Espn ha scelto le maglie più belle e più brutte nella storia della Serie A

Meglio quella della Fiorentina 1999/2000 o quella verde-blu dell'Inter 2016/17?

Non è mai facile stilare una classifica delle maglie da calcio più belle e/o di quelle più brutte, e non solo perché ognuno di noi avrebbe criteri e gusti diversi nel compilarla: esistono anche altri fattori, per esempio il legame emotivo a un’esperienza allo stadio, oppure a una particolare vittoria in un momento particolare della propria vita da tifoso e non; c’è chi preferisce – per principio – un’estetica più classica e quindi non vuole neanche sentir parlare dei kit moderni, poi ci sono gli sponsor, i font, i colori, insomma tantissimi aspetti da valutare. Espn, uno dei medium sportivi più influenti del mondo, ha provato a fare questa operazione per la Serie A, pescando dieci maglie belle e dieci maglie brutte degli ultimi 35 anni. Ovviamente, anche questa classifica non metterà d’accordo tutti.

Nella graduatoria delle maglie più belle, comanda la Home della Fiorentina 1999/2000, tutta viola con maniche e inserti bianchi, disegnata da Fila; al secondo posto c’è quella della Sampdoria 1990/92, marchiata Asics, con cui i blucerchiati vinsero lo scudetto; il podio viene completato dalla maglia Umbro utilizzata dall’Inter nella Coppa Uefa 1997/98, quella a strisce orizzontali grigie e nere, resa immortale da Ronaldo nella finale vinta per 3-0 contro la Lazio. Scorrendo le varie posizioni, troviamo la maglia della Lazio e del Parma 1998/99, disegnate rispettivamente da Puma e Champion; il kit del Milan 1990/92, marchiato adidas; la maglia del Napoli 1987/88 con lo scudetto e la coccarda della Coppa Italia in bella vista (firmata NR), quella della Juve 1997/98 e quella con cui la Roma ha vinto il campionato nel 2000/01 (entrambe disegnate da Kappa) .

Per quanto riguarda le maglie più brutte, andiamo dal basso verso l’alto: gli esperti di Espn credono che la maglia rossa del Perugia 2001/02, disegnata da Galex, «sia del tutto sconcertante, per via di un colletto bianco circolare che dà l’impressione di una pettorina, e delle maniche fin troppo larghe»; al nono posto c’è la maglia a quarti del Siena 2004/05, prodotta da Lotto; all’ottavo posto c’è il completo da trasferta dell’Empoli 2005/06, marchiato Asics; in settima posizione c’è il third kit del Cagliari 2016/17, per cui Macron scelse un verde fin troppo brillante; al sesto posto c’è la seconda maglia della Fiorentina 1991/92, che Lotto concepì come un dedalo di linee gessate e triangoli; in quinta posizione, ecco il kit away dell’Atalanta 2014/15, disegnato da Erreà con un insolito accostamento giallonero; ai piedi del podio c’è il completo verde-oro che adidas creò per il Milan 2014/15, un omaggio non molto riuscito al Brasile. Al terzo posto, la mimetica con inserti gialli che Macron fece indossare al Napoli 2013/14 – anche se per una sola partita, fortunatamente. Piazza d’onore per il completo grigio-argento della Juventus 2000/01, prodotto da Lotto. Al primo posto, per acclamazione popolare, il kit away dell’Inter 2016/17, disegnato da Nike: anche per Espn la famosa quanto denigrata “maglia Sprite” dei nerazzurri fu una pessima idea, anzi si sono chiesti «come potrà essere andata la conversazione tra i creatori di questa maglia, com’è possibile che siano stati combinati il blu luminoso e il verde elettrico?». In effetti resta inspegabile.