Sono iniziati i festeggiamenti per i quarant’anni dalla fondazione di Stone Island. Il brand di Carlo Rivetti, fondato nel 1982, ha sempre avuto un’anima profondamente innovatrice, ha sempre cercato nuove strade – tecnologiche e di design – per portare i suoi capi a un livello superiore. È proprio su questo aspetto che si concentra il video Stone Island – Four Decades of Innovation, un racconto visuale di un minuto e mezzo che esalta i valori e il dna dell’azienda. I creativi di Stone Island sono partiti mostrando tutto lo studio che c’è dietro la realizzazione dei tessuti, poi sono passati ai colori, infine hanno celebrato quarant’anni di successi mostrando tutti gli iconici badge con la rosa dei venti, logo storico dell’azienda. La prima frase è come un manifesto: «Function is the purest form of aesthetic».
Fin dalla fondazione, a opera di Massimo Osti, Stone Island ha avuto in testa l’idea di rivoluzionare la moda attraverso la ricerca: la prima collezione di Osti parte dallo studio di un materiale speciale, un telone da camion bifacciale e bicolore, che dà origine a un giaccone di grande fascino e qualità. La tela viene denominata Tela Stella, i primi capi prodotti sono sette. Da lì in poi Stone Island, anche grazie all’ingresso in società di Carlo Rivetti (avvenuto nel 1983), colleziona un successo dietro l’altro, sempre sull’onda della sperimentazione costante.
Stone Island ha un legame particolare con il calcio, profondo e unico da sempre: negli anni Novanta diventa, con Burberry, Aquascutum e altri brand italiani come Fila, Tacchini e Ellesse, uno dei marchi di riferimento dei casuals, hooligan molto eleganti che si fecero conoscere, in Inghilterra e in Europa, per essere… poco inclini al tifo morigerato.
È iniziato tutto, ci raccontava Carlo Rivetti in un’intervista, per colpa di Éric Cantona: «Non mi ricordo l’anno», disse, «ma Cantona andò in negozio da noi a Manchester e si comprò delle maglie. Poi andò in televisione con le nostre maglie per tre volte di seguito. E da lì partì tutto». Sorprendentemente, Stone Island è riuscito poi a non rimanere prigioniero dell’immaginario, ma a sfruttarlo a suo vantaggio: mantiene ancora oggi un certo profumo di stadi, di “terrace culture”, ma con una raffinatezza unica e, come visto, una ricerca tecnologica senza pari.
Dal 2020, l’azienda è entrata nel gruppo Moncler, sempre con la volontà di contaminare mondi apparentemente lontani come moda, sport, musica e cultura. E con un’idea in testa: sintetizzare, con una lingua e uno stile sempre più moderni, ricerca estrema e funzionalità massima. Sotto, il video che annuncia l’inizio dei festeggiamenti per i quarant’anni del brand.