Aubameyang si è già preso il Barça?

La doppietta (tripletta) al Valencia ha mostrato che l'ex capitano dell'Arsenal potrebbe essere il centravanti giusto per il nuovo corso di Xavi.

Considerando il caos in cui è stato chiamato a lavorare, Xavi sta compiendo davvero un miracolo. Non era e non è facile pensare che l’ex tecnico dell’Al-Sadd potesse costruire una squadra credibile in una selva di contratti rinnovati al ribasso, di acquisti multipli e forse anche un po’ casuali, di crisi emotive e di inevitabili assenze – per infortunio, squalifica, problemi vari – che colpiscono tutte le squadre del mondo. Eppure Xavi ci sta riuscendo, come dimostrano non tanto i risultati, quanto le prestazioni del suo Barça: gli azulgrana hanno vinto solo cinque delle dieci partite giocate nel 2022, ma anche in alcune delle gare pareggiate – prima tra tutte quella contro il Napoli in Europa League – hanno dimostrato di avere un’identità già molto marcata, o quantomeno una chiara direzione tattica. In un contesto del genere, i giocatori bravi e con caratteristiche affini al progetto possono avere un impatto importante.

Per esempio Pierre-Emerick Aubameyang, centravanti atipico di qualità, un calciatore spesso dimenticato quando si compilano la lista dei migliori attaccanti d’Europa – forse anche a causa di un atteggiamento sbagliato o comunque equivocato da media, allenatori, compagni di squadra. La doppietta-tripletta di ieri contro il Valencia (la partita del Mestalla è finita 4-1 in favore del Barça) è lì a dimostrarlo: Aubameyang ha segnato sfruttando un lancio in verticale di Jordi Alba, poi ha concluso una classica azione di accerchiamento in stile-Barça con un tocco in scivolata; nella ripresa ha deviato quasi impercettibilmente un bellissimo tiro di Pedri, prendendosi un gol che non avrebbe dovuto essere suo, e invece lo è diventato. Ma resta un dettaglio numerico, anche se di valore, all’interno di una giornata molto positiva per la squadra di Xavi – che ha consolidato il suo quarto posto, a breve distanza dal terzo – e per lo stesso ex capitano dell’Arsenal, in lizza per diventare l’attaccante di riferimento del nuovo corso.

Anche contro il Napoli si era avvertita una prossimità piuttosto interessante tra il Barcellona di Xavi e le caratteristiche di Aubameyang. La squadra di Xavi è inevitabilmente legata alla tradizione azulgrana del gioco di posizione, del possesso palla intensivo, della difesa alta e ambiziosa, ma ovviamente gli interpreti sono diversi rispetto al passato. Banalmente: Busquets è ancora Busquets ma va per i 34 anni; Gavi è fortissimo ma non è Iniesta; Pedri è favoloso ma non assomiglia per niente al suo nuovo allenatore; De Jong, Traoré e Ferrán Torres hanno le qualità che servono per imporsi nel Barça ma devono essere attivati, sfruttati, valorizzati con movimenti, meccanismi, concetti diversi rispetto al passato. Xavi è consapevole di tutto questo, e si vede: il suo Barcellona è una squadra che cerca di restringere il campo ma poi lo allarga e lo allunga improvvisamente, quando necessario. In questo contesto, un attaccante – ripetiamo – atipico come Aubameyang, un centravanti alto (187 centimetri secondo Wikipedia) ma non pesante, fisicato eppure scattante, mobile, dinamico, eppure con una buona tecnica di base, può avere un ruolo importante.

Basta rivedere il primo gol per capire cosa intendiamo: Jordi Alba intuisce, vede e premia il suo taglio, poi Auba è bravissimo nel mettersi davanti agli avversari, a stoppare il pallone senza perdere il passo, a battere Mamardashvili con un tiro immediato sul primo palo. È un’azione significativa per capire cosa può essere, Abameyang nel e per il Barcellona: il centravanti gabonese mostra di possedere la qualità tecnica necessaria per controllare il corpo e il pallone, per non disperdere un lancio perfetto come quello di Jordi Alba, basterebbero uno o due movimenti del genere a partita per rendere più vario, quindi meno intellegibile, il gioco della squadra di Xavi.

Il primo gol di Aubameyang contro il Valencia

Anche contro il Napoli si sono visti un paio di idee e giocate del genere, certo la difesa del Valencia è decisamente meno solida rispetto quella di Spalletti, e poi nel match di Europa League Ferrán Torres è stato – a dir poco – impreciso sotto porta, quindi è mancato il riscontro nel tabellino. Ma è stato lo stesso Xavi a far capire che Aubameyang potrebbe prendersi il Barça e aprirgli nuove strade: il tecnico catalano, nella conferenza stampa subito dopo la gara col Valencia, ha detto che «Auba è un giocatore di primo livello, ha segnato tantissimi in gol in tutte le squadre in cui ha militato e c’era da aspettarsi che segnasse anche qui. È maturo, intelligente, sa attaccare bene gli spazi: è perfetto per il Barcellona, e io sono molto felice di allenarlo». La frase chiave è quella sugli spazi da attaccare: una novità assoluta per il Barça, per la sua storia tattica, forse anche per lo stesso Xavi. Non certo per  Pierre-Emericj Aubameyang, che a 32 anni potrebbe davvero cogliere l’occasione per quella consacrazione assoluta che finora ha solo accarezzato, sfiorato, al Borussia Dortmund come all’Arsenal. Chissà, forse non è ancora fuori tempo massimo.