Un altro pessimo inizio per l’Arsenal

Il peggiore di sempre nella storia dei Gunenrs.

All’Arsenal c’è qualcosa che non va, e questa è una realtà ormai consolidata, cristallizzata negli anni. L’avvio della stagione 2021/22, però, è qualcosa che non si era mai visto: la squadra di Arteta ha iniziato il campionato con due sconfitte e zero gol segnati, un’impresa al contrario che non era mai riuscita ai Gunners nel massimo campionato inglese – la prima stagione risale al 1903, 118 anni fa. Il doppio 0-2 contro Chelsea e Brentford ha permesso ad Arteta di aggiornare altri record negativi: il tecnico spagnolo è a quota 20 sconfitte in 60 gare di Premier League sulla panchina dell’Arsenal, una quota che Wenger – giusto per fare un confronto – aveva raggiunto dopo 116 partite alla guida dei Gunners; inoltre, gli zero punti accumulati tengono l’Arsenal in zona retrocessione per più di una partita, un evento che non si verificava dal 1992. E le cose sembrano destinate a peggiorare, quantomeno nel brevissimo periodo: nel prossimo incontro di Premier League, la squadra londinese incontrerà il Manchester City di Guardiola, reduce da un eloquente 5-0 ai danni del Norwich; dopo la sosta per le Nazionali, i Gunners affronteranno proprio il Norwich all’Emirates. A quel punto, però, non è certo che in panchina ci sia ancora Arteta, sempre più sotto pressione.

I risultati raggiunti dall’Arsenal sono particolarmente negativi anche in virtù del mercato condotto dalla proprietà americana: con 147 milioni di euro investiti per i nuovi acquisti, si tratta della campagna più ricca dell’intera Premier League. I Gunners hanno rilevato i cartellini di Ben White (58 milioni versati al Brighton), Martin Odegaard (35 milioni al Real Madrid), Aaron Ramsdale (28 milioni allo Sheffield United), Sambi Lokonga (18 milioni all’Anderlecht) e Nuno Tavares (otto milioni al Benfica), tutti calciatori sotto i 23 anni e con enormi prospettive di crescita. Eppure la squadra gioca in maniera deludente, è stata letteralmente dominata dal Chelsea nel secondo derby della stagione – dopo quello minore contro il Brentford – e dà la sensazione di non poter essere competitiva nei quartieri alti della classifica.

Un’analisi impietosa – e proprio per questo interessante – sulla situazione dei Gunners è quella scritta da Jonathan Liew per il Guardian: «I gol subiti dall’Arsenal sono a dir poco ingenui: per essere chiari, non si tratta tanto di carenza tecnica quanto di una sorta di idiozia in-game, di una totale assenza di quel tipo di educazione tattica o di grammatica posizionale a cui ricorrere quando avversari di livello mondiale lanciano il pallone verso la tua area di rigore, e tu dovresti posizionarti bene e invece perdi ogni riferimento». Uno dei colpevoli di questa situazione è ovviamente Arteta, che ormai guida la squadra da quasi due anni e non è riuscito a costruire un sistema di gioco non solo spettacolare, ma anche solo efficace, equilibrato. Ma i problemi sono essenzialmente genetici, è da anni che l’Arsenal prova a superare un’evidente crisi di programmazione e identità senza riuscire a farlo. Questo calciomercato ancora in corso sembrava poter essere un ennesimo tentativo, un tentativo anche promettente. Ma finora non ha funzionato, anzi.