Ricky Buscaglia, telecronista di Dazn per Udinese-Atalanta, ha commentato il gol di Lookman paragonando il lancio di Koopmeiners al passaggio di un quarterback di NFL. Non è una suggestione eccessiva o campata in aria, e basta rivedere l’azione per rendersene conto: il centrocampista olandese dell’Atalanta si trova fuori area ma all’altezza della linea dell’area piccola, tutto spostato a sinistra, molto più vicino al guardalinee che al suo portiere. E dal suo piede sinistro parte un lancio lunghissimo ma anche tesissimo, velocissimo, precisissimo: il pallone non ha una traiettoria arcuata e sembra non volteggiare, non girare su se stesso, ma poi cade sul terreno in maniera morbida, soffice, quasi come se fosse un numero quattro da calcetto con rimbalzo controllato, ed è incredibile che un passaggio così forte e non spiovente possa essere anche così facilmente controllabile dal calciatore che l’ha ricevuto.
Il calciatore che ha ricevuto il passaggio si chiama Luis Muriel, e rifinisce l’azione in modo straordinario, si può dire che la completa e la sublima con la sua tecnica accecante, con i suoi piedi di velluto. Succede tutto in pochissimi secondi, non più di quattro: Muriel fa scorrere la palla e la controlla senza controllarla davvero, la addomestica solo con lo sguardo, con la mente. Il primo tocco è già un primo dribbling su Bijol, che corre in arretramento e quindi deve concedere un po’ di spazio alla sua sinistra, perché le gambe di Muriel sono troppo veloci perché qualcuno possa pensare di fermarlo, in certe situazioni. È così da sempre ed è così ancora oggi, lo si capisce una volta di più qualche istante dopo, quando Muriel finta di spostare di nuovo il pallone, poi fa un altro tocco con il destro e infine mette lo fa passare esattamente nel corridoio lasciato aperto da Bijol, a pochi centimetri dal piede sinistro del centrale sloveno dell’Udinese. Non è un passaggio fatto a caso: non si sa quando, non si sa in che modo, ma Muriel ha visto – si potrebbe dire che ha sentito – l’arrivo di Lookman dall’altra parte dell’area di rigore. Forse ha percepito l’odore di erba bruciata dai tacchetti dell’attaccante inglese, visto che Udogie, uno dei terzini più dinamici ed esplosivi della Serie A, non è riuscito a tenerlo. La palla rotola sull’erba e Lookman deve solo spingerla in porta, mentre Silvestri si getta in maniera disperata ma inutile.
In questo video non c’è il commento di Dazn, quello potete ascoltarlo qui
Da diverse settimane ci interroghiamo sull’Atalanta, discutiamo sul fatto che la squadra di Gasperini sia diventata davvero meno ambiziosa, meno svolazzante e quindi meno spettacolare rispetto al passato. Questo gol, il lancio di Koopmeiners e l’assist di Muriel, ci dicono delle cose molto interessanti su questo tema: che lo spettacolo calcistico può essere meno tattico o anche solamente tecnico, ma resta sempre spettacolo; che la squadra bergamasca ha dei calciatori in grado di trasformare delle azioni anonime in gol bellissimi impiegando pochi istanti, risalendo tutto il campo con soli tre tocchi al pallone; che Koopmeiners ha un piede sinistro capace di qualsiasi cosa, l’abbiamo visto a Udine e in questo inizio di stagione scintillante, e che Muriel ha ancora dei guizzi abbaglianti, e allora bisognerà fare i conti anche con loro, con Gasperini, con l’Atalanta, per qualsiasi obiettivo di prestigio in questa stagione.
Poche altre squadre, infatti, hanno giocatori con un bagaglio tecnico così ampio, così vario. Pochissime altre squadre possono e sanno creare sempre nuove suggestioni, l’ultima è che stavamo guardando una partita di calcio e improvvisamente Koopmeiners ci ha portato su un campo di football americano, e un attimo dopo ancora Muriel si stava muovendo come un ballerino e poi ha infilato il pallone come se lo avesse lanciato con le mani, o al massimo con una stecca di biliardo. Sì, magari Gasperini non ha più i calciatori adatti per dominare fisicamente tutte le partite, anzi forse quei giocatori ce li ha proprio l’Udinese di Sottil – che non a caso ha rimontato nel secondo tempo travolgendo gli avversari con la sua forza, la sua clamorosa vitalità. Ma questo non vuol dire che l’Atalanta non possa o non sappia essere bella, appagante per chi la guarda, a volte bastano un lancio lungo e un tocco illuminante, sembra poco e invece è tantissimo.