Intanto, per chi non lo sapesse, il quidditch esiste davvero. Non è uguale al gioco reso celebre da Harry Potter per motivi che è facile intuire, ma è stato codificato ed è anche piuttosto diffuso soprattutto negli Stati Uniti. La prima partita venne giocata nel 2005, al Middlebury College del Vermont. Il boccino non vola da solo, per esempio, ma è portato in giro in una speciale tasca/calzino da un giocatore neutrale. Ma le scope di saggina ci sono anche nel mondo “babbano”: e non è facilissimo muoversi con una scopa tra le gambe, insomma.
La International Quidditch Association è stata fondata nel 2010 e ha 18 membri. La sede è a New York. E proprio da qui è arrivata la notizia che, con tutta probabilità, il quidditch non si chiamerà più quidditch. I motivi sono essenzialmente due. Uno di copyright: il nome quidditch è infatti un trademark della Warner Bros., e questo, secondo la federazione, rende molto difficile l’espansione dello sport e sopratutto la ricerca di sponsorizzazioni. Ma gli amanti di Harry Potter vogliono anche distanziarsi da JK Rowling, che secondo la lega ha posizioni anti-trans. I capi del quidditch mondiale sostengono che invece il loro sport sia uno dei più progressisti: c’è un regolamento che impone un massimo di quattro giocatori, su un totale di sette in campo, che si identificano con uno stesso genere.
Rowling è al centro di diverse polemiche da alcuni anni per certe sue posizioni molto criticate da persone trans e attiviste/i trans. Semplificando, Il Post ha riassunto la posizione di Rowling in un articolo del 2020 come segue: «Secondo le esistono due sessi (maschio e femmina) che dipendono da fattori anatomici e fisici (come le mestruazioni); secondo lei, però, l’inclusione nella categoria di donna richiesta dalle donne trans rischierebbe di danneggiare le persone biologicamente donne». Anche gli attori di Harry Potter hanno preso le distanze, seppur in modo tiepido, dalla scrittrice.