Alessia Maurelli e le Farfalle alle Olimpiadi

Intervista alla capitana della Nazionale di ginnastica ritmica, che racconta i sacrifici attraversati durante il periodo di Covid-19, lo stop forzato agli allenamenti, la ripresa con gli Europei e i Mondiali e l’obiettivo di Tokyo 2020.

Le hanno chiamate Farfalle, Leonesse, Cigni, ma la capitana della squadra nazionale di ginnastica ritmica afferma che ora l’unico emblema che lei e le sue compagne stanno cercando di raffigurare è quello delle guerriere: «In un momento in cui il mondo è in ginocchio per colpa di questa pandemia noi non ci siamo siamo fermate un attimo perché il nostro obiettivo sono le Olimpiadi». Alessia Maurelli, quando parla della sua professione, dice che è stata la libertà del movimento a farla innamorare della ritmica. E se è vero che la ginnastica è uno sport estremamente regolamentato, «quando sei in pedana, però, il tuo modo di esprimerti diventa solo tuo».

Ogni atleta ha un proprio modo di fare ginnastica e la personalizzazione del gesto è forse una conseguenza dall’altra caratteristica di questo sport, quella di richiedere così tanti sacrifici in età critiche dello sviluppo di un individuo. Si inizia infatti quando si è molto giovani e si raggiunge il picco durante l’adolescenza: ciò comporta molte rinunce. Sacrificare la vita sociale per passare i pomeriggi in palestra lo riesce a fare probabilmente chi non può concepire la propria persona separata dall’attività ginnica. Poi tra la forza del gruppo, la passione e i risultati, «se hai della determinazione si può fare tutto», assicura Maurelli che a venticinque anni è già una veterana. A diciott’anni, nel 2014, viene convocata in Nazionale entrando subito come titolare. Dal suo ingresso ha ottenuto presto ottimi risultati: tre volte campionessa del mondo nel 2015, 2017, 2018 e nello stesso anno anche campionessa d’Europa. Nel 2016 partecipa alle Olimpiadi di Rio con la squadra nazionale e quest’anno sarà lei a guidare le Azzurre durante le Olimpiadi di Tokyo.

Nella la fase di lockdown duro, racconta la ginnasta, sono state costrette per la prima volta a rinunciare agli allenamenti e, dopo anni passati in palestra —otto ore al giorno ogni giorno — ritrovarsi con così tanto tempo libero è stato davvero straniante. Da giugno 2020 la squadra ha ripreso ad allenarsi normalmente e dopo una serie di infortuni, rinvii e rinunce, a maggio 2021 le ragazze sono finalmente tornate in pedana per la World Cup di Baku, in Azerbaijan. Nella prima gara internazionale in presenza, la squadra composta, oltre a Maurelli, da Martina Centofanti, Martina Santandrea, Agnese Duranti, Daniela Mogurean e Laura Paris, ha vinto tre argenti. La capitana racconta che non era affatto scontato, dopo un anno e mezzo senza gareggiare, con una ginnasta titolare in entrambi gli attrezzi totalmente nuova alla sua prima gara internazionale e, soprattutto, portando degli esercizi che non avevano mai presentato in gara, hanno corso diversi rischi. Primo tra tutti quello di non reggere la competizione dopo così tanto tempo. Anche presentare esercizi molto complessi, e il fatto che le giudici non le conoscevano, a differenza di quelli delle altre squadre, poteva giocare a loro svantaggio. «Abbiamo fatto una gara molto pulita e questo ci ha premiato. Ora siamo tornate in preparazione per la prossima World Cup di Pesaro e ci stiamo concentrando sulla pulizia degli esercizi e ci presenteremo con questo lavoro in più e con la consapevolezza che li abbiamo già portati in gara riuscendo a eseguirli bene. Poi giochiamo in casa e, anche se non ci sarà il pubblico, sarà tutto più bello», dice Maurelli.

Il rinvio delle Olimpiadi ovviamente è stato pesante, «da sportive, a livello psicologico, non è stato semplice da gestire» racconta lei, «ma sono contenta di come ha reagito la mia squadra». Inoltre, un anno di allenamento in più ha permesso alle ginnaste di migliorare l’esercizio. Il nuovo codice, che cambia ogni quattro anni, abolisce il tetto massimo di punteggio per singolo esercizio, quindi più alta è la complessità, maggiore è il punteggio che si può ottenere. «L’esercizio a tre cerchi e quattro clavette come era strutturato l’anno scorso poteva arrivare a un massimo di trentasette punti, ora può raggiungere un massimo di dieci punti in più», spiega Maurelli. Nel corso di un anno le atlete sono riuscite a migliorarlo molto e ora, a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi, si sentono pronte e già cariche. Maurelli sostiene però che non vuole arrivare a Tokyo con troppe aspettative, non vuole partire con l’obbligo del risultato, come dice alle ragazze: «Il nostro compito è entrare in pedana e fare l’esercizio al meglio possibile, poi quello che verrà verrà. L’importante è la consapevolezza di aver un grande lavoro alle spalle che permette alla squadra una certa serenità». E dopo Tokyo non ci sarà molto tempo per riposare, infatti le ragazze dovranno affrontare un Mondiale a distanza di soli pochi mesi. Per un’atleta rimettere la testa su una gara quasi altrettanto importante subito dopo l’esperienza olimpica comporta uno sforzo mentale notevole, ma la squadra serve anche a questo, assicura Maurelli, «a tirarsi su a vicenda».

Dopo i Mondiali, invece, ci sarà tempo per pensare, e ognuna di loro deciderà cosa fare. La capitana a venticinque anni pensa di iniziare un nuovo percorso di vita, e non ha paura a pensarlo. Annunci e scelte definitive sono però rimandate al termine delle competizioni, e anche l’allenatrice della squadra azzurra consiglia di mantenere la concentrazione su un obiettivo alla volta, benché il tema del ritiro dalla carriera ginnica non sia senza problematiche. Rispetto al 2008, quando hanno terminato la carriera a ventotto anni Laura Zacchilli e Almudena Cid Tostado, le due ginnaste con l’esperienza maggiore, l’età di ritiro è addirittura diminuita. Oggi di ginnaste sopra i vent’anni in Nazionale se ne vedono poche. Maurelli ipotizza che la causa principale sia l’evolversi del codice di punteggi e del regolamento che si sono fatti via via più pesanti in relazione alla struttura fisica delle ginnaste. In passato, per esempio, le ginnaste erano solitamente molto alte, ma oggi, forse a causa della velocità degli esercizi e del numero di elementi obbligatori da inserire in novanta secondi di esibizione, le campionesse in carica sono ben più basse.

Alessia Maurelli è bata a Rivoli, in Piemonte, nel 1996. A 25 anni è una veterana della ginnastica italiana. È in Nazionale dal 2014, e al suo esordio europeo lo stesso anno vince, con le Farfalle, il primo argento. Complessivamente ha accumulato tre ori ai Mondiali, un oro agli Europei, una partecipazione ai Giochi di Rio del 2016, oltre a decine di podi

Di positivo c’è che lo sport femminile comincia finalmente ad avere maggiore copertura mediatica e questo è dovuto soprattutto ai successi delle atlete. «Per quanto riguarda la ginnastica, è un mondo che si sta facendo conoscere un po’ di più negli ultimi anni grazie ai risultati e grazie a quello che la squadra precedente ha cominciato a costruire», dice Maurelli. «Saranno poi momenti come le Olimpiadi e altre gare molto importanti che faranno da cassa di risonanza per questi sport che chiamano “minori”, io spero che con il fatto che non si possa andare in presenza alle Olimpiadi ci saranno più persone che le guarderanno in televisione e che si potranno appassionare anche a questo sport. Sta tutto nella comunicazione e nell’arrivare a più persone possibili, perché la ritmica è uno sport che se lo vedi poi ti affascina».

Certo, la situazione per le donne nello sport potrebbe essere migliore, c’è ancora da lavorare, e la capitana ne è consapevole, ma vede che nelle forze armate, e in particolare nell’Aeronautica Militare di cui lei e le sue compagne fanno parte, l’impegno a tutelare le proprie atlete è cresciuto negli ultimi tempi. «Quello che secondo me ancora manca è la presenza a livello istituzionale. La nostra allenatrice, Emanuela Maccarani, è stata da poco eletta nella giunta del Coni, prendendo esempio da lei, noi donne dobbiamo farci spazio nelle istituzioni, siamo molto capaci anche in questo tipo di ruoli». La squadra nazionale capitanata da Alessia Maurelli, allenata da Emanuela Maccarani e dallo staff dell’Accademia Internazionale di Desio, parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo 2021 con le titolari Martina Centofanti, Martina Santandrea, Agnese Duranti, Daniela Mogurean e Laura Paris che si esibiranno nell’esercizio a cinque palle sulle note di “Ninja” di Maxim Rodriguez, e in quello a tre cerchi e quattro clavette con “L’albero della vita” del compositore Roberto Cacciapaglia.

Undici X Fastweb, dal n° 38 della rivista