse di qualificarsi per la Champions League, al termine dell’ottima Eredivisie 2012/13 (i gialloneri finirono effettivamente a cinque punti dal terzo posto). Oggi il proprietario del club è un altro oligarca russo, Valeri Ojf, ex componente del consiglio di amministrazione subentrato a Chigirinsky nel 2018: insomma, non è che sia cambiato molto, almeno a livello dirigenziale.
In campo, però, una profonda tradizione di formazione continua a produrre e valorizzare nuovi talenti. Mount ha esordito da professionista giocando una stagione (2017/18) in Olanda, con 39 presenze e 14 gol accumulati tra Eredivisie, Coppa d’Olanda ed Europa League. Dopo di lui è toccato a Odegaard, mentre ora il nome nuovo è quello di Armando Broja, 19enne attaccante albanese di proprietà del Chelsea che grazie ai suoi dieci gol è diventato il miglior marcatore sotto i vent’anni nei primi otto campionati del ranking Uefa. Oltre al (solito) Chelsea, tante altre squadre hanno deciso di spedire dei giovani talenti ad Arnhem per un anno di formazione: la Juventus ha ceduto temporaneamente il centrocampista Idrissa Touré, la Fiorentina il difensore Jacob Rasmussen, mentre la divisione calcistica della Red Bull ha scelto il Vitesse per la maturazione di Noah Ohio e Dominik Oroz, tesserati rispettivamente per il Lipsia e per il Liefering, il club succursale del Salisburgo. Il rapporto tra il club olandese e la multiproprietà Red Bull è sempre più profondo, e non solo per queste operazioni di mercato: nei mesi scorsi si era parlato di una possibile partnership ufficiale, anche perché l’allenatore e il direttore tecnico del Vitesse sono rispettivamente Thomas Letsch, ex coach giovanile del Red Bull Salisburgo e poi tecnico del Liefering, e Johannes Spors, ex capo scout del Lipsia.
Proprio Spors ha spiegato che «Il Vitesse ha ottimi contatti con grandi squadre in tutto il mondo. Oggi è molto importante avere una buona rete a livello globale. Qui al Vitesse creiamo un ambiente in cui i nostri giocatori possono svilupparsi e ottenere il massimo dal loro potenziale, anche perché il campionato olandese è un contesto ideale per lo sviluppo dei giovani». In effetti si tratta di una cosa storicamente verificata, anche prima della nascita del legame con il Chelsea: nel club di Arnhem si sono formati giocatori come Roy Makaay, Philipp Cocu e Mahamadou Diarra, tutti protagonisti poi di una grande carriera a livello internazionale. Secondo Spors, al Vitesse «riusciamo sempre a vedere il meglio dei calciatori, e ci adattiamo alle loro caratteristiche. Per questo vogliamo soprattutto giovani ambiziosi, determinati a crescere dopo la loro esperienza qui con noi. Inoltre cerchiamo sempre di far crescere i nostri ragazzi anche fuori dal campo, aiutandoli a capire cosa serve per avere successo come atleti professionisti. Abbiamo uno staff che aiuta i giocatori ad adattarsi al nostro club, alla cultura, alle tradizioni e alle abitudini olandesi». Al Vitesse basterà non perdere le ultime due partite di campionato per conquistare matematicamente il quarto posto in Eredivisie, una posizione valida per l’ingresso nella nuova Conference League. Inoltre è arrivato a un passo dal conquistare il secondo trofeo della sua storia: nella finale di Coppa d’Olanda, l’Ajax è riuscito a battere i gialloneri solo grazie a un gol nei minuti di recupero di David Neres. Insomma, i risultati di questo progetto sono visibili e importanti non solo sul mercato, ma anche sul campo.