Il primo Mondiale di palloncino è stato divertentissimo

Ha vinto il Perù, ma hanno vinto soprattutto i due creatori dell'evento: i soliti Gerard Piqué e Ibai Llanos.
di Redazione Undici

Gerard Piqué e Ibai Llanos stanno rivoluzionando i media calcistici e sportivi in generale con i loro progetti un po’ strani, sicuramente moderni e trasversali. La loro ultima trovata è andata decisamente oltre le convenzioni: a Tarragona, infatti, hanno organizzato la prima Balloon World Cup, ovvero il primo Mondiale di palloncino della storia. L’idea alla base del torneo è semplice quanto rivoluzionaria: rendere competitivo uno dei giochi più diffusi in tutto il mondo, ovvero far volteggiare un palloncino con l’obiettivo di non farlo mai cadere per terra. L’idea ha funzionato, eccome: circa 600mila spettatori hanno seguito le partite sul canale twitch di Llanos, in 75mila hanno messo il loro like al profilo Instagram ufficiale della competizione. C’erano anche a disposizione dei pacchetti per gli spettatori dal vivo: oltre ai biglietti per le partite, comprendevano anche una notte, una cena e due ingressi nel parco divertimento dove è stato organizzato l’evento – il PortAventura World.

Tutto è stato studiato nei minimi particolari, a partire dal regolamento e dagli equipaggiamenti: le sfide erano uno contro uno, e si sono svolte in un campo da gioco quadrato con il lato di otto metri in cui c’erano alcuni ostacoli che troveremmo in una casa comune – sedie, divani, tavoli, lampade – ma anche un’automobile e un videogioco cabinato. Si sono affrontati 32 giocatori in rappresentanza di altrettante nazioni diverse, tutti dotati di un casco per evitare cadute e botte dolorose alla testa. La durata delle gare è stata fissata a due minuti, allungata a cinque per la finale. L’obiettivo, come detto, era che il palloncino non dovesse cadere per terra, a patto che venisse colpito solo con le mani: in caso fosse finito sul pavimento, il punto sarebbe andato al giocatore che l’aveva toccato per ultimo.

Alla fine la vittoria è andata al peruviano Francesco de la Cruz, che in finale ha sconfitto il tedesco Jan Spiess per 6-2. Dopo il successo nell’ultimo atto, De La Cruz ha ringraziato Dio perché gli ha permesso di raggiungere questo obiettivo, quasi come se si trattasse di una medaglia d’oro olimpica – in realtà anche il premio di 20mila euro destinato al vincitore deve aver avuto un peso in questa sua dichiarazione. Anche l’Italia ha partecipato al torneo con Marco Fiorillo, ma purtroppo la sua avventura è finita al secondo turno contro un giocatore marocchino

A Tarragona c’erano anche Antonio e Diego Arredondo, i due fratelli americani che hanno dato a Piqué e Llanos l’idea di organizzare i Mondiali di palloncino. Tutto è iniziato con un loro video postato sui social: durante il lockdown hanno ammazzato il tempo giocando con un palloncino nella loro casa in Oregon, e quelle immagini sono diventate virali. Antonio ha raccontato all’agenzia Reuters com’è andato il contatto con l’agenzia di Piqué e Llanos: «Il primo video che abbiamo pubblicato ha raggiunto un milione di like in una notte. Visto il successo, abbiamo deciso di continuare a giocare sempre di più fino a quando una delle nostre partite ha attirato l’attenzione di Gerard e Ibai». Da lì, è partita la macchina organizzativa che ha portato fino al Mondiale svoltosi in Spagna. E che ora punta a diventare qualcosa di più che un evento sui social: lo stesso Ibai Llanos, su Twitter, si è chiesto quanti margini ci sono perché il palloncino possa diventare sport olimpico. Se la scelta si dovesse basare sul divertimento garantito delle partite, ci sarebbero ben pochi dubbi. Per capire cosa intendiamo, godetevi il video integrale di Brasile-Germania, una delle due semifinali:

Anche in questo caso, come ai Mondiali 2014, non è andata benissimo per il Brasile. Ma, almeno, la sconfitta è stata più onorevole
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