In Italia gli allenatori durano pochissimo

Considerando le cinque leghe top, la Serie A è quella che concede meno tempo ai tecnici.
di Redazione Undici 21 Marzo 2022 alle 18:26

I luoghi comuni e le narrazioni stereotipate sono sempre sconsigliate e spesso maleodoranti di pregiudizio, e su questo non c’è dubbio. L’ultimo rapporto dell’osservatorio calcistico CIES, però, ha confermato che il calcio italiano soffre effettivamente di una malattia piuttosto significativa: l’incapacità di dare il giusto tempo a un allenatore perché possa effettivamente incidere sulla sua squadra. Perché possa fare bene il suo lavoro, o quantomeno provarci. I dati che emergono dalla rilevazione, infatti, mettono il campionato italiano al quinto e ultimo posto, considerando solo le leghe top in Europa, per permanenza media degli allenatori: 384 giorni, poco più di un anno. La Ligue 1 è vicinissima, con 385 giorni di permanenza media, ma dall’analisi degli altri tre campionati vengono fuori cifre molto diverse: in Liga, un allenatore tiene il suo incarico per 617 giorni prima di essere sollevato dall’incarico, oppure prima di dimettersi; in Bundesliga questa cifra sale fino a 628 giorni, mentre in Premier League si arriva a 772 giorni.

Considerando solo questo dato, la lega italiana è indietro rispetto a tanti altri campionati medio-borghesi, per esempio l’Eredivisie olandase, la Primeira Liga portoghese, la J-League giapponese; peggio della Serie A fanno la Pro League belga (299 giorni medi di permanenza per un allenatore), la Liga MX messicana (286), la Süper Lig turca (217) e il Brasilerão (163). La maglia nera spetta al campionato saudita, in cui un tecnico resiste in media 156 giorni sulla stessa panchina: un dato inferiore di dieci volte rispetto alla Premier League nordirlandese, in cui ogni allenatore riesce a mantenere il proprio posto di lavoro per 1563 giorni, in media. E in cui il 72% dei manager attualmente in carica lavora nello stesso club da più di due anni.

Il CIES ha rilevato anche quest’altra particolare statistica, ovvero il numero di tecnici che durano più di due anni alla guida della stessa squadra. Considerando le cinque leghe top l’Italia, in questo senso, offre agli allenatori un contesto ancora difficile, ma non il peggiore in assoluto: in Ligue 1, infatti solo due allenatori (il 10%) non cambiano club da più di due anni; in Italia questa cifra si alza al 15%, mentre in Spagna tocca quota 20%. La situazione migliora di molto in Germania (27,8%) e soprattutto nella Premier League, in cui ci sono nove manager su 20 (il 45%) che lavorano nella stessa società da due o più stagioni. Anche questo luogo comune, quello per cui il calcio inglese offre più tempo agli allenatori per esprimersi al meglio, trova riscontro nella realtà. Solo che in questo caso di tratta di un luogo comune positivo.

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