Il 10 marzo 2020, quando Noni Madueke ha rinnovato il suo contratto con il Psv Eindhoven, il club olandese ha pensato di annunciare ufficialmente questa operazione di mercato interna con una clip emotional, in cui alcune immagini di Londra si sovrappongono a quelle del giovane giocatore inglese – ecco perché Londra – e con la sua voce registrata al microfono. Nulla di strano o di particolare, solo che Madueke festeggiava quel giorno i suoi 18 anni e aveva disputato solamente quattro partite con la prima squadra del Psv. Sarebbero stata anche le ultime della stagione 2019/20: la pandemia da Coronavirus aveva già rallentato il calcio europeo, pochi giorni dopo tutto si sarebbe fermato, e la Federazione olandese fu tra quelle che decisero di non ripartire fino all’estate successiva.
Basterebbe questo per restituire e per descrivere l’importanza di Madueke nell’universo-Psv. Dopotutto non succede spesso, anzi è la prima volta in assoluto che un giovane cresciuto in una grande società di Premier League – il Tottenham, nella fattispecie – decida di trasferirsi in Olanda per proseguire la sua formazione, e per anticipare la sua affermazione. Madueke ha utilizzato lo schema-Sancho – e di molti altri teenager britannici – ma ha deciso di farlo accettando l’offerta del Psv, non puntando sulla “solita” calata in Germania. In un articolo di The Athletic, una fonte non meglio identificata che fa parte del suo entourage ha spiegato che «Noni ha preso questa decisione per favorire la sua carriera: è molto equilibrato e vuole arrivare in alto, è ambizioso e pragmatico. E così ha pensato che trasferirsi in un club fuori dall’Inghilterra avrebbe potuto aiutarlo». È stata una scelta controcorrente, anche perché Madueke era annoverato tra le grandi stelle dell’Academy degli Spurs: aveva esordito con l’Under 18 all’età di 15 anni e aveva capitanato l’Under 16. Poi, però, il Psv gli ha offerto la possibilità di arrivare più presto in prima squadra, di farlo al termine di un percorso giovanile rapido e con uno sbocco sicuro in Eredivisie – una lega che offre un contesto perfetto per la valorizzazione dei giovani.
È andata proprio così, anzi è andata anche meglio: Madueke è arrivato in Olanda all’inizio della stagione 2018/19, e avrebbe dovuto aggregarsi alla squadra Under 17. Dopo i primi giorni, però, tutti si sono accorti che era troppo tardi, nel senso che Madueke era già pronto a misurarsi in un ambiente più difficile, più competitivo. E così si è unito all’Under 19 guidata da Ruud van Nistelrooy, che ha deciso di farlo giocare come esterno destro a piede invertito, oppure come trequartista a supporto della prima punta. Un anno dopo, è stato inserito nella squadra riserve che gioca nella seconda divisione olandese, e infine ha esordito nella prima squadra subito prima della pandemia.
Nell’estate 2020, il Psv ha nominato Roger Schmidt come nuovo tecnico. L’ex allenatore del Bayer Leverkusen ha deciso di dare subito a Madueke un ruolo di primo piano nel suo progetto, l’ha fatto giocare spesso da titolare – sia in Eredivisie che in Europa League – e in tante posizioni diverse, l’ha responsabilizzato, gli ha messo in mano le chiavi del gioco offensivo della sua squadra. La risposta è stata eccezionale: nove gol e otto assist fino a gennaio, poi un lungo stop e un rallentamento nel finale di stagione, prima dei botti di questa estate – sei gol e un assist nelle prime nove gare della nuova stagione, tra Eredivisie, preliminari di Champions League e Supercoppa d’Olanda. Oltre i numeri, tantissime dichiarazioni al miele – «Noni ha qualcosa di speciale: ha l’animo di un grande attaccante, ma legge bene le partite ed è molto valido tecnicamente», ha detto Schmidt – e la sensazione di avere a che fare con un talento dalle potenzialità enormi, sconfinate.
Ecco com’è andata la prima stagione da professionista di Noni Madueke
Madueke, proprio come dice Schmidt, ha la prestanza (è alto solo 176 cm, ma il suo è un fisico estremamente muscolare) e le movenze della prima punta, solo che però possiede anche un’enorme velocità, e ama sfruttarla sulla fascia destra, rientrando nel campo e sfruttando il suo piede forte, quello sinistro. Questa tendenza ad accentrarsi, però, non gli preclude la possibilità di garantire ampiezza fino alla fase conclusiva dell’azione, di puntare e superare il terzino avversario sterzando di nuovo verso l’esterno. A dispetto della sua età, dunque, Madueke è un giocatore già maturo e ragionante, non completamente da sgrezzare. Lo si è percepito chiaramente nelle gare di Champions League contro Galatasaray, Midtjylland e Benfica, e poi nella vittoriosa gara di Supercoppa contro l’Ajax: il netto, dominante 4-0 con cui il Psv ha battuto i campioni d’Olanda è stato propiziato da una doppietta in mezz’ora dell’esterno inglese, che, dopo aver fulminato Pasveer con una gran conclusione di sinistro dopo la consueta azione a rientrare, ha scherzato di nuovo la difesa di Ten Hag con una gran ricezione tra le linee, e poi ha segnato col destro, scaraventando un diagonale fortissimo, maestoso, che ha concluso la sua corsa nel sette opposto.
Come detto, le prospettive di Madueke sono ancora tutte da definire, da perimetrare. In questo senso, c’è il rischio concreto di avere a che fare con un (altro) aspirante talento generazionale, con un calciatore già molto forte, modernissimo e potenzialmente in grado di fare qualsiasi cosa. Certo, molto dipenderà da come – e dove – si evolverà la sua carriera: in questo senso, il suo mentore Schmidt è stato chiaro anche con il Psv, dicendo che «Noni si potrebbe vendere subito, ma per lui sarebbe meglio restare qui altri due anni. E sarebbe meglio anche per il club, dal punto di vista finanziario». Basta guardare il profilo Transfermarkt di Madueke e i rumors di mercato sul suo futuro per capire quanto abbia ragione: il suo cartellino è valutato già 16 milioni di euro, si è già parlato del concreto interessamento di molte squadre di primo livello, tra cii il Bayern Monaco, il Tottenham, il Milan. Forse ci sarà da aspettare, ma quasi certamente ne varrà la pena.