Nella finale della Nations League Concacaf è successo di tutto

Usa-Messico 3-2 è stata una partita davvero incredibile: gol annullati, parate stupende, tante revisioni al Var e anche qualche intemperanza dei tifosi, purtroppo.

Qual è la definizione esatta di partita divertente? Qualora non riusciste a rispondere a questa domanda, potrebbe esservi utile vedere – o anche rivedere, per chi ha assistito alla diretta – Stati Uniti-Messico 3-2, la gara che ieri ha assegnato la prima edizione della Concacaf Nations League, una competizione simile a quella organizzata dalla Uefa per le rappresentative europee, però ambientata nel Nord e Centro America. Gli Usa e El Tri (nickname del Messico) ci sono arrivati al termine di un percorso iniziato a settembre 2019, prima della pandemia, e dopo aver eliminato, rispettivamente, Honduras e Costa Rica nelle semifinali. Nello stadio di Denver, che ha ospitato l’ultimo atto, è successo veramente di tutto, fin dai primissimi istanti: sono bastati 57 secondi a Jesús Tecatito Corona per rubare un pallone nell’area di rigore avversaria e scaraventarlo nella porta di Zack Steffen, portiere del Manchester City. Al 24esimo minuto, il Messico trova il raddoppio con il suo capitano Héctor Herrera, ma l’arbitro annulla per fuorigioco dopo On Field Review al Var. Ma questo è solo l’inizio.

Pochi minuti dopo, infatti, gli Usa trovano il pareggio su azione d’angolo grazie a Gio Reyna, bravo a ribattere in rete un pallone che Weston McKennie aveva spedito di testa sul palo. Tutto scorre liscio fino al minuto numero 62′, quando Steffen – autore di una parata bellissima su Lozano al termine del primo tempo – si infortuna ed è costretto a lasciare il campo. Al suo posto, entra Ethan Horvath, 25enne portiere di riserva non solo degli Stati Uniti, ma anche del Club Bruges, con cui ha disputato appena quattro partite in questa stagione. Pochi minuti dopo, Ochoa torna in forma Mondiale e toglie dalla porta un altro colpo di testa di McKennie su calcio d’angolo, con un balzo davvero incredibile.

È il preludio ai fuochi d’artificio finali: il 2-1 del Messico arriva al 78esimo minuto, quando Lozano converge da sinistra e serve Laínez dall’altra parte dell’area di rigore e l’esterno del Betis si sposta il pallone sul sinistro e batte Horvath sul primo palo. Non basta, però: McKennie trova un altro colpo di testa decisivo su calcio d’angolo e questa volta Ochoa non riesce a deviare in maniera decisiva. Poco prima dei supplementari, la tensione per la bellezza assoluta della partita degenera per colpa dei tifosi sugli spalti: lanci di oggetti in campo e cori omofobi – un classico, purtroppo, per la torcida messicana – costringono l’arbitro panamense Pitti a interrompere la partita per tre minuti, uno stop che a fine partita porterà Berhalter a dire che «si è mancata di una totale mancanza di rispetto nei confronti di tutti coloro che erano in campo e si stavano sforzando per offrire un bello spettacolo». Sfortunatamente, non sarà l’ultimo episodio negativo della serata. Anzi.

Flash-forward al minuto 106′: dopo un fallo dubbio su Pulisic nell’area di rigore messicana, l’arbitro prima decide di non fischiare il rigore, poi però viene richiamato all’On Field Review e alla fine fischia il penalty a favore degli Stati Uniti. Prima del tiro di Pulisic, però, trova anche il tempo di espellere il ct del Messico, Gerardo Martino, che aveva protestato per il rigore, e per ammonire Lozano – sempre per proteste. Il numero 10 del Chelsea segna e va a esultare con i compagni sotto uno dei settori occupati dai tifosi messicani. Pessima idea: dagli spalti parte un fitto lancio di bottigliette e bicchieri, Reyna – che nel frattempo era stato sostituito – viene colpito in pieno volto e rimane a terra diversi minuti per essere medicato dallo staff sanitario.

Il video che vedete sopra, però, riguarda l’ultimo evento di una partita davvero incredibile: siamo al minuto 120′, e l’arbitro decide di assegnare un calcio di rigore al Messico dopo che McKennie ha toccato il pallone con un braccio dopo un corner a favore del Tricolor. Anche questa volta, Pitti ha deciso dopo aver rivisto il video al Var. Dal dischetto, l’istituzione messicana Andrés Guardado sfida Horvath, e si fa ipnotizzare dal portiere americano. Che, giusto per rendere il tutto ancora più epico, è nato ed è cresciuto a Highlands Ranch, a poche miglia da Denver, e al 90esimo minuto aveva compiuto un’altra parata eccezionale su un tiro ravvicinato, e a botta sicura, di Henry Martin. Non a caso, Berhalter ha detto che «È sempre difficile per un portiere subentrare ed essere decisivo. E poi Horvath ci è riuscito a pochi passi da casa sua: certe cose succedono solo nelle fiabe». E in certe partite incredibili, viene da aggiungere. È stata l’ultima grande emozione, anche se la partita è durata fino al minuto numero 130′ per via delle numerose interruzioni. Il fischio finale di Pitti ha sancito una vittoria importantissima per gli Usa, che raggiungono il primo trofeo dal 2017 e dimostrano come questa nuova generazione di giocatori possa davvero puntare a grandi traguardi.