Il Liverpool ha vinto la Coppa di Lega anche grazie alle neuroscienze

La squadra di Klopp ha collaborato alla preparazione dei calci piazzati con un'azienda tedesca specializzata in quest'ambito.

La vittoria del Liverpool in Coppa di Lega è arrivata al termine di una finale infinita e ricca di colpi di scena: 120 minuti più recupero di grande equilibrio con il Chelsea, addirittura quattro gol annullati (tre ai Blues, di cui due ai supplementari, e uno ai Reds) e poi 22 rigori in una lunghissima lotteria finale. L’errore decisivo è stato quello di Kepa, mandato in campo da Tuchel proprio per la sua bravura sui penalty, solo che in questo caso la scelta non è che abbia funzionato proprio alla grande, anche perché il portiere basco non è riuscito a fermare nemmeno un tiro dei giocatori di Klopp. Proprio questo aspetto è stato sottolineato dal manager tedesco nelle interviste del postpartita: stuzzicato con una domanda sulla grande freddezza e precisione dei suoi uomini dal dischetto, Klopp ha detto che «i complimenti vanno fatti a loro, ovviamente, ma anche a neuro11 per il supporto nella preparazione dei calci piazzati».

Ma che cos’è neuro11? È un’azienda tedesca specializzata in attrezzature e pratiche legate alle neuroscienze che questa estate ha iniziato a lavorare con i Reds, e che ha contribuito ad allenare i giocatori su alcuni aspetti specifici del gioco. Tra cui, per l’appunto, i calci di rigore e tutte le altre situazioni di palla inattiva. Il Times ne aveva già parlato in questo articolo piuttosto interessante: i calciatori vengono equipaggiati con degli elettrodi che misurano l’attività elettrica del cervello, così da stabilire se sono “in the zone”, ovvero perfettamente concentrati rispetto a ciò che devono fare durante l’esecuzione di uno schema su angolo o punizione, o prima di battere un calcio di rigore.

Il dottor Niklas Häusler, fondatore della società, ha spiegato che «si tratta di un processo altamente individualizzato: l’attività cerebrale nelle varie situazioni è diversa per ogni essere umano. Le nostre rilevazioni ci permettono di capire come e quando un giocatore reagisce a ciò che gli succede intorno, quindi l’esatta dinamica su cui lavorare nelle sessioni di allenamento». In pratica, i neuroscienziati e le apparecchiature di neuro11 riescono a capire se un giocatore si sente più a suo agio – e quindi rende di più – se osserva un punto fisso davanti a sé oppure il portiere prima di calciare un rigore, oppure se per lui ha senso entrare in area di rigore qualche secondo o solo qualche istante prima della battuta di un calcio d’angolo, perché alcuni riescono a tenere alta la concentrazione fin da subito, altri invece tardano a entrare “in the zone”, ma poi riescono a restarci per un tempo più lungo.

I risultati sono sorprendenti: in questo momento il Liverpool è la squadra di Premier League che ha segnato più gol su azione da palla inattiva (15 esclusi i rigori, di cui 11 da corner e quattro da punizione indiretta), poi è arrivata l’abbuffata di rigori trasformati contro il Chelsea. Sono proprio gli aspetti curati da neuro11 in estate e poi con delle sessioni supplementari che si sono tenute negli ultimi giorni nel centro d’allenamento del Liverpool. Ecco perché Klopp ha ringraziato l’azienda di Häusler e di Patrick Häntschke, un ex calciatore con un passato nel giovanile dell’Energie Cottbus: entrambi, non a caso, erano presenti a Wembley per la finale contro il Chelsea e dopo la partita si sono fatti scattare una foto con la Coppa di Lega – lo scatto è stato pubblicato sul profilo Twitter dell’azienda.