Un gruppo di calciatori e sportivi iraniani ha chiesto l’esclusione dell’Iran dai Mondiali in Qatar

I pretesti sono la repressione nei confronti delle donne e la scarsa indipendenza della Federazione locale dalla Repubblica Islamica.

Manca meno di un mese alla gara inaugurale della Coppa del Mondo, eppure l’edizione che si svolgerà in Qatar fa fatica a trovare pace e tranquillità. Pesano i problemi e le contraddizioni interne dell’emirato, ma anche la situazione di altre nazioni rappresentate nel tabellone principale è tutt’altro che distesa. Per esempio l’Iran, inserito nel Gruppo B con Inghilterra, Stati Uniti e Galles: alcuni calciatori, esponenti di altri sport e attivisti iraniani hanno infatti presentato una richiesta formale alla Fifa perché escluda la loro Nazionale dalla fase finale. Il pretesto, come spiegano molti media internazionali tra cui la BBC, sarebbe la repressione dei diritti civili all’interno del Paese, soprattutto quelli delle donne: il fatto che non possano entrare allo stadio, tra tutte le altre violazioni, sarebbe contraria ai regolamenti più basilari della Fifa.

Nella lettera inviata alla Fifa si legge che «la brutalità dell’Iran nei confronti del suo stesso popolo ha raggiunto un punto critico, e questo impone una dissociazione inequivocabile e ferma dal mondo del calcio e dello sport». C’è poi il riferimento alla situazione delle donne: «Alle donne viene costantemente proibito l’accesso agli stadi, una pratica sistematica per escluderle completamente dalla piramide calcistica. È evidente che la Federcalcio iraniana stia semplicemente seguendo e applicando le linee guida del governo, e quindi non può essere vista come un’organizzazione indipendente e libera da qualsiasi forma o tipo di influenza. Questa è una violazione (articolo 19) dello statuto Fifa». Nella lettera, infine, si legge che «la Fifa ha comminato altre sospensioni per delle situazioni similari».

Il gruppo che ha avviato questa iniziativa, come detto, è composto da calciatori e personalità sportive iraniane e si è avvalso del supporto di un’agenzia legale spagnola, ma non sono stati divulgati dei nomi. Non sappiamo, quindi, chi siano davvero questi attivisti e quanto peso avranno sulle possibili decisioni della Fifa, ma la situazione resta da monitorare. Per una ragione molto semplice: le proteste nei confronti del regime della Repubblica Islamica scoppiate in tutto il Paese dopo la morte in carcere di Mahsa Amini – una donna di 22 anni arrestata per non aver indossato correttamente il velo – sono state supportate da Sardar Azmoun, miglior giocatore e quindi uomo-simbolo del calcio iraniano, e da altri componenti della Nazionale. Anche se Azmoun e compagni non dovessero essere parte di questo collettivo che ha chiesto l’esclusione dell’Iran, è evidente che le loro proteste e la loro esposizione alimenti la possibilità che questo tipo di iniziative porti a qualcosa di concreto.