Il Friburgo non è mai stato così ambizioso, ma i tifosi non ne sono così felici

Un grande inizio di stagione, un nuovo stadio e le prospettive di un futuro roseo possono non bastare per soddisfare davvero i fan.

Il Friburgo sta vivendo un momento esaltante, con tantissime cose belle da celebrare: il terzo posto in classifica a un punto di distanza dal Bayern Monaco capolista; un nuovo stadio appena inaugurato dopo undici anni di lavori, più di 40 relazioni e un investimento di 76 milioni di euro; il primo ministro del Baden-Württemberg, Winfried Kretschmann, che parla del «più grande progetto nella storia del club». Insomma, tutto sembra filare a meraviglia per la piccola società biancorossa, che nel corso della sua storia è riuscita a qualificarsi alle coppe europee in sole tre occasioni, e che in ogni caso non è mai andata oltre il terzo posto in Bundesliga (colto nella stagione 1994/95). Tutto merito del tecnico Christian Streich, in carica dal 2011, e di una società che ha programmato ogni passo in avanti in maniera intelligente e puntuale, e che ora sta raccogliendo i frutti del suo lavoro.

Come detto, la costruzione del nuovo Europa-Park Stadion – gioiellino da 34mila posti – è un fiore all’occhiello, e gli stessi dirigenti del Friburgo hanno definito questa operzione come «l’unica possibilità che avevamo per cercare di rimanere competitivi». Eppure i tifosi non sembrano così felici di come stanno andando le cose. Sia lo Spiegel che la ZDF hanno pubblicato degli articoli in cui i fan biancorossi hanno espresso le loro preoccupazioni in vista del futuro, soprattutto per via del trasferimento dal vecchio Dreisam Stadium, costruito nel 1953 e in grado di ospitare 24mila spettatori. Per esempio c’è stato Uwe Stasch, direttore della comunità dei tifosi organizzati, che ha detto chiaramente che «giocare in un nuovo stadio sarà come dormire nel letto di qualcun altro, oppure in hotel». Il problema non è puramente nostalgico: certo, il vecchio Dreisam è considerato un luogo di culto per tutti i fan del Friburgo, anche per la sua particolare – e irregolare – pendenza non omogenea nei vari punti del campo, ma il vero problema è che la nascita del nuovo impianto ha portato anche a un aumento dei prezzi pari al 36%. Una scelta inevitabile ma non proprio popolare, mettiamola così.

L’altro grande problema sollevato da alcuni membri della tifoseria riguarda l’identità del club: riuscirà a sopravvivere, o meglio a rimanere inalterata anche dopo lo spostamento in uno stadio più confortevole ma inevitabilmente meno caldo? La storia del Friburgo è un po’ la riedizione in piccolo di quanto avvenuto al West Ham negli ultimi anni dopo il trasferimento all’Olympic Stadium di Londra e l’abbattimento di Boleyn Ground, ma da queste parti i risultati sono già ora convincenti. In campo e fuori: oltre ai possibili nuovi introiti derivanti da spalti più capienti, la costruzione del nuovo Europa-Park Stadion ha generato la nascita di mille nuovi posti di lavoro, e inoltre gli investimenti dell’amministrazione – circa 51 milioni di euro – hanno portato alla riqualificazione dell’intero quartiere intorno allo stadio. Oliver Leki, direttore generale del Friburgo, ha detto chiaramente che «questo investimento darà i suoi frutti negli anni, ci permetterà di avere un futuro solido e, soprattutto, di non essere più dipendenti dagli incassi del calciomercato». Quest’ultimo punto riuscirà a convincere i tifosi a dimenticare il passato e ad abbracciare il presente e il futuro?