La Coppa America in Brasile non piace a nessuno

Politici, addetti ai lavori, cittadini normali: sono tutti contro la scelta di Bolsonaro.

Da qualche ora è ufficiale: la Copa América 2021, che originariamente si sarebbe dovuta disputare un anno fa in otto città tra Argentina e Colombia, sarà ospitata dal Brasile. Sono stati individuati anche i cinque stadi in cui si giocheranno le partite (a porte chiuse) tra le dieci squadre iscritte a questa 47esima edizione del torneo, che durerà dal 13 giugno al 10 luglio: si tratta del Maracanã, ovviamente a Rio de Janeiro, e poi dell’Estádio Nilton Santos (sempre a Rio), dell’Estádio Nacional Mané Garrincha (Brasilia), dell’Arena Pantanal (Cuiabá) e dell’Estádio Olímpico di Goiânia. La Seleçao è campione in carica e il Brasile aveva ospitato anche l’edizione vinta nel 2019: forse anche per questo la Conmebol (la confederazione calcistica del Sudamerica) ha deciso di “andare sul sicuro”, affidando l’hosting al Paese più grande del Sudamerica.

Questa scelta, però, non è piaciuta e non piace praticamente a nessuno, per diversi ordini di motivi. Il primo, più ovvio e più semplice da individuare, riguarda la pandemia: in questo momento, il Brasile è il secondo stato del mondo per numero di decessi collegati al Coronavirus (oltre 467mila), e il terzo per numero di contagi accertati (oltre 16milioni e 700mila); nella giornata del 2 giugno 2021, sono stati registrati più di 95mila nuovi casi e oltre 2500 decessi. Questi numeri, però, devono essere considerati del tutto provvisori e incerti al ribasso, considerando la vastità del territorio e la conseguente difficoltà nel tracciare e riportare tutti i dati. Anche la campagna vaccinale sta andando piuttosto a rilento: secondo i dati più recenti, riportati dall’agenzia Reuters, solamente il 16% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Insomma, la pandemia è del tutto fuori controllo, e anche la situazione sociopolitica è piuttosto calda: pochi giorni fa, si sono svolte delle proteste piuttosto violente in circa 200 città del Paese, con una partecipazione stimata di decine di migliaia di persone; nel mirino dei manifestanti, c’erano il presidente Bolsonaro e la gestione della pandemia, considerata catastrofica – per usare un eufemismo. Il paradosso è che Argentina e Colombia non potranno più organizzare la Coppa America per gli stessi identici motivi: in Colombia le proteste anti-governative vanno avanti da settimane, mentre l’Argentina è alle prese con un aumento esponenziale dei contagi da Coronavirus.

Il Brasile, dunque, è stato scelto come sede alternativa nonostante viva gli stessi problemi delle due nazioni originariamente designate. E in fondo è per questo che chiunque, in pratica, ha avuto da ridire su questa scelta della Conmebol. A cominciare dagli stessi brasiliani, e non solo i cittadini medi: il senatore Renan Calheiros, per esempio, è stato intervistato in una radio brasiliana e ha detto che quella che si appresta a iniziare è «la Coppa America della morte»; nella stessa intervista, ha esortato Neymar a non rendersi complice di questa vergogna, «perché i tuoi amici, i tuoi parenti, i tuoi conoscenti continuano a morire e il vaccino non è ancora arrivato davvero nel nostro Paese». Anche molti addetti ai lavori si sono espressi contro le partite da giocare in Brasile: Juca Kfouri, uno dei giornalisti sportivi più apprezzati del Paese, ha scritto che «non c’è giustificazione: è assurdo accogliere nove squadre sudamericane, e quindi potenzialmente nuove varianti del virus, in uno degli epicentri della pandemia. In questo modo, inoltre, si sprecano risorse e attenzioni che dovrebbero essere rivolte alle nostre migliaia di persone infette»; anche Luis Roberto, un autorevole telecronista, ha detto che «far giocare la Coppa America in Brasile è una vergogna, una provocazione. È uno schiaffo in faccia a tutti i brasiliani». Anche diversi calciatori e allenatori si sono schierati apertamente: Lionel Scaloni, ct dell’Argentina, ha detto che «la scelta di giocare in Brasile è allarmante e preoccupante»; l’ex campione del mondo Denílson, un idolo per i brasiliani, si è detto «senza parole, del tutto incredulo e impossibilitato a capire quello che sta succedendo».

Nonostante le enormi critiche che gli sono piovute addosso, Bolsonaro sembra pienamente convinto di voler organizzare la manifestazione. In una dichiarazione pubblica rilasciata nella capitale Brasilia, il presidente dello Stato Federale ha detto che per lui la Coppa America «è un discorso concluso: il Brasile la organizzerà, c’è la mia approvazione e quella di tutti i ministri, compreso quello per la salute. Fin dall’inizio della pandemia, ho sempre detto: ci dispiace per le persone che non ci sono più, ma noi dobbiamo continuare a vivere». In realtà, il fronte di opposizione nei confronti di Bolsonaro è andato anche al di là degli attacchi a mezzo stampa: il Partito dei lavoratori, forza d’opposizione, ha presentato una denuncia contro il torneo e contro le trattative tra il governo Bolsonaro e la Conmebol; la Corte Suprema brasiliana ha perciò intimato a Bolsonaro di presentare maggiori informazioni sulla sua decisione di ospitare il torneo entro cinque giorni. Solo dopo si pronuncerà sull’effettiva opportunità di ospitare le partite, ma intanto il Brasile sembra aver deciso di andare dritto per la sua strada.