Alessio Lisci sta tentando un’impresa impossibile con il Levante

Il giovane allenatore italiano, alla sua prima esperienza alla guida di una squadra senior insegue la salvezza in Liga.

Al termine di Granada-Levante, il Nuevo Estadio de Los Cármenes è ammutolito, tra l’incredulo e il disperato. La squadra di casa ha appena perso per 4-1 contro il Levante allenato da Alessio Lisci, che con questo risultato ha riaperto ufficialmente la sua corsa verso la salvezza. L’allenatore del club valenciano è in mezzo al campo con un sorriso stampato sul volto, a prendersi applausi e cori del settore ospiti. Lui che a dicembre si è ritrovato quasi per caso ad allenare una squadra di Liga dopo l’esonero di Javier Pereira – a sua volta subentrato a Paco López all’inizio di ottobre. Lui che, prima della sfida salvezza contro il Granada, aveva confessato di aver preso troppo alla leggera il suo nuovo incarico: «Soltanto ora mi sento un allenatore da Primera División. Penso di aver pagato un po’ di inesperienza nei primi mesi sulla panchina del Levante, ma ora mi sento diverso e ho imparato molto. È per questo che la squadra, adesso, mette paura a tutti».

Ma chi è Alessio Lisci? E perché, finora, non ne abbiamo mai sentito parlare? La sua storia e la sua carriera sono particolarissime: il tecnico del Levante è partito da Formello, dalle scuole calcio della Lazio, ed è emigrato in Spagna, a Valencia. Comincia ad allenare nelle giovanili del Levante che ha appena 25 anni, oggi ne ha 36, ma molto spesso agli inizi del proprio percorso con il calcio non ci si mangia, e allora Lisci si era costruito un secondo lavoro: riforniva i ristoranti italiani di Valencia. E nel frattempo vinceva sul campo, con i ragazzini del vivaio delle granotas – nickname del club valenciano che però non c’entra nulla con i colori sociali: granota, in spagnolo, significa rana. Lisci conquista quattro titoli nazionali con le squadre giovanili e nel 2020 ottiene la promozione alla guida dell’Atletico Levante, la prima squadra filiale della società valenciana, che milita nella Segunda División B, la terza divisione della piramide spagnola. I risultati sono ottimi: l’Atletico riesce a evitare la retrocessione in quinta divisione – nel frattempo il campionato iberico è stato rinnovato, con l’inserimento di una nuova terza categoria – per un solo punto e Lisci diventa un nome spendibile e credibile quando, a dicembre 2021, la prima squadra perde col Betis, è ultima con sette punti di distacco dalla zona salvezza. E, come detto, ha già cambiato una volta l’allenatore. Inizialmente, Lisci viene nominato allenatore temporaneo.

L’esordio è un 8-0 rifilato all’Huracan Melilla – squadra di Terza Divisione – in Copa del Rey, cui segue un più significativo 0-0 contro l’Osasuna in campionato. Il 4-2-3-1, credo portato avanti in tutto il suo percorso delle giovanili, si evolve prima in un 4-3-3 e poi in un 4-4-2 poi, fino a che il Levante non trova un equilibrio con la difesa a cinque e due attaccanti a sfruttare il lavoro dei tre di centrocampo. È così che arriva la prima vittoria in campionato – 2-0 casalingo contro il Maiorca – dopo tre sconfitte consecutive che sembravano poter portare il Levante al terzo esonero stagionale. Alla fine, però, la Lisci viene confermato e la scelta sembra essere proprio quella giusta: il computo dei risultati magari non sarà brillantissimo – cinque vittorie, tre pareggi e nove sconfitte finora – ma i miglioramenti nelle prestazioni sono evidenti. Lo ha detto anche Xavi, che per riuscire a battere il Levante fuori casa ha dovuto ricorrere a un gol di De Jong a tempo scaduto: «Lisci ha ottenuto grandi risultati finora, con lui sarà una finale», ha detto il tecnico catalano prima di scendere in campo allo stadio Ciudad de Valencia, impianto di casa della formazione granota. Xavi ha fatto riferimento alla vittoria contro l’Atlético Madrid al Wanda Metropolitano e quella contro Villareal di Emery, che hanno preceduto di poche settimana il sacco di Granada. Ora la salvezza è distante solo quattro punti, e in calendario ci sono ancora gli scontri diretti contro Alavés e Rayo Vallecano, oltre al derby valenciano e alle sfide contro Real Madrid, Real Sociedad e Siviglia. Non sarà facile, ma fino a qualche settimana fa sembrava impossibile. Le cose, insomma, potrebbero cambiare ancora.