Ai Mondiali del Qatar la birra costerà moltissimo

E, come se non bastasse, i tifosi non potranno acquistarne più di quattro pinte a testa.

Ormai è piuttosto chiaro: ai Mondiali del Qatar, oltre a tutti i problemi riguardanti la logistica, i diritti umani e dei lavoratori, ci sono e ci saranno da gestire delle situazioni a dir poco complicate con l’alcol. E con la birra, principalmente, visto che la cultura del tifo calcistico – soprattutto quella europea – è strettamente legata al consumo di questa bevanda prima, durante e anche dopo le partite. Nei giorni scorsi si è parlato del problema dei punti vendita Budweiser – marchio di birra partner della FIFA e del Mondiale, nonché licenziatario in esclusiva negli stadi durante il torneo iridato – costretti improvvisamente a spostarsi, ad allontanarsi dagli stadi, dopo le presunte pressioni esercitate dalla famiglia reale. Ora invece i riflettori sono puntati su un altro aspetto: il prezzo. Secondo quanto riporta il Guardian, una birra costerà 12 sterline, che al tasso di cambio attuale valgono poco meno di 14 euro.

Le cose sarebbero dovute andare diversamente, ed era stato proprio il Qatar a dirlo: in quest’altro articolo del Guardian, pubblicato a settembre 2019, veniva annunciato che le autorità locali avrebbero ribassato il prezzo delle bevande alcoliche in vista dei Mondiali; Nasser al-Khater, l’amministratore delegato della Coppa del Mondo 2022, aveva assicurato che una pinta di birra, nel corso del torneo, sarebbe costata tra gli otto e i nove euro, soprattutto nelle fan zone e nei punti vendita sparsi intorno agli stadi. E invece il prezzo attuale di una Bud è di 50 riyal, che come detto corrispondono a 14 euro, mentre la versione analcolica costerà circa otto euro.

Come se non bastasse, proprio Budweiser ha confermato che ci saranno delle limitazioni alla vendita di birra: «Coloro che vorranno acquistare delle bevande alcoliche dovranno dimostrare di avere più di 21 anni, e per tutti è stato fissato un limite di quattro pinte a testa». Nella stessa nota, l’azienda si è detta «orgogliosa di servire birra nel rispetto delle norme e dei regolamenti locali dal concessionario designato dalla FIFA». Come detto, queste regole sono cambiate all’improvviso negli ultimi giorni prima dell’inizio del Mondiale, causando molti problemi a Budweiser e quindi anche alla FIFA, che con il marchio americno ha stretto un proficuo accordo commerciale – la licenza di vendita esclusiva vale 75 milioni di euro. Ora anche i prezzi più alti potrebbero rimescolare ulteriormente le carte in tavola, visto che i tifosi saranno inevitabilmente meno predisposti ad acquistare e a consumare birra.