Un altro Barcellona e un altro Messi, dieci anni fa

Il 7-1 degli Azulgrana contro il Bayer Leverkusen, con cinque gol di Messi, è stato uno degli apici dell'era-Guardiola.

Domani sera si gioca Real Madrid-Psg, probabilmente la partita più attesa – e anche più bella – di questa edizione della Champions League, almeno finora. Probabilmente il giocatore che freme più di tutti per scendere in campo al Bernabéu è Lionel Messi, non fosse altro che la Champions, per lui, ha un effetto balsamico: se in Ligue 1 la sua stagione è a dir poco deludente – almeno a livello numerico: appena due gol in 17 partite – in Europa la situazione è decisamente migliore, infatti Leo ha segnato cinque gol in sei partite. C’è anche voglia di rivalsa, da parte sua: nel match d’andata si è fatto parare un rigore da Courtois, poi però è arrivata la prodezza di Mbappé e quell’errore è stato un po’ dimenticato.

Per caricarsi, Messi può andare a ripescare le immagini di una partita giocata esattamente dieci anni fa. Quando lui e il Barcellona, allenato da Pep Guardiola, erano all’apice del loro percorso comune. Anche allora era Champions League, anche allora era la gara di ritorno degli ottavi di finale. Il Barça scese in campo al Camp Nou – dopo la vittoria per 3-1 nel match d’andata in Germania – con la seguente formazione: Victor Valdés, Dani Alves, Piqué, Mascherano, Adriano; Xavi, Busquets, Iniesta; Messi, Fàbregas, Pedro.

Era decisamente un altro Barça rispetto a quello di oggi – seppure la squadra catalana, ora allenata da Xavi sia in netta ripresa. Ma era anche un altro Messi: l’argentino, infatti, chiuse la partita con cinque gol, e diventò così il primo giocatore a riuscire in questa impresa statistica dal 1992, vale a dire dal rebranding della vecchia Coppa dei Campioni. Dopo di lui ci sarebbe riuscito solo Luiz Adriano, in un’oscura partita della fase a gironi tra il suo Shakhtar Donetsk e il BATE Borisov. Nella notte del Camp Nou, Messi riuscì a segnare praticamente in tutti i modi: con un sontuoso pallonetto in diagonale; con la sua proverbiale azione a rientrare sul sinistro e il suo proverbiale tiro sul secondo palo; con un’altra meravigliosa palombella, realizzata addirittura con il piede destro; con un semplicissimo tocco sotto porta dopo una presa a saponetta del portiere avversario; con un altro bel tiro dal limite che si infila sul secondo palo. Gli altri due gol del Barça furono opera di Tello, subentrato nella ripresa al posto di Iniesta. Per il Bayer, il gol della bandiera fu realizzato da Bellarabi nei minuti di recupero.

Al termine della partita, l’allenatore del Baye, Robin Dutt, rilasciò un’intervista in cui provò a dare spiegazione medico-scientifica alla supremazia assoluta del Barcellona nei confronti della sua squadra, e di tutti gli avversari: «Ti fanno correre a vuoto per una quantità incredibile di tempo, così quando riesci a recuperare il pallone i tuoi giocatori hanno una frequenza cardiaca di 200 battiti al minuto. Questa condizione di fatica non permetterebbe ad alcun essere umano di organizzare un’azione offensiva sensata. Di conseguenza, i giocatori sono destinati a perdere di nuovo il pallone, a riconsegnarlo al Barcellona». Come se non bastasse tutto questo, la squadra di Guardiola aveva anche Messi nel suo massimo splendore. A fine anno solare 2012, il fuoriclasse argentino toccò la quota irreale di 91 gol in 69 partite ufficiali con club e Nazionale. Un record mondiale che resisterà ancora per chissà quanto tempo.

Momento nostalgia