Non è la prima volta che Mbappé passa attraverso le persone

Il meraviglioso gol contro il Real Madrid è un pezzo importante del suo repertorio.

Il problema della mente umana è che la memoria è limitata. Nel senso: può immagazzinare informazioni all’infinito, ma c’è bisogno che si crei spazio per poterle mantenere, per non disperderle. Per quanto riguarda Kylian Mbappé, questo problema di spazio limitato ha pesato e pesa nel determinare percezione che abbiamo di lui: i suoi numeri in fase realizzativa – che sono spaventosi: a 23 anni ha segnato 185 gol in 275 per squadre di club, ha accumulato 32 gol in 54 partite di Champions, di cui 14 nella fase a eliminazione diretta – e la sua velocità senza senso hanno fatto in modo che lo vedessimo principalemente come un freak da contropiede, come uno scattista che non perde rapidità palla al piede e che si trasforma in un cecchino a due passi dalla porta avversaria. Nella nostra mente, dunque, Mbappé è un giocatore fortissimo ma elementare, per non dire primordiale: l’idea perfetta è lanciare la palla in avanti, così lui la conquisterà, la trasporterà in area di rigore e segnerà. Quasi sicuramente.

Niente di male o di sbagliato. Anzi: ad avercene, di attaccati così forti, così spietati, così veloci, ovviamente così giovani ma già così letali. Basterebbe questo a renderlo uno dei calciatori più forti del mondo. Ben oltre la predisposizione innata al gioco in contropiede. E invece questa è solo una parte di un repertorio decisamente più grande, più vario, più bello. Kylian Mbappé ce l’ha ricordato ieri sera, per tutta una partita in cui la squadra avversaria non ha fatto altro – ma letteralmente: il Real Madrid ha tirato tre volte verso la porta di Donnarumma, senza centrare mai lo specchio – che cercare di limitarlo, di fermarlo, di togliergli la profondità rimanendo bassa, compatta, a difesa della propria area di rigore e del proprio portiere. In una partita in cui, detto brutalmente, non c’era spazio per correre, Kylian Mbappé è riuscito comunque a tirare sette volte verso la porta avversaria, a conquistarsi un rigore, a superare il proprio avversario diretto in dribbling per quattro volte.

Il meraviglioso gol che ha deciso il risultato è una conseguenza di tutto questo. Di una partita dominata, di una qualità incredibile in tutti i fondamentali: stop, sensibilità di tocco, gioco nello stretto. Mbappé ha continuamente sottoposto i difensori del Real Madrid a una pressione incredibile, ogni azione era potenzialmente pericolosa, sono arrivati al minuto 93′ e Mbappé era ancora lì a puntarli, con lo stesso sprint, con la stessa imprevedibilità, come se fosse appena entrato dalla panchina. Quindi, pensiamoci bene prima di accusare Lucas Vázquez o Militão di aver difeso male nell’azione che è iniziata pochi istanti dopo il minuto 93′: provateci voi a contenere Mbappé per tutta una partita senza impazzire, senza concedere un po’ di spazio, un piccolo errore.

Lo stesso attaccante francese, intervistato da Canal Plus nell’immediato postpartita, l’ha descritta in maniera semplice, la sua azione da favola: «In quel momento sono fiducioso. Ney ha la palla, ci sono due giocatori su di lui, io faccio un movimento e mi faccio vedere. Lui me la dà di tacco. A quel punto è un duello contro due, e io sono nella zona giusta, quella in cui l’attaccante ha sempre il controllo di quello che succede. I difensori arretrano, io li punto, decido dove voglio andare, ci vado. E poi riesco a metterlo tra le gambe di Courtois». In queste parole, è come se Mbappé avesse descritto se stesso come un organismo etereo, fatto di aria e quindi in grado di passare attraverso le persone. Senza poter essere toccato. Figuriamoci se c’è qualcuno che può fermarlo.

Un gol da vedere e rivedere

Queste azioni succedono sempre, quando Mbappé è in campo. E succedono da sempre, fin da quando Mbappé è diventato un calciatore – giovanile o professionista, parlando di lui questa distinzione non ha molto senso. Come si diceva prima: le sue caratteristiche e la bellezza di tutto ciò che fa in campo aperto, nei pressi della porta avversaria, finiscono per farci dimenticare che invece Mbappé è un fenomeno assoluto anche nel dribbling, nelle giocate più squisitamente tecniche, nella capacità di evitare gli avversari senza perdere il controllo del pallone. Di farlo più e più volte, anche nel corso della stessa partita. In questo senso, ci sono i dati a supporto: in questa stagione, secondo le rilevazioni di Whoscored, Mbappé è il secondo miglior dribblatore del Psg con 3,5 tentativi riusciti per match; Neymar è primo con 3,7, Lionel Messi (!) è terzo con 2,5; ovviamente è anche il miglior realizzatore (22 gol complessivi) e il miglior assistman della rosa di Pochettino (16 passaggi decisivi). Ma torniamo ai dribbling: considerando solo la Ligue 1, ha una percentuale di duelli uno contro uno riusciti pari al 57%. Questo vuol dire che Mbappé punta gli avversari e riesce a superarli quasi sei volte su dieci, senza perdere il pallone.

E se questi numeri vi sembrano freddi e privi di significato, se credete che si tratti di dribbling elementari, di giocate che sono frutto della sua incredibile velocità più che della pura tecnica di base, ci sono diversi video – su YouTube, su Twitter – che mostrano delle cose di Kylian Mbappé che tendiamo a dimenticare. A non tenere impresse nella nostra memoria volatile. Tipo che sa nascondere il pallone e sa passare attraverso le persone. Sono cose che possono decidere una partita, anche contro il Real Madrid. Soprattutto contro il Real Madrid, viene da dire, dopo quello che abbiamo visto ieri sera. È arrivato il momento di godere, e di ricordare: