Il Porto di Conceiçao ha eguagliato un record del Milan degli Invincibili

La squadra lusitana è arrivata a 58 gare consecutive senza sconfitte.
di Redazione Undici

Quello che stupisce, del Porto di Sergio Conceiçao, non sono certo i sette gol rifilati al malcapitato Portimonense – dodicesimo inclassifica e con tanta voglia di salvarsi, ma che di certo non poteva pensare di fare punti allo stadio do Dragão – nell’ultimo weekend di campionato. In realtà non è nemmeno il primo posto in Liga, considerato che quella portoghese è un’oligarchia in cui comandano Porto – appunto – Sporting Lisbona e Benfica, in ordine di classifica. No, quello che stupisce davvero è il dominio assoluto che Sergio Conceiçao e i suoi uomini ha saputo imporre al campionato lusitano. Un dominio di gioco e risultati, che si è tradotto in 58 partite senza mai perdere da ottobre 2020 a oggi, nemmeno contro una delle altre superpotenze portoghesi: doppio pari con lo Sporting – secondo a meno nove e avversario domani nella semifinale di ritorno della Taça de Portugal, coppa nazionale – e una vittoria per 3-1 contro il Benfica, aspettando il match di ritorno del da Luz, in calendario per il prossimo 8 maggio.

Queste 58 partite consecutive hanno permesso al Porto di eguagliare un record storico, che potrebbe essere battuto già nella prossima trasferta contro il Braga quarto in classifica, e che finora apparteneva solo a una delle squadre più vincenti di sempre: anche il Milan di Capello, soprannominato “degli Invincibili”, riuscì infatti ad accumulare 58 gare di campionato senza conoscere il gusto amaro della sconfitta, a cavallo tra il 1991 e il 1993. La serie si aprì nell’ultima giornata della Serie A 1990/91, quando i rossoneri pareggiarono 0-0 contro il Parma a San Siro; curiosamente, fu un altro Milan-Parma (0-1), disputatosi il 21 marzo 1993, a chiudere la serie positiva. In mezzo, ovviamente, il Milan vinse lo scudetto 1991/92 restando imbattuto per tutte le 34 gare di campionato. Altri tempi, altro calcio, altro campionato. Paragonare Van Basten, Rijkaard e Gullit a Taremi, Otàvio ed Evanilson – e prima ancora Luis Díaz – sarebbe un peccato capitale. Quel Milan, infatti, avrebbe concluso il suo ciclo nel 1996 con quattro scudetti in cinque stagioni, più una vittoria (1994) e due finali (1993 e 1995) di Champions League, una Supercoppa Europea (1994) e tre Supercoppe italiane consecutive (1992, 1993 e 1994).

Anche il Porto, però, sta vivendo un momento storico piuttosto scintillante: oltre la scaramanzia e la matematica, il titolo che arriverà tra pochi giorni – visto che mancano solo quattro giornate dalla fine della Primeira Liga – sarà il terzo dell’era Conceiçao, dopo quello ottenuto nella stagione 2017/18, la prima sulla panchina dei Dragões, e quello arrivato alla fine dell’annata 2019/20. Pure in Europa i risultati sono stati positivi, anche se ovviamente non sono paragonabili a quelli del Milan degli Invincibili. Nell’ultima Champions, il Porto ha eliminato proprio i rossoneri dalla fase a gironi, ma ha raggiunto solo il terzo posto nel girone dietro Liverpool e Atlético Madrid, e poi non è riuscito ad arrivare in fondo all’Europa League una competizione che molti ritenevano alla portata degli uomini di Conceiçao: dopo i sedicesimi vinti contro la Lazio, i portoghesi si sono arresi al Lione agli ottavi di finale. Un percorso non in linea con quelli delle stagioni precedenti: nel 2019 e nel 2021, infatti, il Porto è riuscito a spingersi fino ai quarti di finale di Champions League, eliminando due squadre italiane agli ottavi (la Roma e la Juventus) prima di perdere contro Liverpool e Chelsea. In mezzo, nell’annata 2020/21, una brutta eliminazione ai playoff di Champions (per mano del Krasnodar) e l’eliminazione ai sedicesimi di Europa League contro il Bayer Leverkusen.

Ma come gioca il Porto di Conceiçao? Il 4-4-2 amato dall’ex esterno di Inter, Lazio e Parma si è evoluto negli ultimi anni, è diventato più fluido: ora è un 4-3-3 in fase di attacco, ma poi si trasforma in un 4-4-1-1 quando il pallone ce l’ha la squadra avversaria. I principi di gioco sono sempre gli stessi: linee strette e libertà ai talenti davanti, una concessione resa possibile dal grande lavoro di cerniera dei mediani e di tutta la squadra, che si muove come un unico uomo, sia in avanti che quando deve ripiegare.  Alzando le linee e imponendo un ritmo martellante alla partita, il Porto è capace di chiudere l’avversario nella propria area fino al colpo fatale, salvo poi trasformarsi in una fortezza capace di reggere un assedio.  L’organizzazione tattica e la mentalità impressa a fuoco su ogni giocatore, anche se la rosa si vede privata dei suoi gioielli più lucenti a ogni sessione di mercato, sono alla base dei successi di Conceiçao. Una filosofia chiara, coltivata e perfezionata nelle sue esperienze precedenti: ha iniziato come vice allenatore allo Standard Liegi, poi nel 2012 è diventato allenatore in prima all’Olhanense. In seguito, le esperienze con l’Académica de Coimbra, il Braga e il Vitoria Guimarães, prima di volare a Nantes per una breve parentesi francese tra dicembre 2016 e giugno 2017. Infine il ritorno a casa, al Porto, laddove è diventato uno degli allenatori più continui e apprezzati del calcio lusitano, in attesa dell’occasione giusta per guidare una squadra nei campionati più importanti. Visto come stanno andando le cose, è solo questione di tempo.

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