Il portiere del Lucerna è stato multato dalla lega svizzera per aver usato la parola «gay» come insulto

Il giudice, però, non l'ha squalificato: secondo lui non si è trattato di una dichiarazione omofoba, ma solo «sconsiderata».

Le interviste rilasciate subito dopo la partita, a caldo, possono portare i calciatori a dire cose sconvenienti, per non dire sbagliate e condannabili. Lo ha capito sulla propria pelle Marius Müller, portiere tedesco del Lucerna che in passato ha indossato le maglie del Kaiserslautern e del Lipsia: dopo la sconfitta per 1-4 patita contro il San Gallo lo scorso 13 agosto, infatti, Müller è stato fermato da un giornalista televisivo per commentare la gara, e davanti alle telecamere ha usato la parola «gay» per insultare i propri compagni di squadra, che secondo lui non avevano offerto una grande prestazione. Le parole esatte, riportate in un articolo della testata Tages Anzeiger, sarebbero state queste: «I difensori fanno sempre i gay e si allontanano, quando invece dovrebbero stare vicini alla mia porta».

La vicenda è finita anche sulle pagine del Washington Post, anche perché Müller ha subito una procedura disciplinare da parte della Swiss Football League (SFL), dall’esito particolare, per non dire grottesco: la lega, infatti, ha deciso di multare – 2000 franchi svizzeri, poco più di 2000 euro – il portiere del Lucerna senza però squalificarlo. Questa la motivazione, che potete leggere nella nota ufficiale pubblicata sul sito della SFL: «Marius Müller ha fatto commenti offensivi nei confronti delle persone omosessuali durante un’intervista televisiva. Sulla base delle parole di Marius Müller, non c’è nulla che suggerisca che coltivi idee omofobiche. È un’affermazione in modo sconsiderato e senza intenzione concreta e soggettiva di insultare le persone omosessuali, visto che la sua dichiarazione non era rivolta a un arbitro o a un giocatore, o a uno spettatore o a chiunque altro nello stadio, ma esprimeva piuttosto frustrazione per quello che vede come un lavoro difensivo insufficiente da parte dei suoi compagni di squadra».

Nelle ore e nei giorni successivi, Müller ha ricevuto molte critiche. E il punto è che la stragrande maggioranza delle persone che si sono schierate contro di lui la pensavano in maniera opposta rispetto al giudice della SFL: i suoi commenti a caldo sarebbero da ricondurre proprio a un bias omofobo. Persino lo stessa dirigenza del Lucerna, in un tweet pubblicato sull’account ufficiale del club, si è scusata «per la dichiarazione ingiuriosa e omofoba del suo portiere Marius Müller dopo la partita contro l’FC St. Gallen». Il giocatore ha pubblicato una storia su Instagram in cui ha definito le sue parole «stupide e fuori luogo». Più che additare e condannare Müller, che al di là delle sue reali convinzioni si è espresso in modo sconveniente, il ragionamento più importante da fare è stato quello del giornale Tages Anzeiger riguardo la reale integrazione degli omosessuali nel calcio, un argomento sempre molto controverso e quasi mai affrontato dalle prospettive giuste: «Dopo queste dichiarazioni di Müller, che sicuramente non è una persona omofoba, viene da pensare: ecco perché non c’è da stupirsi che nessun calciatore gay osi fare coming out. Perché nel 2022 succede ancora che un uomo adulto di 29 anni equipari la mancanza di sforzo fisico o il fatto che qualcun altro non vuole sporcarsi le mani con l’omosessualità? È questo l’aspetto su cui riflettere davvero».

Foto tratta dal profilo Instagram di Marius Müller