La sfida digitale di Italgas

Supportare l'evoluzione del tennis è fondamentale per portarlo nel futuro. Italgas sostiene questo sport e la transizione energetica con lo stesso approccio, come spiega l'ad Paolo Gallo.
di Alessandro Cappelli 19 Novembre 2021 alle 14:17

Gli Shareview sono visori per la realtà aumentata che consentono la collaborazione a distanza e la condivisione di conoscenza tra reparti tecnici e operativi di un’azienda. Si tratta di dispositivi dotati di tecnologie avanzate che consentono di svolgere molte attività con un supporto da remoto, condividendo il proprio campo visivo e ricevendo istruzioni in tempo reale: un modo pratico per migliorare le performance sul lavoro, riducendo allo stesso tempo sforzi e perdite di tempo. Gli Shareview sono un piccolo frammento della capacità di innovazione di Italgas, che ha sviluppato la tecnologia nella sua Digital Factory – un luogo di scambio di idee e connessione di competenze, il motore della trasformazione digitale dell’azienda.

È in questo luogo simbolo che Italgas costruisce il suo presente e il suo futuro. Italgas ha un ruolo da protagonista nel processo di transizione energetica dell’Italia, perché la trasformazione digitale del settore energetico è un presupposto imprescindibile per uno sviluppo davvero sostenibile. L’azienda è il primo operatore in Italia nella distribuzione del gas e il terzo in Europa: gestisce una rete di distribuzione che si estende complessivamente per oltre 74mila chilometri attraverso la quale, nel corso dell’ultimo anno, ha distribuito circa 9 miliardi di metri cubi di gas. È per questo che tutte le sue attività devono per forza avere un respiro più ampio, non possono vivere nel “qui e ora”, devono saper andare oltre.

«La transizione digitale è il fattore abilitante della transizione energetica», dice Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas. «Lo stretto legame tra i due percorsi – prosegue – è facilmente riscontrabile nel nostro settore. Una rete digitale, smart, è in grado di trasmettere milioni di dati, ricevere ed eseguire istruzioni, essere controllata da remoto. Oggi la rete digitale garantisce maggiore efficienza e qualità del servizio di distribuzione del gas, domani permetterà di accogliere e distribuire ai nostri clienti gas rinnovabili come biometano, metano sintetico e idrogeno verde rendendo sempre più concreto il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione delle economie e dei consumi al 2050 fissati dall’Unione Europea: per quella data il Green Deal prevede il raggiungimento di un nuovo mix energetico “net zero”».

Programmare a lunga scadenza, spiega Paolo Gallo, significa avere chiara la visione del percorso da compiere per realizzare la transizione energetica secondo la strada indicata da Bruxelles. Le reti del gas, con la loro capillarità e flessibilità, supportano il sistema energetico attraverso la duplice funzione di vettori e sistema di stoccaggio per il surplus di energia da fonti rinnovabili. Come? «Trasformando questo surplus in idrogeno verde attraverso l’elettrolisi sarà possibile stoccarlo in serbatoi, distribuirlo attraverso la rete, combinarlo con la CO2 per produrre metano sintetico e soprattutto differirne il consumo alla bisogna nello spazio e nel tempo», dice l’amministratore delegato di Italgas.

Innovazione, transizione digitale, transizione energetica, programmazione e cura del futuro. C’è un fil rouge tra tutti questi elementi. È un lavoro che vive di costante aggiornamento, sempre proiettato a un miglioramento. Come un tennista che deve plasmare il suo modo di stare in campo, di impugnare la racchetta e di colpire la pallina in base alle evoluzioni del gioco, alla forza dagli avversari, all’esigenza di uno sport in continua trasformazione. E allora c’è bisogno di studiare strategie nuove, di dotarsi della strumentazione adatta per la rilevazione di tutte le statistiche più utili per guidare il cambiamento. C’è bisogno di innovazione per vivere il presente e costruire il futuro. L’analogia con il tennis non è casuale. Da tempo Italgas crea partnership in Italia e nel mondo con l’universo sportivo. «Il nostro percorso al fianco della Federazione Italiana Tennis», dice Paolo Gallo, «risale a diversi anni fa. La prima partnership ha riguardato le Nazionali maschile e femminile impegnate nelle edizioni 2018 e 2019 della Coppa Davis e della Fed Cup, oltre alle rappresentative azzurre giovanili dai 12 ai 16 anni».

Ecco, affiancare e sostenere le selezioni giovanili restituisce una volta di più il senso del lavoro in prospettiva dell’azienda. «La Lawn Tennis Association (ndr) nel 2017 ha calcolato l’entità media della spesa che una famiglia deve sostenere per avviare il proprio figlio al professionismo. Si tratta di circa 300mila euro che la famiglia spenderebbe tra i 5 e 18 anni dell’atleta. Una cifra enorme, certamente non alla portata di tutti e che trasforma il tennis in uno sport elitario. È anche in virtù di queste considerazioni che abbiamo scelto di sostenere il movimento cominciando dalle attività giovanili che si svolgono nei circoli con l’obiettivo di contribuire a fare emergere il talento e premiarlo. Quantomeno offrire agli atleti più promettenti una possibilità, a prescindere dalle disponibilità familiari», aggiunge l’amministratore delegato di Italgas.

Da quest’anno l’azienda offre un supporto anche alle ATP Finals di Torino, proprio la città dove è nata Italgas, nel 1837. «Quando ci siamo avvicinati al movimento tennistico», conclude Paolo Gallo «erano altri tempi rispetto al momento d’oro che stiamo vivendo. Vedere tanti italiani primeggiare è motivo di grande orgoglio, sia da semplici tifosi sia nelle vesti di azienda partner. È stata un’emozione vedere Matteo Berrettini in finale a Wimbledon, come seguire il successo di Camila Giorgi a Montreal, e abbiamo gioito per i risultati raggiunti da atleti del calibro di Sinner, Sonego, Fognini e di tanti altri. Il nostro auspicio è che il prossimo talento possa essere uno dei tanti ragazzi che abbiamo premiato negli scorsi mesi nell’ambito dei “tornei Italgas” organizzati dalla Fit in giro per l’Italia».

Undici X Italgas
Dal numero 41 della rivista
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