Cristiano Ronaldo è l’unica speranza offensiva del Manchester United

Sono già 23 le reti tra tutte le competizioni, mentre il resto dell'attacco dei Red Devils langue.

Thomas Tuchel, al termine dell’1-1 contro il Manchester United, è uscito dall’Old Trafford con un punto in tasca e qualche rimpianto. Dopo una partita che il Chelsea ha dominato, scontrandosi con un grande De Gea e con l’immortalità di uno di quei giocatori dati per finiti troppo presto: Cristiano Ronaldo. La partita ha evidenziato ancora una volta – senza che ce ne fosse bisogno – le enormi difficoltà dei Red Devils, specialmente nel reparto offensivo. E la soluzione alla crisi di una squadra in attesa dell’ennesima rifondazione sta tutta negli scarpini del suo numero 7, che con il gol ai Blues ha raggiunto Heung-min Son al secondo posto della classifica marcatori della Premier League a quota 17. Solo Salah ha fatto meglio con 22 gol.

Non male per un giocatore che a 37 anni riesce a mantenersi ancora ai massimi livelli del calcio europeo, nel campionato che più di tutti richiede un notevole sforzo sia a livello fisico che di intensità. Eppure c’è ancora chi giudica Ronaldo troppo vecchio, troppo pagato, troppo accentratore, troppo ingombrante, troppo costoso in termini di gioco. Troppo, insomma. Ma poi a parlare sono i numeri. E i numeri dicono che, nella stagione del suo ritorno all’Old Trafford, Cristiano ha segnato 23 gol, di cui sei in Champions League. È il miglior marcatore del Manchester, ovviamente, e il primo degli attaccanti anche per numero di assist (tre). Se si sommano tutti i gol del restante reparto offensivo, tra Cavani, Sancho, Greenwood, Rashford, Martial, Elanga, il conto è di 22 reti. Una in meno del solo portoghese.

Il gioco offensivo dei Red Devils, insomma, ruota interamente intorno a lui e a Bruno Fernandes, che infatti è il secondo miglior marcatore del club con nove gol e il secondo assistman della squadra a quota sei. L’asse portoghese ha tenuto in vita lo United, che si è scoperto Ronaldo-dipendente nel modo peggiore, dovendo affrontare le inattese difficoltà dei propri talenti in zona gol. Marcus Rashford, l’enfant prodige di sangue Red Devils, sta vivendo un’involuzione preoccupante, con soli cinque gol in trentadue presenze. Jadon Sancho, riportato in Inghilterra a peso d’oro dal Borussia Dortmund due estati fa, è ancora vittima delle difficoltà di adattamento e delle pressioni di un palcoscenico esigente come l’Old Trafford. Risultato: cinque reti in 38 presenze stagionali. Edinson Cavani, attaccante che lo scorso anno ha trascinato lo United alla qualificazione in Champions League e alla finale di Europa League con 17 gol, ha raccolto solamente due gol e tanti infortuni.

Le difficoltà offensive del Manchester di Rangnick stanno tutte qui, in numeri impietosi che fotografano un reparto inadatto a competere per le prime posizioni di classifica. Aspettando ten Hag, le speranze europee dei tifosi dello United – a meno cinque dal Tottenham quarto, ma in piena zona Europa League – sono tutte, ancora una volta, ai piedi di quel numero 7.