Il Venezia ha vissuto una stagione travagliata, ma nel frattempo la società ha continuato a cercare – e a trovare – nuovi modi per reinterpretare il calcio secondo una chiave moderna, anzi contemporanea, senza dimenticare le tradizioni e le eccellenze del proprio territorio. Proprio questo aspetto è centrale nell’ultimo progetto condiviso con Iuav Moda, la facoltà di moda che ha sede presso l’Università Iuav di Venezia, uno dei principali atenei europei per ciò che concerne l’architettura, il design, la moda, le arti visive e la pianificazione urbana. L’idea è stata quella di creare un workshop semestrale a cui hanno partecipato gli studenti, e che ha portato alla creazione di capsule collection in grado di restituire l’identità di Venezia e del Venezia, della squadra e della città.
Il workshop è stato curato dal designer e docente Renato Montagner, nell’ambito del Laboratorio di Design della moda 4, e ha portato alla realizzazione di progetti in grado di raccontare le relazioni fra la dimensione comunitaria e urbana del calcio, così come gli elementi e le sfide che rendono Venezia un’icona a livello internazionale. I tre lavori che si sono distinti di più sono “Riflessi”, di Emma Degan, Francesca Guerresco e Gaia Cesarin, Barenouflage, di Matteo Negri e Luca Dalla Porta, e “Futuring Felt”, realizzato da Camilla Amenta, Mariacristina Bandiera e Camilla Rampon. I capi ideati e realizzati dagli studenti esplorano ed esplicano diversi concetti, combinano diversi elementi stilistici, per esempio l’acqua e la femminilità nel mondo del calcio, e poi l’ambiente naturale veneziano e le tradizioni culturali, senza trascurare la sperimentazione con tessuti all’avanguardia. Insomma, dopo le maglie da gioco – che hanno fatto il giro del mondo – e tanti altri prodotti che hanno segnato un nuovo capitolo dell’ibridazione tra calcio e lifestyle, il Venezia continua a sperimentare in questa direzione. A farlo bene.