Da qualche anno, a Milano, esiste una squadra di calcio popolare nuova e con un progetto interessante: il St. Ambroeus FC. Non è una semplice società di calcio appena promossa in Seconda Categoria, ma un progetto di inclusione e valorizzazione della diversità, visto che si tratta della prima squadra formata da rifugiati e richiedenti asilo che si è iscritta ufficialmente alla Figc. L’idea dei fondatori era – ed è – semplice quanto difficile: creare una comunità sportiva ma anche umana nel nome dell’antirazzismo e dell’integrazione. Lo ha detto Davide Salvadori, presidente della squadra: «Vogliamo essere un punto d’incontro per uomini, donne, ragazzi e ragazze con origini sparse in tutto il mondo». Il progetto St. Ambroeus sta crescendo, e prendendo sempre di più le sembianze di una squadra di calcio vera e propria, soprattutto per tutto quello che concerne l’ambito fuori dal campo. E quindi, come hanno fatto squadre del calibro di Inter, Venezia, Manchester City o Leeds United, hanno recentemente attraversato un processo di rebranding. Con l’aiuto dell’agenzia di comunicazione I Mille, che è diventata nel frattempo main sponsor del team.
Non si tratta di una partnership come tutte le altre, ma di un progetto di condivisione di idee e valori, come ha spiegato Paolo Pascolo, CEO de I MILLE: «Sostenere istituzioni di questo tipo significa prendere una posizione e cercare di avere un impatto tangibile sul mondo che ci circonda. Significa comunicare davvero, che è quello che sappiamo fare meglio». Questo nuovo legame porterà a qualcosa di unico: I MILLE ha avviato un percorso per diventare Società Benefit, e accompagnerà la St. Ambroeus andando al di là di un piano di comunicazione.
Lo dimostra anche il lancio della sponsorship, celebrato con il video “Vale + di una vittoria”: nel montaggio, alcuni giocatori della St. Ambroeus mostrano quello che sanno fare con il pallone, e nel frattempo in sovraimpressione passano delle scritte in cui si spiega che la loro squadra gioca + di un campionato, rappresenta + di un risultato. Insomma, va decisamente oltre il campo da gioco, travalica i confini del calcio. E diventa comunità, società.