Il Peñarol è una miniera di talento calcistico

Darwin Nuñez è solo l'ultima di una lunga lista di pepite.

L’Uruguay è un paese di appena 3,4 milioni di abitanti, ma con una cultura calcistica che ha qualcosa di inspiegabile e sacro, visto che nel corso degli anni ha sfornato un numero incredibile – viste le proporzioni – di grandi giocatori, in grado di imporsi a tutti i livelli. Tra questi, è inevitabile che ci sia un certo numero di atleti che nascono e crescono nel settore giovanile del Peñarol, club della capitale Montevideo fondato nel 1891. E che da allora è indubbiamente la squadra più vincente – in bacheca ha 51 campionati nazionali, cinque coppe Libertadores e tre coppe intercontinentali – e una delle più prestigiose del subcontinente sudamericano. L’ultimo prodotto dell’accademia giallonera che è riuscito ad affermarsi nel calcio europeo è  Darwin Nuñez, appena passato al Liverpool per un investimento totale di 100 milioni di euro – tra parte fissa, rate e bonus raggiungibili nel corso dei prossimi anni.

Nuñez aveva 18 anni quando fece il suo esordio in prima squadra, ma bastò una sola stagione per attirare su di sé gli occhi dei club europei: fu ceduto all’Almeria nel 2019 per 13 milioni di euro, la cifra più alta mai incassata dal Peñarol. Un anno dopo quei soldi sono prima triplicati – il Benfica ha rilevato il suo cartellino per 39 milioni di euro – e poi ora si sono praticamente decuplicati, vista la portata dell’investimento fatto dal Liverpool per assicurarsi il suo contributo, otto anni dopo l’addio dell’ultimo grande centravanti uruguaiano che ha conquistato Anfield Road: Luís Suárez, che però è cresciuto nel Nacional, il club rivale del Peñarol. Che, nel frattempo, ha festeggiato anche la vittoria in Champions League di un altro prodotto della sua accademia, vale a dire Federico Valverde. Che, proprio come Nuñez,è arrivato in Europa giovanissimo – aveva appena 18 anni quando il Real Madrid pagò cinque milioni di euro per portarlo in Spagna – e col tempo è diventato un protagonista assoluto in maglia blanca, prima con Zidane e ora anche con Ancelotti. Quella relativa a Valverde è solamente la quinta cessione più onerosa della storia del Peñarol: in mezzo, tra lui e Nuñez, ci sono dei calciatori che non sono ancora riusciti ad affermarsi in maniera definitiva, ma che hanno fruttato degli ottimi incassi al club di Montevideo, per esempio i 10,5 milioni di euro versati dai Los Angeles Galaxy per Brian Rodrìguez, che ha lasciato Montevideo nell’estate 2019, e gli 8,5 milioni pagati dal Manchester United per Facundo Pellistri; al quarto posto di questa speciale classifica c’è Facundo Torres, passato per 6,5 milioni di euro all’Orlando City.

In attesa di capire se e quando Rodríguez e Pellistri riusciranno a seguire le orme di Nuñez e Valverde, basta volgere lo sguardo al passato, alla storia, per pesare davvero l’importanza del Peñarol nella storia del calcio uruguagio. Nel settore giovanile giallonero si sono formati diversi talenti passati anche in Italia negli ultimi anni, tra cui Abel Hernández, Gaston Ramirez, Nahitan Nandez, Marcelo Zalayeta, Paolo Montero, ma soprattutto alcuni tra i più grandi calciatori nella storia del calcio uruguagio: Juan Alberto Schiaffino, Diego Forlán e Julio Abbadie, indimenticato idolo del pubblico genoano, hanno speso il loro percorso di formazione nel club più importante di Montevideo. Una tradizione che oggi si rinnova con Nuñez, e che forse potrebbe proseguire anche con un nuovo talento in procinto di sbarcare in Italia: Agustín Álvarez Martínez, 21enne attaccante appena arrivato al Sassuolo, è già indicato da tutti come il possibile erede dei grandi centravanti uruguagi del passato.