La Uefa ha proibito che l’Allianz Arena, in occasione di Germania-Ungheria, venga illuminata con luci arcobaleno

La Confederazione europea ha considerato questa richiesta come «un atto politico».

Mercoledì 23 giugno è in programma una partita molto importante degli Europei, quella tra Ungheria e Germania: all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, si affrontano due Nazionali che sono ancora in corsa per la qualificazione, e che quindi daranno vita a un match molto combattuto – al netto, ovviamente, della netta superiorità della squadra tedesca, almeno sulla carta. La gara, però, ha avuto e avrà dei risvolti politici molto più profondi e significativi: la Uefa, infatti, ha proibito che l’Allianz Arena venisse illuminata con colori arcobaleno in occasione del match. In realtà il comune di Monaco di Baviera non avrebbe voluto fare altro che dar seguito a una tradizione, ovvero quella di sostenere – attraverso le luci esterne dello stadio – i diritti della comunità LGBTQ+ in occasione del Christopher Street Day del 28 giugno, quando in tutta Europa ci saranno manifestazioni a sostegno del movimento. Nella richiesta ufficiale presentata dall’amministrazione comunale alla Uefa si leggeva che i colori arcobaleno sarebbero serviti per «mandare un segnale di apertura mentale e di tolleranza, un messaggio ampiamente visibile per la nostra comune comprensione dei valori».

Ma perché la Uefa non ha consentito questa manifestazione proprio in occasione di Germania-Ungheria? Bisogna fare un piccolo passo indietro, per capire bene il contesto: l’Ungheria, proprio una settimana fa, ha approvato una legge che, di fatto, impedirà di trattare temi e argomenti riconducibili alla comunità LGBTQ+ in contesti pubblici alla presenza di minori. Questo provvedimento si inserisce in un quadro politico già fortemente penalizzante per i diritti civili delle persone LGBTQ+: il presidente autoritario Viktor Orbán, leader del partito di estrema destra Fidesz e detentore della maggioranza assoluta al parlamento di Budapest, a dicembre 2020 ha introdotto un emendamento costituzionale che vieta il matrimonio a due persone dello stesso sesso. La nuova legge anti propaganda-LGBTQ, che formalmente è stata approvata «per tutelare i bambini dalla pedofilia», è stata criticata da più parti in Europa: Michael Roth, ministro tedesco per l’Europa l’ha definita l’ha definita «contraria ai valori dell’Unione Europea, una comunità in cui non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che tutte le minoranze devono essere trattate con rispetto».

Torniamo al calcio e agli Europei: quando il governo ungherese ha saputo della volontà, da parte del comune di Monaco di Baviera, di illuminare l’Allianz Arena con luci colorate d’arcobaleno, ha subito protestato nei confronti della Uefa. A inasprire la situazione ha contribuito anche un precedente piuttosto fresco: Manuel Neuer, portiere della Germania, è sceso in campo a Budapest indossando una fascia di capitano con i colori arcobaleno, proprio per sostenere i diritti della comunità LGBTQ+ in Ungheria e in tutto il mondo. L’iniziale inchiesta avviata dall’Uefa si è risolta in un nulla di fatto, cioè la fascia indossata da Neuer è stata ritenuta conforme ai regolamenti degli Europei e della confederazione. Ora, però, la Uefa ha deciso in maniera opposta per quanto riguarda l’illuminazione dello stadio che, nella stagione “regolare”, ospita le partite del Bayern: secondo il comunicato ufficiale, la richiesta dell’amministrazione bavarese è un atto politico, quindi non è conforme alla posizione neutrale dalla Confederazione. La Uefa, pur condannando ogni tipo di discriminazione, ha spiegato di essere «un’organizzazione politicamente e religiosamente neutrale»; quindi, «dato il contesto politico di questa specifica richiesta – un messaggio che prende di mira una decisione presa dal parlamento ungherese – ci troviamo costretti a declinarla». Per dovere di cronaca, va aggiunto che la Uefa ha proposto al comune di Monaco di illuminare lo stadio con le luci arcobaleno per il 28 giugno, il giorno in cui ssono in programma delle manifestazioni della comunità LGBTQ+ in tutta Europa, oppure tra il 3 e il 9 luglio, quando queste manifestazioni si concentreranno proprio nella città della Baviera. Inoltre, i regolamenti per gli Europei prevedono che gli stadi scelti per ospitare le gare possono essere illuminati solo con i colori ufficiali della manifestazione o con quelli delle Nazionali coinvolte nelle partite in questione; è vietato citare anche gli sponsor, infatti nell’ambito degli eventi di Euro 2020 l’Allianz Arena è citata come Football Arena Munich.

Le reazioni alla decisione della Uefa sono state molto numerose e molto critiche: il sindaco di Monaco di Baviera, Dieter Reiter, ha definito «vergognoso» il rifiuto all’illuminazione arcobaleno, e per tutta risposta ha invitato i suoi concittadini «a colorare tutti i palazzi di Monaco». Anche la torre olimpica della città e il logo dell’emittente televisiva privata ProSieben saranno decorate ad hoc, esattamente come molti altri stadi tedeschi che hanno deciso di accendere delle luci arcobaleno prima, durante e dopo la partita Germania-Ungheria: per la precisione, si tratta degli impianti di Colonia e Francoforte, poi anche il comune di Berlino ha annunciato che l’Olympiastadion sarà illuminato con la bandiera arcobaleno, e che stanno valutando di fare lo stesso anche per la porta di Brandeburgo. Thomas Hitzlsperger, ex giocatore della Lazio e della Nazionale tedesca, nonché attuale amministratore delegato dello Stoccarda, ha scritto su Twitter che «La Uefa non dovrebbe ritenersi offesa dai colori della bandiera arcobaleno», anzi «dovrebbe pensare a tutti coloro che ancora oggi si sentono discriminati» per il loro orientamento e/o la loro identità sessuale: l’intervento di Hitzlsperger è piuttosto significativo, in quanto si tratta di uno dei pochissimi calciatori che ha fatto coming out. Il segretario di stato francese, Clément Beaune, si è detto rammaricato del comportamento tenuto dalla Uefa: «Penso che sarebbe stato un simbolo molto forte. Qui siamo al di là di un messaggio politico, è un messaggio di valori profondi e condivisi».

Le uniche reazioni positive rispetto alla scelta della Uefa sono arrivate da Rainer Koch, vicepresidente a interim della Federcalcio tedesca e membro del Comitato Esecutivo UEFA, e ovviamente dal governo ungherese: Koch ha scritto su Facebook che «l’illuminazione con i colori arcobaleno è un’azione mirata contro la decisione del parlamento ungherese, quindi non è più una semplice dichiarazione nella lotta congiunta contro ogni forma di discriminazione, ma un’azione politica»; Péter Szijjártó, ministro degli Esteri di Budapest, ha dichiarato: «Grazie a Dio, non hanno assecondato la provocazione politica: si può dire che nei leader del calcio europeo prevalga ancora il buon senso».