La Nazionale degli Stati Uniti è riuscita laddove quella italiana ha fallito: dopo aver saltato l’edizione 2018 della Coppa del Mondo, è riuscita a qualificarsi per la fase finale che si disputerà in Qatar tra novembre e dicembre 2022. Non è stato un cammino facilissimo: gli americani hanno conquistato il terzo posto nel girone finale CONCACAF solo grazie alla miglior differenza reti nei confronti della Costa Rica, a cui non è bastato il 2-0 ottenuto a San José, nell’ultima giornata, per ribaltare la situazione. Poco male per gli Usa, in ogni caso, anche perché le scelte del commissario tecnico Gregg Berhalter hanno privilegiato un gruppo davvero giovanissimo, quindi all’esordio in una campagna di qualificazione ai Mondiali: considerando l’ultima rosa dei convocati, c’erano sette giocatori sotto i 22 anni e addirittura dodici Under 23. Tra questi, anche alcune conoscenze del calcio italiano ed europeo: Christian Pulisic (Chelsea), Timothy Weah (Lille), Gianluca Busio (Venezia), Gio Reyna (Borussia Dortmund) e Ricardo Pepi (Agusburg).
È evidente che l’idea di Berhalter e della Federazione è stata quella di ricostruire la Nazionale ma anche di mettere le basi per un progetto che vada oltre questi Mondiali, per un vero e proprio ciclo. E non solo nell’ambito della CONCACAF, ma a livello globale: secondo i dati raccolti dal profilo Twitter @Burgermeister73, che ha rilevato l’età media delle rappresentative che si sono qualificate alla fase finale di Qatar 2022, quella degli Usa è la squadra più giovane in assoluto, con un’età media di 24,3 anni. Ecuador e Marocco, che completano il podio di questa particolare classifica, hanno entrambe un’età media di 26,3 anni. L’Inghilterra è la prima Nazionale europea, quarta: l’età media dei giocatori scelti da Southgate nel percorso di qualificazione è stata di 26,6 anni. Dall’altra parte della classifica, ci sono Belgio, Giappone, Perù e Costa Rica: le prime due sono già qualificate per Qatar 2022 e hanno un’età media di 29,3 anni; Perù e Costa Rica affronteranno gli spareggi interzona con un’età media che sfiora quota 30, rispettivamente 29,8 e 29,9.
Più o meno come sta avvenendo per il Canada, dunque, anche gli Stati Uniti stanno cercando di sfruttare una fioritura di talenti in grado di imporsi in una MLS sempre più competitiva e poi anche di emigrare all’estero. Oltre ai giocatori già elencati nel primo paragrafo, nella lista compilata da Berhalter prima di questo break internazionale c’erano altri otto giocatori di stanza in Europa, vale a dire Zack Steffen (Manchester City), Ethan Horvath (Nottingham Forest), Jordan Pefok (Young Boys), Shaq Moore (Tenerife), Erik Palmer-Brown (Troyes), Antonee Robinson (Fulham), Luca de la Torre (Heracles Almelo), Reggie Cannon (Boavista). A questo gruppo vanno aggiunti anche Weston McKennie (Juventus) e Sergiño Dest (Barcellona), assenti per infortunio nelle ultime partite. Ecco, tutto questo gruppo è composto da giocatori più o meno famosi, ma in ogni caso con età inferiore ai 27 anni; il più “anziano” è Steffen, che ne ha 26. Insomma, stiamo parlando di una squadra davvero di prospettiva, che magari non ha ancora la qualità per andare ai Mondiali da favorita ma di certo può guardare al futuro con un certo ottimismo, dopo anni di crisi.