Non è vero che in Serie A si punta troppo poco sui giovani

I dati CIES dicono che il massimo campionato italiano è in linea con le altre leghe top in Europa.

Una delle massime – anche se sarebbe meglio dire luoghi comuni – sul campionato di Serie A è quella per cui le squadre che vi partecipano non hanno il coraggio di puntare sui giovani talenti. Storicamente è così, tranne alcune eccezioni virtuose, ma da qualche anno le cose stanno cambiando. Oppure, per dirla meglio: questa tendenza si sta affievolendo, in linea con quello che avviene a livello globale. Sono i dati a dirlo, per la precisione quelli raccolti dall’osservatorio calcistico CIES nelle cinque leghe top, vale a dire Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1: considerando il minutaggio dei giocatori relativo all’ultima stagione completa e all’inizio della 2022/23, l’Italia porta molte squadre nella top 25 di quelle che hanno l’età media più bassa.

Sono sei, e per la precisione si tratta di Lecce (24,56 anni di media), Empoli (25,31), Torino (25,65), Spezia (25.74), Milan (25,91) e Cremonese (25,98). Se consideriamo che la squadra con l’età media più giovane è il Valencia (23.99 di età media) e che nessun’altra lega top porta un numero di squadre superiori nelle prime 25 posizioni di questa classifica (anche la Ligue 1 è a quota sei, poi ci sono la Premier a quota cinque, la Liga e la Bundes a quota quattro), allora si può dire che la Serie A sia perfettamente in media con il resto dei top campionati in Europa. Il fatto che tra queste ci sia la squadra che ha vinto l’ultimo scudetto, inoltre, è un altro segnale piuttosto significativo in questo senso.

Anche se rovesciamo la classifica le cose non sono così drammatiche: è vero che Inter (29,13 di età media), Sampdoria (28,93) e Lazio (28,85) sono nella top ten delle squadre più vecchie dei cinque campionati top, ma è vero anche che Bochum e Siviglia fanno addirittura peggio, e che pure Ajaccio, Cadice, Atlético Madrid, Villarreal e Auxerre sono sopra i 28,5 anni di media. Va rimarcato proprio il dato di Siviglia e Villarreal, le uniche due squadre tra quelle di Premier, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1 a dare più della metà del minutaggio a giocatori che hanno già compiuto trent’anni. Il Bologna, prima delle italiane in questa particolare classifica, si “ferma” al 44.5%.  Insomma, è evidente come il luogo comune sulla Serie A e sui giovani risulti smentito dai fatti, dai numeri. E che degli exploit come quelli di Ilic, Parisi e Udogie – i tre Under 21 più utilizzati in questo avvio di stagione nel massimo campionato italiano – sono diventati possibili nell’ottica di un trend contestuale ormai consolidato. E che ora va alimentato e valorizzato, anche per dare a Roberto Mancini – e/o ai suoi successori – un bacino di talento sempre più vasto cui attingere.