Cos’è quella specie di centrale nucleare che si vede dietro gli impianti delle Olimpiadi di Pechino?

Una delle immagini più strane tra quelle che si sono viste in questi giorni ai Giochi Invernali.

La scelta di assegnare le Olimpiadi Invernali 2022 a Pechino è stata criticata da molti, per molti motivi: l’inopportunità politica, i rapporti diplomatici in crisi tra Pechino e diverse nazioni soprattutto occidentali, ma anche per ragioni più squisitamente logistiche e sportive, prima tra tutte quella relativa al fatto che la neve su cui si svolgono le gare è al 100% artificiale (prima volta assoluta nella storia dei Giochi Invernali). E poi l’ultima polemica, più scenografica – quindi di contorno – che effettiva: ma cosa sono quelle torri da centrale nucleare che si vedono dietro il trampolino utilizzato in alcune gare? Per la precisione, l’impianto in questione è il Big Air Shougang, utilizzato per le prove di big air freestyle (maschile e femminile), e per quelle di big air snowboard (maschile e femminile). Mentre gli atleti cercano di conquistare la medaglia d’oro a un’altezza massima di 60 metri dal suolo, alle loro spalle si vedono camini, torri di raffreddamento, insomma sembra di essere in una centrale nucleare come quella in cui lavora Homer Simpson nella Springfield immaginaria e immaginata da Matt Groening. Ma è davvero così? Si tratta davvero di una centrale nucleare?

Più o meno: in realtà quelle che si vedono sono alcune delle strutture di una ex acciaieria, di proprietà del gruppo siderurgico Shougang, dismessa prima di un’altra Olimpiade, quella estiva del 2008 – che si è tenuta sempre a Pechino. Oltre all’impianto di Big Air permanente, primo al mondo nel suo genere, l’ex parco industriale ospita anche il quartier generale del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi invernali. La riqualificazione è terminata il 31 ottobre 2019, a meno di un anno dall’inizio effettivo dei lavori. L’impianto è stato aperto al pubblico poche settimane dopo, per la prova di Coppa del Mondo di specialità che si è disputata a dicembre. Il polo siderurgico originario è stato aperto nel 1919, e parte dei resti non sono mai stati demoliti: anzi, una delle torri è diventata una sorta di supporto pubblicitario all’evento, infatti è stata adornata con il logo dei Giochi Olimpici Invernali 2022.

Da un punto di vista puramente geografico, il Big Air Shougang si trova a pochi passi dal Kunmíng Hú, un bacino idrico artificiale al centro dell’area dell’Antico Palazzo d’Estate di Pechino. Il governo della capitale cinese ha definito il sito «un’area dimostrativa verde e sostenibile», anche se in realtà le emissioni carboniche legate alla produzione dell’acciaio non sono state cancellate, piuttosto allocate in altri poli industriali del Paese – per la precisione, la CNN riporta che il ciclo produttivo della vecchia acciaieria è stato sportato Caofeidian, nell’adiacente provincia di Hebei. La conversione degli impianti è stata affidata allo studio di architettura TeamMinus, il quale ha progettato una struttura in acciaio – ironico, inevitabile – posta a pochi metri dalle vecchie torri di raffreddamento. Oltre all’impianto dedicato espressamente alle gare e agli uffici del comitato organizzatore, è stato allestito anche un hub di ingresso per gli spettatori che potranno assistere agli eventi. Nel sito saranno costruiti anche altri uffici, un centro conferenze, un museo e perfino un parco acquatico.