Un altro pessimo inizio per l’Arsenal

Il peggiore di sempre nella storia dei Gunenrs.
di Redazione Undici 23 Agosto 2021 alle 12:38

All’Arsenal c’è qualcosa che non va, e questa è una realtà ormai consolidata, cristallizzata negli anni. L’avvio della stagione 2021/22, però, è qualcosa che non si era mai visto: la squadra di Arteta ha iniziato il campionato con due sconfitte e zero gol segnati, un’impresa al contrario che non era mai riuscita ai Gunners nel massimo campionato inglese – la prima stagione risale al 1903, 118 anni fa. Il doppio 0-2 contro Chelsea e Brentford ha permesso ad Arteta di aggiornare altri record negativi: il tecnico spagnolo è a quota 20 sconfitte in 60 gare di Premier League sulla panchina dell’Arsenal, una quota che Wenger – giusto per fare un confronto – aveva raggiunto dopo 116 partite alla guida dei Gunners; inoltre, gli zero punti accumulati tengono l’Arsenal in zona retrocessione per più di una partita, un evento che non si verificava dal 1992. E le cose sembrano destinate a peggiorare, quantomeno nel brevissimo periodo: nel prossimo incontro di Premier League, la squadra londinese incontrerà il Manchester City di Guardiola, reduce da un eloquente 5-0 ai danni del Norwich; dopo la sosta per le Nazionali, i Gunners affronteranno proprio il Norwich all’Emirates. A quel punto, però, non è certo che in panchina ci sia ancora Arteta, sempre più sotto pressione.

I risultati raggiunti dall’Arsenal sono particolarmente negativi anche in virtù del mercato condotto dalla proprietà americana: con 147 milioni di euro investiti per i nuovi acquisti, si tratta della campagna più ricca dell’intera Premier League. I Gunners hanno rilevato i cartellini di Ben White (58 milioni versati al Brighton), Martin Odegaard (35 milioni al Real Madrid), Aaron Ramsdale (28 milioni allo Sheffield United), Sambi Lokonga (18 milioni all’Anderlecht) e Nuno Tavares (otto milioni al Benfica), tutti calciatori sotto i 23 anni e con enormi prospettive di crescita. Eppure la squadra gioca in maniera deludente, è stata letteralmente dominata dal Chelsea nel secondo derby della stagione – dopo quello minore contro il Brentford – e dà la sensazione di non poter essere competitiva nei quartieri alti della classifica.

Un’analisi impietosa – e proprio per questo interessante – sulla situazione dei Gunners è quella scritta da Jonathan Liew per il Guardian: «I gol subiti dall’Arsenal sono a dir poco ingenui: per essere chiari, non si tratta tanto di carenza tecnica quanto di una sorta di idiozia in-game, di una totale assenza di quel tipo di educazione tattica o di grammatica posizionale a cui ricorrere quando avversari di livello mondiale lanciano il pallone verso la tua area di rigore, e tu dovresti posizionarti bene e invece perdi ogni riferimento». Uno dei colpevoli di questa situazione è ovviamente Arteta, che ormai guida la squadra da quasi due anni e non è riuscito a costruire un sistema di gioco non solo spettacolare, ma anche solo efficace, equilibrato. Ma i problemi sono essenzialmente genetici, è da anni che l’Arsenal prova a superare un’evidente crisi di programmazione e identità senza riuscire a farlo. Questo calciomercato ancora in corso sembrava poter essere un ennesimo tentativo, un tentativo anche promettente. Ma finora non ha funzionato, anzi.

>

Leggi anche

Calcio
Il Marocco vuole diventare una vera potenza del calcio mondiale, e così adesso si è messo a “rubare” i dirigenti al Real Madrid
L'obiettivo del ct Regragui è alzare ancora di più l'asticella: dall'approccio difesa e contropiede, Hakimi e compagni dovranno diventare una squadra in grado di dominare le avversarie. Come fa appunto il Real.
di Redazione Undici
Calcio
E se fosse davvero, incredibilmente, l’anno dell’Arsenal?
Vince, convince e soprattutto non subisce gol. La rosa è lunga e il vero Gyokeres non si è ancora visto: tra Premier e Champions, i Gunners hanno un tabù da sfatare.
di Redazione Undici
Calcio
L’incredibile risalita del Parma dalla Serie D alla Serie A, raccontata in un libro
Si intitola Come noi nessuno mai e lo ha scritto Nicolò Fabris, che ha vissuto quest'impresa dall'interno.
di Redazione Undici
Calcio
Quella del Mjällby campione di Svezia è una storia bellissima, ma che poteva avvenire solo in Svezia
Il club di un piccolissimo villaggio ha vinto il primo titolo della sua storia. L'ex tecnico Andreas Brännström racconta com'è arrivato questo trofeo, ma anche le anomalie e gli anacronismi del modello calcistico svedese.
di Emanuele Giulianelli