Gli Under 21 trovano poco spazio in tutta Europa, non solo in Serie A

In Liga e Premier la situazione non è molto migliore, mentre in Germania e Francia c'è più spazio per i giovani.

Dopo la grande delusione per l’eliminazione della Nazionale maschile dai Mondiali, la seconda consecutiva, il calcio italiano è finito – ancora, per l’ennesima volta – nel mirino della critica per la sua storica ritrosia a dare spazio ai giovani. Molti commentatori hanno evidenziato come la Serie A sia un campionato in cui gli Under 21 non hanno il minutaggio necessario e quindi non possono sviluppare le loro doti, e allora si innesca un loop negativo che porta gli allenatori a non concedere fiducia a chi non ha abbastanza esperienza, e così via, fino ad arrivare alla scarsa competitività della Nazionale. Come per tutte le cose del calcio e della vita, però, è giusto porsi una domanda: si tratta di un problema reale? È proprio vero che la Serie A non è il contesto più ospitale per i giovani di talento?

La risposta a queste domande è sì. I dati sono lì a testimoniarlo, e sono stati rilevati e raccolti dall’osservatorio calcistico CIES nel suo ultimo rapporto: considerando le partite di Serie A dal primo gennaio 2021 a oggi, la quota di minuti di gioco concessa a calciatori sotto i 21 anni, non importa se italiani o stranieri, è stata pari al 3,9%. È il terzo numero più basso della confederazione Uefa: solo la Süper Lïg turca (2,3%) e la Super League greca (3,2%) hanno un dato inferiore rispetto a quello del massimo campionato italiano. Per chi volesse approfondire, in questa pagina di Transfermarkt, c’è la classifica degli Under 21 più utilizzati: al primo posto c’è Aaron Hickey del Bologna, in campo per 2145 minuti complessivi in Serie A; sul podio ci sono anche Stephane Singo e poi Sandro Tonali, primo dei quattro italiani in Top 10 – gli altri sono Raoul Bellanova, Andrea Carboni (entrambi del Cagliari) e Destiny Udogie (Udinese).

Il rapporto del CIES ci permette di guardare anche fuori dal nostro Paese. È un modo per scoprire che la Serie A ha sicuramente dei problemi, dei problemi che restano e vanno risolti, ma che questa situazione riguarda anche altri grandi campionati europei: il minutaggio concesso agli Under 21 in Liga (4,2%) e in Premier League (4,4%) è appena superiore. Insomma, sarebbe azzardato – per non dire assurdo – scrivere e pensare che un delta di zerovirgola possa incidere in modo così netto sulla capacità di rifornire la Nazionale, senza trascurare il fatto che la Liga e (soprattutto) la Premier League sono le due leghe più competitive al mondo e che la Spagna e l’Inghilterra sono arrivate in semifinale e in finale agli ultimi Europei. Insomma, la ritrosia a dare spazio e fiducia ai giovani è una caratteristica dei campionati più importanti. Considerando le cinque leghe top in Europa, Bundesliga e Ligue 1 fanno un po’ meglio: in Germania il minutaggio concesso agli Under 21 è pari al 7,1%, in Francia si arriva a quota 9,1%. Ecco, questi sono i numeri a cui tendere, ma è vero anche che stiamo parlando di due campionati in cui ci sono due top club inarrivabili – Bayern e Psg, ovviamente – mentre tutte le altre squadre approcciano al mercato in maniera intensiva, scovano e formano giovani talenti a ritmo continuo, senza grande continuità progettuale. Insomma, si tratta di contesti diversi, forse più sani, probabilmente più efficaci per rifornire le rappresentative nazionali, ed è giusto capire se e come è possibile imitarli, piuttosto che dare tutto per scontato, rifiutando la complessità.