L’ingresso di Phil Foden ha cambiato Manchester City-Atlético Madrid

Il suo assist ha fatto crollare il fortino difensivo di Simeone.

Al minuto 68′ i volti all’Etihad Stadium sono tesi. Qualcuno manda giù un sorso di birra chiudendo gli occhi, altri hanno le guance rosse, accaldate: è tutta la sera che, sugli spalti, si urla di rabbia. Perché l’Atlético Madrid di Simeone è la nemesi perfetta del calcio di Guardiola. E il Manchester City ha vissuto un’intera partita in compagnia dei fantasmi, ha provato a schiodare uno 0-0 che sembra avere un’anima d’acciaio. Anche perché il Cholo ha esasperato la vocazione difensiva dell’Atlético: fin dall’inizio del primo tempo, il tecnico argentino ha disposto la sua squadra con un copertissimo 5-5-0, una sorta di catenaccio moderno a cui affidare le speranze di uscire indenni dalla sfida di Manchester, per poi poi giocarsi tutto nella bolgia del Wanda Metropolitano. Il Cholo del resto conosce se stesso, così come anche i limiti della sua squadra: i Colchoneros sono campioni di Spagna, ma non possono giocarsela a campo aperto con il City. E allora l’allenatore ha scelto la trincea. Con il passare dei minuti, la strategia dell’Atlético si sta concretizzando nella realtà: il City non ha mai tirato in porta, né tantomeno l’ha mai sfiorata in maniera pericolosa; dall’altra parte, le poche folate offensive di Grienzmann e Llorente sono state contenute bene dai difensori di Pep. Lo 0-0, insomma, sta diventando un’ipotesi sempre più probabile.

Al minuto 68′, però, Guardiola ha deciso di cambiare. Tre sostituzioni, e tra queste c’è quella che riguarda Phil Foden. Le indicazioni del suo allenatore sembrano chiare, anche se non possiamo sentirle: vai e inventa. Lui, Foden, entra in campo con le maniche lunghe e lo sguardo irriverente tipico di ogni 21enne inglese. Quando si alza la lavagna luminosa a bordo campo, l’applauso dello stadio di trasforma in boato: tutti si alzano in piedi, sanno, sentono che potrà succedere qualcosa. Del resto Foden è stata una delle grandi scoperte/invenzioni di Guardiola al City, e ora sta vivendo un’altra trasformazione: dopo essere stato mezzala e poi esterno creativo, Pep lo sta schierando come (finto) attaccante centrale, o almeno era andata così fino a ieri sera. Fino a quando, entrando al posto di Mahrez, ha preso il suo posto sulla fascia destra – con Gabriel Jesus nello slot di prima punta. Proprio dalla fascia destra, al minuto 69′, è partita l’azione che ha cambiato la partita: Foden trascina il pallone sulla trequarti con il destro; lo allunga tanto quel che basta per evitare due avversari, e meno di un istante dopo lo tocca di nuovo con il sinistro per imbucare uno spazio che vedono solo lui e De Bruyne, il calciatore che si sta inserendo; il belga indovina il diagonale, Oblak non ci arriva con i piedi, ed è 1-0.

La gioia è rabbiosa. L’urlo dell’Etihad è liberatorio. De Bruyne corre verso gli spalti, li indica e poi si gira, a prendersi l’abbraccio dei compagni. Il primo ad arrivare è proprio Foden, che è entrato e ha cambiato la partita in un attimo. L’azione che ha ispirato De Bruyne e ha propiziato il vantaggio del City non è un caso, non resta isolata: pochi minuti dopo, infatti, Foden parte palla al piede sempre dalla fascia destra, supera di slancio Kondogbia, poi ubriaca Reinildo con un doppio tocco rapidissimo e dalla linea di fondo mette dietro un pallone che sarebbe solo da spingere in porta, solo che ci sono sette giocatori dell’Atlético in cinque metri quadri, e così il City non riesce a raddoppiare. Ancora pochi istanti, e l’ennesimo taglio di De Bruyne viene assecondato, sempre da Foden, con un accecante lancio di esterno sinistro, una trivela che trova il belga sul lato corto dell’area piccola, ma anche in quel caso i difensori di Simeone riescono a respingere. È tutto qui, in questo video, insieme alle altre giocate di Foden:

Come si cambia una partita con una sostituzione

Grazie all’assist servito a De Bruyne, Foden è diventato il secondo miglior assistman Under 21 di un club inglese in Champions League: i suoi sette passaggi decisivi sono una quota inferiore solo rispetto a quella di Fàbregas (dieci), ma superiore a quelle di Walcott (sei), Sterling e Alexander-Arnold (cinque). E se alcune statistiche possono sembrare fredde, le immagini che vedete sopra e un altro dato ci dice che Foden ha avuto un impatto enorme sul City: prima del suo ingresso in campo, le uniche occasioni della squadra di Guardiola erano arrivate con tiri da fuori area e colpi di testa sbilenchi. Dopo il cambio con Mahrez, i Citizens hanno creato le palle gol più nitide, sono riusciti a penetrare nel fortino difensivo dell’Atlético.

Qualche tempo fa, in uno dei suoi consueti esercizi di esagerazione dialettica, Pep ha detto che Foden «è un dono». Ovviamente il tecnico catalano faceva riferimento al suo immenso talento, ma anche al fatto che si tratta di un giocatore nato a Stockport, nei sobborghi di Manchester, che è cresciuto nell’Academy del City, che si sta affermando in prima squadra in maniera sempre più convincente. In questo senso, il fatto che un ragazzo con questa storia sia stato il giocatore che ha permesso di vincere una partita così importante, e non è la prima volta che succede, è piuttosto significativo. Per lui, per Guardiola, per il City.