A Parigi il rinnovo di Mbappé si festeggia più di una Ligue 1

Mentre il francese ufficializzava la sua decisione alla stampa, all'esterno del Parco dei Principi i tifosi celebravano la permanenza in Francia del fuoriclasse.

Se nella barra di ricerca di Twitter si prova a digitare “Mbappé”, il secondo risultato, subito dopo il profilo ufficiale dell’attaccante francese, sarà l’account del Real Madrid. Niente Paris Saint-Germain, perché tutti, persino gli algoritmi dei social network, erano convinti che quello sarebbe stato il binomio destinato a dominare il calcio europeo dei prossimi anni.

In questi mesi la telenovela Mbappé ha monopolizzato la stampa francese e spagnola, ovviamente. Stiamo parlando di un attaccante che a soli 22 anni è già probabilmente il più forte al mondo. Che ha vinto tutto quello che si può vincere in Francia – più volte – che ha trascinato la propria Nazionale alla vittoria nel Mondiale 2018 e che, secondo Transfermarkt, ha un valore di mercato di almeno 160 milioni di euro. Immaginare di prenderlo senza pagarne il cartellino – perché di gratis nel calcio non c’è niente – era un sogno probabilmente troppo bello per essere vero. Eppure il Real Madrid aveva da tempo il sì del giocatore in tasca. Florentino Perez, dopo averlo provato a portare in Spagna già la scorsa estate, aveva raggiunto un accordo verbale con il giocatore, che si sarebbe trasferito in Spagna il primo luglio 2022.

E invece le vie del mercato sono infinite, così come quelle degli sceicchi. Alla fine Kylian Mbappé rimarrà a Parigi, coperto d’oro dal nuovo contratto offertogli da Al-Khelaifi: 50 milioni per tre anni – mentre il Real ne offriva “soltanto” la metà – più un bonus alla firma che si aggira tra i 100 e i 150 milioni di euro. Numeri mostruosi, irraggiungibili e insostenibili per chiunque non abbia uno stato sovrano alle spalle. Eppure in conferenza stampa l’attaccante del Psg ha giurato che i soldi hanno poco o nulla a che fare con la sua decisione: «L’anno scorso volevo partire, lo sanno tutti, pensavo fosse la scelta migliore per me al tempo. Le cose però cambiano, oggi il contesto è diverso, sia a livello sportivo che personale. Ero libero di decidere e so quanto importante fosse rimanere in Francia, dove sono nato e cresciuto. Con il presidente abbiamo parlato di calcio, abbiamo dedicato pochi minuti ai soldi. C’è un aspetto sentimentale dietro la mia scelta».

Un sentimento che dalla sala stampa del Parco dei Principi si è propagato rapidamente per tutta Parigi. I tifosi si sono radunati fuori dallo stadio per festeggiare il rinnovo del loro numero 7, con cori – anche contro il Real – e fumogeni. Scene che non si erano viste nemmeno in occasione della vittoria della Ligue 1, anzi. Dopo la clamorosa eliminazione agli ottavi di Champions League per mano proprio del Real Madrid, l’intera squadra fu fischiata a più riprese, con i tifosi a prendere di mira in particolare Messi e Neymar. Nessuno, o quasi, osava fischiare Mbappé. Forse per paura di accelerare il suo viaggio verso Madrid. Oggi, invece, fuori da quello stesso stadio le scene sono molto diverse.