È stato un anno eccezionale per il Manchester City e per il City Football Group, la conglomerata con sede negli Emirati che detiene la proprietà del club inglese, di altre nove società in giro per il mondo – New York City (Usa), Melbourne City (Australia), Yokohama Marinos (Giappone), Torque (Uruguay), Girona (Spagna), Lommel (Belgio), Troyes (Francia), Sichuan Jiuniu (Cina), Mumbai City (India) – e ha accordi di partnership con il Bolívar (Bolivia) e il Vannes (Francia). Certo, la sconfitta della squadra di Guardiola in finale di Champions League è una ferita ancora aperta, ma il double Premier League-Coppa di Lega, i grandi successi delle formazioni giovanili del Manchester City e quelli delle altre squadre in giro per il mondo, possono essere considerati come degli ottimi palliativi.
A marzo, il Mumbai City ha infatti vinto l’edizione 2020/21 dell’Indian Super League, battendo l’ATK Mohun Bagan, squadra di Calcutta, nella finale playoff . Il 27 giugno, invece, è toccato al Melbourne City, che ha battuto per 3-1 il Sydney FC nell’ultimo atto della postseason della A-League australiana: il 3-1 in rimonta firmato da Atkinson, Jamieson e Galloway, dopo l’iniziale vantaggio di Barbarouses, ha permesso alla squadra del City Football Group di vincere il primo campionato della sua storia, riportando il titolo a Melbourne tre anni dopo l’ultima vittoria dei Victory, l’altra grande società cittadina.
Il Melbourne City è stato fondato nel 2010 come Melbourne Heart Football Club. Dal 2014 è di proprietà del City Football Group e ha cambiato nome, per uniformarsi alle altre società del gruppo. È il secondo trofeo nella storia del club: nel 2016, infatti, è arrivata la vittoria nella FFA Cup, la coppa Nazionale australiana, anche in quel caso dopo aver battuto in finale il Sydney FC. Allora la partita finì 1-0, e il gol decisivo fu siglato dalla leggenda australiana Tim Cahill. Dal 2016, la squadra è cambiata molto: il tecnico olandese Van’t Schip, ex attaccante del Genoa, è stato sostituito prima dall’inglese Warren Joyce, poi dal francese Erick Mombaerts e infine da Patrick Kisnorbo, ex difensore della Nazionale australiana ormai da cinque anni nell’organigramma del club, prima come assistente tecnico e poi come allenatore della squadra femminile. Kisnorbo ha guidato una rosa giovane (età media 24,8 anni) e senza grandi stelle al primo posto nella regular season e poi al successo finale, grazie soprattutto alla grandissima stagione vissuta dall’idolo locale Jamie Maclaren, tornato in Australia nel 2019 dopo le esperienze in Europa con l’Hibernian e il Darmstadt, e autore di 24 gol e cinque assist in 25 partite di campionato.